(da Lisbona) La gioia dei giovani coreani è esplosa a Campo da Graça. Se lo aspettavano. La voce girava già da tempo. Si sono preparati perché questo “sogno” potesse diventare realtà. Ora c’è l’annuncio ufficiale: la prossima Gmg 2027 si terrà in Corea.“I giovani coreani, soprattutto i più piccoli, i bambini e i teenager, attendono un messaggio di speranza e il Papa è l’unica persona che lo può dare”.Sono felici, anche felicissimi i ragazzi di Seoul. Più di 150 giovani pellegrini sono arrivati qui dalle parrocchie della capitale coreana. Prima di giungere a Lisbona sono stati a Fatima e a Santiago di Compostela, dove hanno vissuto – raccontano – “una intensa esperienza di spiritualità”. Se Young Eum ha 18 anni. “Aspettiamo il Papa e i giovani della Gmg in Corea. Siamo un piccolo paese e per noi è una gioia poterlo far conoscere ai ragazzi di tutto il mondo”. La ragazza racconta come la Corea sia un paese di grande prosperità materiale, “ma i giovani – aggiunge – sono disperati. Soffrono di solitudine. Sentono su di loro il peso di una cultura di competizione esasperata che ci obbliga fin da piccoli a ricercare la scuola migliore per puntare alla più alta realizzazione professionale come se il lavoro potesse garantire una buona vita. Ma i giovani in Corea non sono felici. Siamo uno dei paesi con il più alto tasso di suicidi. I giovani soffrono di depressione. Dal Papa? ci aspettiamo parole che ci possano dare la vera felicità”.
Anche Christina, 21 anni, e Bona, insegnante di 24 anni fanno parte del gruppo che arriva da Seoul. “È la prima volta che vedo il Papa e questi giorni con lui mi hanno commosso”, dice Christina. All’unanimità le due ragazze dicono che l’esperienza più forte vissuta qui a Lisbona è stata la Via Crucis. “Ha dato voce alle paure che viviamo”, confida Christina. “Soprattutto durante il Covid, i ragazzi si sono chiusi nelle loro stanze. Abbiamo sperimentato mesi di isolamento che ci hanno lasciato un forte senso di smarrimento. Di cosa abbiamo bisogno? Di speranza”. A fianco a lei, Bona racconta di evoler tornare al suo lavoro per ridonare ai bambini, ai quali insegna, “tutto l’amore che ho sperimentato in questi giorni. I ragazzi coreani non hanno speranza. Fanno fatica a pensare al loro futuro. Qui abbiamo fatto un’esperienza di incontro, di amicizia, di fraternità con ragazzi di tutto il mondo”. E pensando alla prossima Gmg, aggiunge:
“La Corea attende questo messaggio di speranza e gioia”.
Nella sua storia solo una volta, finora, la Gmg ha fatto tappa in Asia: a Manila nel 1995 con Giovanni Paolo II. In realtà la Gmg 2027 di Seoul avrà un precedente storico importante. Dal 13 al 18 agosto del 2014 Papa Francesco visitò la Repubblica di Corea in occasione di due emblematici eventi per la “Terra del calmo mattino”: la sesta Giornata della Gioventù Asiatica e la proclamazione di 129 beati. Francesco ebbe quindi modo di incontrare i giovani prima al Santuario di Solmoe e poi durante la Santa Messa conclusiva della sesta Giornata della Gioventù Asiatica nel Castello di Haemi. Secondo l’annuario di “Statistiche della Chiesa cattolica coreana 2022”, pubblicato quest’anno a maggio dalla Conferenza episcopale cattolica della Corea del Sud, il numero dei fedeli cattolici coreani, censiti in 16 diocesi a livello nazionale nel 2022, è 5.949.862, con un aumento dello 0,2% (11.817 unità) rispetto all’anno precedente. Secondo i dati rilevati, il rapporto tra credenti e popolazione totale della Corea (52.628.623 abitanti) è dell’11,3%.
Ma c’è una ferita storica che ancora oggi brucia. La penisola coreana è divisa in due. Ricorre quest’anno il 70° anniversario della fine della guerra di Corea, che durò tre anni. Era il 27 luglio del 1953, il giorno in cui fu firmato l’armistizio che sancì la divisione del Paese in due Stati, con una zona demilitarizzata lungo in 38° parallelo. Nel 2014, Papa Francesco arrivando a Seoul dedicò le sue prime dichiarazioni in terra coreana alla riconciliazione della penisola.
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