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Benvenuti in paradiso

Sulle rive del lago, il “Giardino dell’Eden” ha aperto le sue porte, nel bel mezzo dello Züri Fäscht, la grande festa organizzata ogni due o tre anni nella città nota in tutto il mondo soprattutto per essere un grande centro bancario e finanziario. “Non vedevamo l’ora di poterci riunire di nuovo dopo gli anni restrittivi della pandemia – spiega la prima cittadina Corine Mauch – e festeggiare insieme liberamente e in sicurezza”. E nel bel mezzo della Züri Fäscht, quest’anno, c’è stato anche il “Giardino dell’Eden”. Un’oasi allestita dalla Chiesa cattolica di Zurigo, uno spazio pensato per tutti, dove trascorrere qualche ora divertendosi in spensierata allegria. Centinaia le persone che hanno varcato il grande portale in legno e che si sono intrattenute nel “Giardino dell’Eden”, così come si può vedere nelle numerose foto e nei video che “Katholisch Stadt Zürich” ha postato sulle sue pagine Fb e Ig. 

Tanti i volontari che si sono rimboccati le maniche per ricostruire al General Guisan Quai il paradiso terrestre. Uno staff facilmente riconoscibile dalle magliette marroni con la scritta “Halleluja!” impressa sulla schiena.

“Mentre Dio ha creato la terra in 7 giorni – hanno scherzato gli organizzatori su Ig – noi completiamo il paradiso terrestre in 4 giorni”. Un “Giardino dell’Eden” in miniatura, quello realizzato dalla Chiesa cattolica di Zurigo – sfidando anche i capricci del meteo –, all’interno del quale si è cercato di offrire a tutti, indipendentemente dall’età, la possibilità di stare bene insieme.

Ad inaugurare ufficialmente l’oasi, con un vivace colpo di campana alle 17.10 di venerdì 7 luglio è stato il vescovo Josef Maria Bonnemain, che dopo la cerimonia di inaugurazione si è intrattenuto a chiacchierare con la gente e non ha mancato di fare qualche foto ricordo nel Fotobox, che – neanche a dirlo – è stato allestito sotto l’”albero della conoscenza del bene e del male”. Un angolo di paradiso che non ha mancato di catturare l’attenzione di grandi e piccini. I primi per farsi immortalare sorridenti e stretti in un abbraccio sull’altalena circondata da rami carichi di mele rosse, mentre l’attenzione dei secondi è andata subito a quei frutti rossi, che hanno provato a vedere se erano commestibili. Ma se, com’è facile intuire, le mele dell’albero di biblica memoria non erano sgranocchiabili – ne è bastata a suo tempo una, e sappiamo tutti com’è andata a finire – non è mancato certo l’angolo delle prelibatezze, con tante proposte di cibo di strada, accompagnate da paradisiaci e rinfrescanti drink analcolici, da sorseggiare in compagnia, magari seduti su divanetti realizzati con vecchi pallet di legno e grandi cuscini colorati. Perché nel “Giardino dell’Eden” anche due chiacchiere devono poter essere scambiate in comodità.

Non solo. Poteva non esserci, nel “paradiso terrestre” un “albero dei desideri”, ai cui rami affidare i pensieri custoditi nel profondo del cuore? Certo che no. 

“Dopo quasi tre anni di progettazione, anche a causa dell’interruzione imposta dalla pandemia, il “Giardino dell’Eden” ha aperto le sue porte – racconta Oliver Kraaz, responsabile della comunicazione della Chiesa cattolica di Zurigo. Le strutture realizzate interamente in legno, con alberi, piante, un palco e divanetti hanno avuto un fascino tutto loro, che ha invitato molte persone a fermarsi. Venerdì e sabato sera il giardino si è continuamente riempito di ospiti, anche giovani e giovanissimi, fino all’imbrunire”. 

Nel “Giardino dell’Eden” sulla riva del lago di Zurigo non è certo mancata la musica. “Naveni con la sua band e il cantautore Jack Zhoul – prosegue Kraaz – si sono rivelati un colpo di fortuna. Entrambi, con la loro musica, hanno contribuito ad attirare ospiti nel giardino”. Molto apprezzati sono stati anche i pomeriggi di sabato e domenica, pensati per le famiglie e i bambini, che non hanno sentito la mancanza di serie tv, tablet e videogiochi. “Nonostante il caldo torrido – racconta Kraaz – sono arrivati in tanti e molti si sono lasciati trasformare grazie al face painting”. C’erano poi maghi e artisti dei palloncini. “Molti sono stati felici di trovare un angolo tranquillo nel “Giardino dell’Eden” e molti altri si sono stupiti ancora una volta nel vedere che un tavolino può volare via, come per magia”.

Dove celebrare, poi, la domenica, il giorno del Signore se non nel “Giardino dell’Eden”? Lo si è fatto tutti insieme, in un momento di preghiera ecumenico, direttamente sulla riva del lago, con una vista fantastica sulla città, sul lago e sulle Alpi giaronesi. La funzione religiosa ha avuto come motto “Noi siamo Zurigo”. “Il messaggio centrale della celebrazione – spiega Kraaz – è stato quello di non dimenticare quanti contribuiscono in modo quasi invisibile al successo della nostra vita quotidiana. Tutte quelle persone, in sostanza, che non ricevono praticamente mai un applauso, ma senza le quali la città di Zurigo non sarebbe la Zurigo che viviamo”.

“Nel Cantone di Zurigo vivono circa 360mila cattolici – si è potuto leggere in uno dei cartelloni sistemati all’interno del “Giardino dell’Eden” –. Le parrocchie sono 95. La vita ecclesiale nelle parrocchie viene portata avanti da persone come me e te”.

“La Chiesa cattolica ha mostrato un lato diverso dal solito e ha invitato tutti a godersi la Züri Fäscht insieme a lei. Simpatica e vicina alla gente”. 

Le porte del “Giardino dell’Eden” sulla riva del lago di Zurigo hanno chiuso i battenti con puntualità svizzera alle 20 di domenica sera. Ma non sarà per sempre. Già si pensa, infatti, alla prossima edizione. “È stato bello il “Giardino dell’Eden” – si legge nel post pubblicato su Fb il 10 luglio, all’indomani della conclusione dell’iniziativa – grazie a tutti coloro che sono venuti a visitarci e hanno fatto festa con noi! Arrivederci – irgendwie, irgendwo, irgendwann (in qualche modo, da qualche parte, prima o poi) –. Rimanete sulle nostre tracce. E altrimenti ci si rivede sicuramente allo Züri Fäscht ‘26”.

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