DIOCESI – Ieri, sabato 29 luglio, si è tenuta la tradizionale processione della Madonna della Marina. Verso le ore 18.00 il vescovo Carlo Bresciani è giunto sulla banchina Malfizia e ha salutato i fedeli e le autorità civili e militari. Dopo le foto di rito, il vescovo Carlo insieme al Sindaco Spazzafumo e al Comandante della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto Di Maglio è salito sull’imbarcazione che ha guidato la tradizionale processione in mare. Una volta giunti a largo è stata lanciata una corona d’alloro in ricordo di quanti per lavoro o per compiere il loro civico dovere sono morti in mare. Il lancio è stato accompagnato dal suono delle altre imbarcazioni e dall’applauso dei fedeli.
Terminata la processione in mare, l’immagine della Madonna della Marina è stata trasportata dai militari della Capitaneria di Porto presso la banchina “Pinguino” dove ha avuto luogo la celebrazione eucaristica che ha visto una grande partecipazione di popolo. Riportiamo per intero l’omelia pronunciata dal vescovo Carlo:
“Abbiamo poco fa portato sulla barca l’immagine della Madonna in mare con una splendida processione di navi, motoscafi e barche accompagnati anche dalle autorità civili e militari cui va il mio cordiale saluto. In modo particolare saluto questa sera tutti i pescatori e gli uomini di mare: è la loro festa, la festa con la quale vogliono dire tutto il loro affetto e la loro devozione alla Madonna. Tradizionalmente la portano in mare per chiedere la sua protezione dai pericoli che il loro duro lavoro comporta -speriamo che si risolvano presto almeno quelli collegati all’insabbiatura del porto che da troppo tempo aspettano di essere risolti-, ma portano in mare la Madonna della Marina anche per invocare la sua intercessione per tutti coloro che nel mare hanno trovato la morte, affinché possano godere del riposo eterno. Con la preghiera e con la corona di fiori, poco fa li abbiamo affidati a lei, madre di misericordia.
Alla Madonna della Marina è dedicata anche la nostra Cattedrale. È segno e ricordo perenne delle origini della nostra città di san Benedetto che affonda le sue radici nel rinomato porto che l’ha caratterizzata nel tempo e che è stato fonte primaria della sua ricchezza per la laboriosità e la creatività dei pescatori sanbenedettesi che hanno osato anche i mari più lontani.
Da queste banchine partivano con ardito coraggio verso mari lontani, spinti dalla necessità di garantire un futuro alle proprie famiglie. Partivano invocando la Madonna a protezione del viaggio e delle famiglie che lasciavano a casa; navigavano invocando con nostalgia di casa la madre celeste affinché custodisse spose e i figli durante la loro assenza; tornavano ringraziando la Madonna per la protezione ricevuta e con la gioia di poter ritrovare il calore accogliente di mogli e madri. Non di rado portavano in dono alla Madonna anche qualche ex-voto come ringraziamento per i pericoli miracolosamente scampati.
E mentre mariti e figli erano in mari vicini o lontani, a casa si invocava incessantemente per loro la protezione della Madonna in sintonia di sentimenti e di vera devozione.
I tempi sono cambiati, i viaggi in mari molto lontani non ci sono più, i mezzi di cui oggi disponiamo sono molto più sicuri, la comunicazione tra chi è in mare e chi è a terra è istantanea, ma abbiamo ancora bisogno della protezione materna della Madonna della Marina e il nostro amore per lei resta immutato, come dimostra questa festa che stiamo celebrando.
I nostri pescatori a turno ospitano la sua statua sui loro pescherecci e la portano in mare nelle loro uscite a pesca. Non è, quindi, una devozione che si ferma e si conclude con la festa che stiamo celebrando: continua nel silenzio per tutto l’anno, va al di là di quanto di folcloristico accompagna la giornata odierna.
La prima lettura, tratta dal libro della Sapienza, dice che tutte le nostre opere, per quanto ben studiate, sono come un legno fragile che non può salvare da onde selvagge. L’opera e la prudenza dell’uomo sono necessarie, ma non sono sufficienti. La saggezza umana, di cui c’è sempre bisogno, da sola non basta mai. La provvidenza del Padre, creatore della terra e dei mari, può salvare da tutto. Per quello che la sapienza umana non può, chiediamo l’aiuto e l’intercessione di Maria, Madonna della Marina. Solo Dio comanda ai venti e ai mari: la sua parola non ci insegna come governare gli scafi, ma come governare la nave della nostra vita e questo è certamente più importante. Maria ci rimanda sempre alla sua parola da cui viene Spirito e vita.
O Stella del mare, veglia su tutti gli uomini di mare e sulle loro famiglie.
Nelle notti nere e tempestose illumina come luna luminosa l’oscurità del mare.
Nei giorni tristi sii conforto che rianima gli spiriti stanchi e affaticati.
Nei giorni gioiosi unisci i cuori nella condivisione e rendili grati.
Come stella polare indica la via sicura che fa evitare i pericoli
delle tempeste fisiche e spirituali e degli scogli di ogni genere
che rischiano di ostacolare il sicuro cammino della vita.
Vegliaci con cuore di madre e sorreggici con mano materna
quando lo scoraggiamento e le difficoltà sembrano bloccare ogni nostro ardire.
La tua potente mano allontani i marosi che minacciano la sicurezza delle nostre navi
e dona un sicuro ritorno al porto a coloro che per lavoro o per altri motivi
hanno preso il largo avventurandosi nel meraviglioso nostro mare, dono grande di Dio.
Tu che accogliesti tra le tue braccia Gesù, tuo figlio, deposto dalla croce,
accogli tra le tue braccia tutti i nostri marinai morti in mare,
accompagnali tu all’incontro con il Padre buono e misericordioso
e intercedi per ciascuno di loro la pace eterna con tutti i santi.
Amen”.
La celebrazione si è conclusa con il canto tradizionale alla Madonna della Marina.
Oggi, domenica 30 luglio alle ore 18,30 partirà dalla Banchina di Riva Malfizia la processione verso la Cattedrale, accompagnati dalla Banda Musicale Città di San Benedetto del Tronto.
Davanti alla Cattedrale Santa Maria della Marina si terrà la Celebrazione Eucaristica presieduta da Sua Eccellenza Mons. Carlo Bresciani, Vescovo di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
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