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Cristiani perseguitati, Associazione Pakistani in Italia: “Legge blasfemia strumento per giustificare violenza contro minoranze religiose”

Ieri, lunedì 21 agosto, una delegazione dell’Associazione Pakistani Cristiani in Italia ha incontrato l’ambasciatore della Repubblica Islamica del Pakistan presso l’Italia, Javed Ali, per protestare formalmente contro l’attacco anticristiano avvenuto il 16 agosto 2023 nel quartiere cristiano di Jaranwala, vicino Faisalabad. Lo rende noto una nota dell’Associazione.

L’incidente – si legge – è avvenuto in seguito a false accuse di blasfemia ai danni di Saleem Masih, che, nonostante sia analfabeta, è stato incolpato di aver scritto insulti contro il Corano e il profeta Maometto. Una folla composta da oltre seimila persone, istigata all’odio religioso, ha attaccato il quartiere dell’uomo incendiando e distruggendo 21 chiese ed un centinaio di abitazioni. “È la prova – stigmatizza l’Associazione – che le leggi contro la blasfemia nel Paese sono diventati lo strumento per giustificare il terrorismo e la violenza contro le minoranze religiose”.

La delegazione dell’Associazione Pakistani Cristiani in Italia – composta da don Gilbert Shahzad, Shahzad Khokher, Farooq Rehmat, Tari Pervez e dal fondatore, Shahid Mobeen – chiede al governo pakistano “un intervento esemplare, così come previsto dalla legge, affinché simili episodi di odio religioso contro i cristiani non si ripetano. Negli ultimi anni, diversi quartieri cristiani sono stati rasi al suolo in seguito a false accuse di blasfemia”. L’Associazione chiede inoltre “l’immediata ricostruzione delle chiese e delle abitazioni private, un sostegno alla riabilitazione nella vita sociale e lavorativa degli abitanti di Jaranwala, un rafforzamento della sicurezza dei quartieri cristiani in tutto il Pakistan ed un maggiore impegno delle istituzioni dello Stato nel tutelare tutte le minoranze religiose del Paese”.