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“I proverbi che salvano” leggi la nuova Fiaba di Antonio De Signoribus

“Se tutti i Proverbi si potessero raccogliere e sotto certi capi ordinare-dice Antonio De Signoribus citando Niccolò Tommaseo – i Proverbi italiani, i Proverbi d’ogni popolo, d’ogni età, colle varianti di voci, d’immaginazione e di concetti, questo dopo la Bibbia, sarebbe il più filosofico, il più poetico, il più sublime dei libri”. Anche se la frase di Tommaseo ha dell’incredibile, i proverbi sono davvero la filosofia del popolo. L’autore, filosofo, scrittore, Antonio De Signoribus, nonché Maestro riconosciuto dì Fiabistica internazionale, ne ha proposti tre, attraverso una fiaba, che indicano una linea da seguire nella vita…Buona lettura.

C’era una volta un ragazzo di nome Giovanni che non riusciva a provvedere alla sua famiglia tanto era povero. Decise, allora, di cercare un lavoro in un paese lontano. Un avvocato lo prese al suo servizio per oltre vent’anni.

Vent’anni lontano dai suoi affetti più cari. Troppi. Un giorno, preso da una forte malinconia, decise di tornare a casa. Prima di partire, però, volle chiedere alcuni consigli al suo avvocato, anche pagando.

“Il primo consiglio che ti do, caro Giovanni, è questo:’ Non lasciare mai la strada vecchia per la nuova, perché sai quello che lasci, ma non sai quello che trovi’”. “ Grazie!”, rispose Giovanni, un po’ incredulo per un consiglio, un po’ particolare, che era anche un proverbio. Non soddisfatto decise di tornare dall’avvocato per un altro consiglio.

E l’avvocato: “ Come secondo consiglio voglio suggerirti un altro proverbio. Eccolo: ‘Fatti sempre i fatti tuoi’”. Giovanni, ringraziò l’avvocato e si mise di nuovo in cammino per tornare a casa. Non fece, però, molta strada che volle tornare dall’avvocato per un altro consiglio, l’ultimo.

“ Lo sapevo che saresti tornato per spendere tutti i tuoi soldi in consigli; ti conosco molto bene caro Giovanni” rispose l’avvocato. “Eccoti, dunque, il terzo consiglio, che è un proverbio anche questo, ma molto importante: ‘La rabbia della sera lasciala sempre per la mattina‘. Prima di andare via, però, voglio donarti, per riconoscenza per tutti gli anni passati al mio servizio, un ciambellone che ti servirà. Ne sono certo. Ma ricordati di mangiarlo soltanto in caso di grande felicità. Non prima. Mi raccomando “.

Giovanni, questa volta, soddisfatto, si rimise, finalmente, in cammino. Lungo la strada, a un bivio, incontrò due giovani che lo consigliarono di seguire una nuova strada. Ma lui rispose che preferiva fare la strada di sempre che farne una che non conosceva affatto.

“Tanto “ disse “ci ritroveremo in una locanda che sta alla confluenza delle due strade”. Li salutò e riprese il cammino. Arrivato a destinazione si meravigliò non poco che i due giovani non fossero ancora arrivati. Chiese in giro e le risposte furono drammatiche: i giovani erano stati aggrediti, derubati e uccisi da alcuni briganti, che in genere frequentavano quella strada.

“Sono stato davvero fortunato e il proverbio dell’avvocato è stato davvero molto utile” pensò Giovanni tra sé e sé. Poi, stanco e affamato, si fermò nella locanda, dove vide una vecchia che stava mangiando della minestra in un teschio.

Fu inorridito dalla scena macabra ma non disse nulla e non chiese nulla. Poco dopo gli si avvicinò l’oste che gli disse: “ Sei un giovane intelligente, sei stato l’unico a non fare domande, per cui ti è stata risparmiata la vita; altre persone, invece, hanno pagato a caro prezzo la loro stupida curiosità”.

“Sono stato davvero fortunato e il proverbio dell’avvocato è stato davvero illuminante” pensò il giovane tra sé e sé, dopo aver scampato un altro serio pericolo. Cammina cammina arrivò al suo paese. Ma nessuno lo riconobbe, del resto erano anche passati vent’anni. Il paese era in festa; molte persone passeggiavano per strada cantando e scherzando.

Ad un certo punto, Giovanni riconobbe, in una terrazza, sua moglie che abbracciava e baciava un ragazzo, un bel ragazzo. Infuriato come non mai prese la pistola che aveva portato con sé e stava quasi per uccidere sua moglie e il suo amante, quando ripensò al terzo proverbio dell’avvocato e si fermò come paralizzato.

Fu la sua salvezza. Il giorno dopo, infatti, seppe da alcune persone il motivo di quella festa. Si festeggiava un giovane che s’era fatto prete e che doveva dire la sua prima messa. Seppe, poi, che quello era suo figlio è che quella povera donna, che stava per uccidere, stava abbracciando suo figlio. Immediatamente, ripensò al proverbio dell’avvocato che aveva salvato la vita ai suoi familiari. E anche la sua. Subito dopo, si fece riconoscere dai suoi cari e per festeggiare l’evento felice tagliò il ciambellone che gli aveva donato l’avvocato.

Cosa trovò dentro con sua grande meraviglia? Tante monete d’oro che gli permisero di vivere felice e contento e senza stenti con tutta la sua famiglia, per tutta la vita.

Larga è la foglia stretta è la via

Dite la vostra che ho detto la mia

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