Di Gianni Borsa
“Spettacolari”. Così mons. Claudio Giuliodori definisce i giovani incontrati durante le catechesi da lui tenute qui a Lisbona. “Ci trasmettono un’immagine reale, positiva dei ragazzi di questo tempo. Ben diversa da quelle immagini stereotipate di giovani tristi, devastati, insofferenti che qualcuno ci vuole imporre. Quelli che ho incontrato li ho trovati attenti, desiderosi di confronto, assetati della Parola e del significato pieno della vita”. Il vescovo Giuliodori di giovani ne incontra tanti: è, infatti, assistente generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e da alcuni mesi assistente generale dell’Azione cattolica italiana.
Monsignor Giuliodori, alla Gmg si incrociano esperienze di amicizia, di festa, di preghiera. Cos’altro l’ha colpita stando in mezzo a questa gioventù?
Devo dire che ho notato con estremo piacere quanto sia diffusa tra loro l’attenzione alla dimensione spirituale e alla ricerca religiosa. Inoltre ho notato la presenza di tanti sacerdoti appassionati dei loro ragazzi, capaci di trasmettere loro amicizia, passione educativa, vicinanza spirituale, in grado di segnare il loro percorso umano e religioso. Vedo un mondo giovanile vivace, disponibile a mettersi in gioco, proteso a sviluppare un percorso di sequela esigente; con impegni e testimonianze controcorrente rispetto all’emarginazione, ai conflitti e ai modelli culturali che li vorrebbero omologati e funzionali alla produzione e al consumo.
Bergoglio si è rivolto, qui a Lisbona, al mondo universitario. Quale impressione ha avuto?
Nella sede dell’Università cattolica portoghese il Papa ha pronunciato il discorso finora più articolato e intenso dal punto di vista dei contenuti. Rispondendo agli interventi di quattro studenti e della rettrice, ha offerto spunti di grande interesse. Ha affrontato il tema dell’economia, in una università che ha istituito la cattedra di “Economia di Francesco e Chiara”, sottolineando in tal senso l’insostituibile e qualificato contributo della sensibilità femminile. Interessante inoltre la ripresa del manifesto sull’ecologia integrale elaborato qui all’Università di Lisbona da un lavoro cui hanno partecipato, il 31 luglio scorso, 400 giovani, rendendo attuale e concreto il riferimento alla Laudato si’. A questo proposito, dai giovani è emersa la predisposizione a recuperare uno sguardo contemplativo sulla realtà per un vero processo di sviluppo sostenibile.
In un mondo sempre più complesso e dinamico si evidenzia il valore aggiunto della cultura, della conoscenza…
Certamente, c’è un crescente bisogno di sapere, un sapere che sia corretto, conforme alla realtà, non ideologico. Tornando all’ambiente, una conoscenza che ci metta in guardia da prevalenti interessi economici, dallo sfruttamento delle risorse, dalla incapacità di rispettare le risorse e gli equilibri naturali.
Già, il sapere. Qui entra in gioco il ruolo dell’università, anche per accompagnare le vocazioni professionali.
Non a caso il Papa insiste sui legami generazionali, sul bisogno di accompagnamento, di educatori attenti. Ogni ambito educativo è chiamato in causa: la famiglia, la scuola, l’università stessa, l’associazionismo, la società. Pensiamo al “Patto educativo globale”, significativamente lanciato proprio da Papa Francesco, dal quale nessuno può sentirsi esonerato.
A Lisbona sono presenti ragazze e ragazzi appartenenti ad associazioni e movimenti laicali. Vi intravvede un possibile e specifico contributo al cammino della Chiesa italiana?
Ci sono molti giovani inseriti nelle aggregazioni laicali: penso all’Ac, agli Scout, a tanti movimenti e gruppi. Sono pienamente inseriti nel tessuto ecclesiale, partecipi della vita delle loro comunità. Rappresentano un segnale importante di comunione, capace di generare una nuova sinodalità per la missione della Chiesa oggi.
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