Nuovi gravi episodi di violenza ad Haiti. Sabato scorso un gruppo di cristiani evangelici, seguaci di un pastore di nome Marco, mentre, tutti vestiti di magliette gialle, protestavano contro la violenza nelle strade di Canaan, sobborgo della capitale Port-au-Prince, sono stati attaccati a colpi di mitragliatrice da una banda criminale, presumibilmente guidata dall’alias Jeff. Il bilancio provvisorio è di sette morti, numerosi feriti e di alcune persone rapite.

Gédéon Jean, direttore del Centro per l’analisi e la ricerca sui diritti umani di Haiti, ha dichiarato all’agenzia AP di aver osservato l’attacco su Internet e ha definito il pastore un “irresponsabile” per aver “compromesso un gruppo di persone e averle messe in una situazione del genere”. I manifestanti, che brandivano machete e gridavano “Canaan libero!”, non erano chiaramente in grado di far fronte ai membri della banda armati di fucili d’assalto.
Nelle ultime settimane, inoltre, circa 8.730 persone sono state sfollate nel popoloso quartiere di Carrefour-Feuilles, secondo le stime delle Nazioni Unite pubblicate ieri, più della metà a causa di una nuova esplosione di violenza negli ultimi giorni. I residenti hanno iniziato a fuggire in massa dal 12 agosto, quando le bande armate hanno lanciato i loro attacchi alla zona. Secondo l’Onu, sono 200mila in tutto il Paese le persone sfollate.

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