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A rischio il “Giardino mediterraneo”

Andrea Zaghi

Emergenza a dir poco. Un disastro in molte aree dello Stivale agricolo, a voler essere obiettivi. Certo, la resilienza che in agricoltura può far molto, potrebbe rimediare qualche situazione. Ma certamente gli effetti congiunti dei costi di produzione e del clima avverso hanno messo in ginocchio l’ortofrutticoltura italiana.

Fare bene e fare in fretta, è quindi il mantra che arriva da un po’ tutto il comparto. Tagliare i tempi della burocrazia e far arrivare quanti più soldi possibile, è, per esempio, l’indicazione di Coldiretti che chiede anche di porre attenzione a quanto si acquista. Una moratoria sui mutui e un’azione coordinata è ciò che aggiunge Cia-Agricoltori Italiani. Arrivare ad un piano deciso e coordinato è appunto quanto chiede Confagricoltura.

E per comprendere meglio cosa è avvenuto in queste ultime settimane, basta scorrere le cronache locali e nazionali. Il Corriere Ortofrutticolo, punto di osservazione attento su tutto il comparto, ancora negli ultimi giorni ha dato conto di una tromba d’aria nel brindisino che ha spazzato via ettari di ortaggi nel brindisino, di una serie di grandinate e altre trombe d’aria nel veronese, di precipitazioni fuori controllo un po’ in tutto il nord ortofrutticolo dello Stivale, oppure ancora del gran caldo (quasi 50 gradi) che in Sardegna ha bruciato meloni e angurie. E tutto senza dire delle devastazioni che hanno percorso l’Emilia Romagna ultimamente e di tutto ciò che è accaduto nei mesi precedenti.

Fare presto e fare bene, dunque. In gioco, in effetti, c’è un tesoro in termini produttivi ed economici di non poco conto. Stando alle indicazioni con cui Confagricoltura ha inviato la richieste di “recovery plan” al governo, il comparto ortofrutticolo nazionale conta 300mila aziende e un valore della produzione pari a 15 miliardi di euro (circa 1/4 della produzione agricola nazionale). Unanimemente quello dell’ortofrutta viene indicato come un comparto “strategico e professionalizzato che investe, in particolare in innovazione e ricerca, che contribuisce in misura determinante alla crescita ed allo sviluppo dell’agricoltura nazionale”. In termini produttivi, il nostro Paese è il primo al mondo per produzione di pomodori, finocchi, carciofi, melanzane, cime di rapa, indivie, mele e pere fresche, pesche, nettarine, albicocche, uve da tavola e da vino, meloni e kiwi (dati Eurostat 2022). Secondo Coldiretti, la sola ultima alluvione in Emilia Romagna ha colpito un territorio con 21mila aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese e che si possono stimare, per adesso, 1,1 miliardi di euro di perdite per il settore: una buona parte di questo disastro pesa sulle spalle dei produttori ortofrutticoli.

Ricorrendo a vecchi esempi, che tuttavia forniscono una sintesi efficace della situazione, è possibile davvero dire che a stare sull’orlo di una crisi lunga e complessa è una parte significativa del “Giardino mediterraneo”.

Redazione: