Cristiana Dobner
“Che cosa dirà mai la reverenda madre priora di questa ragazzetta?”. Era l’interrogativo di due consorelle carmelitane il 30 settembre 1887, una volta dato l’annuncio della morte di Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo.
Ora le due carmelitane saranno ridenti e stupefatte nel girotondo dei beati, la “ragazzetta” è niente meno che Dottore della Chiesa e figlia di santi.
Ragazzetta, in apparenza, quando entrò nel Carmelo di Lisieux a soli 15 anni. Donna forte, in realtà, dopo quella che chiamava la sua conversione nella Notte di Natale in cui gettò alle spalle la sua sensibilità ferita a quattro anni dalla morte della madre, dall’altro sgomento patito quando Paolina, la sorella che di lei si era presa cura, entrò nel Carmelo.
Teresa viveva un rapporto diretto, semplice e lineare con Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo e già anche lei guardava al Carmelo come il luogo in cui spendere la sua vita nella lode di Dio e per la salvezza di tutti, perché grande è il Signore, Colui che è misericorde.
Scoprire però sulla propria pelle che significhi distacco, fu esperienza dura per la bambina che si ammalò e fu guarita dal sorriso della Madre di Dio.
Un percorso arduo, pur nella felicità di una famiglia che viveva le gioie di un ambiente che non disdegnava né le vacanze né gli abiti belli ma in cui tutto e tutti sempre erano rivolti a Lui, a Dio. Semplicemente ma arditamente e costantemente.
Non era disinvolta Teresa e neppure legava molto con le compagne di classe, era ancora debole, divenne però rocciosa quando si affidò tutta e integralmente a Colui che dava senso alla sua vita e le fece scoprire che cosa il Signore, come missione, le aveva affidato nel suo pellegrinaggio, per il suo bene e per quello di tutti.
La diffusione dei suoi scritti conobbe una diffusione tale da far impallidire i più quotati best-seller odierni. I duemila esemplari, dati alle stampe un anno dopo la morte, si esaurirono rapidamente entro l’anno.
Già nel 1915 si contano ormai 211.000 copie di “Storia di un’anima”. E la sola scorsa alla bibliografia generale dedicata a Teresa rende consapevoli delle numerose edizioni e traduzioni che, anche al giorno d’oggi, continuano ad essere stampate.
Già nel 1930 si creò un Movimento per promuovere il Dottorato ed “epurare la devozione a Santa Teresa di Gesù Bambino da una lamentevole leggerezza e banalità che le danno purtroppo le persone mondane e superficiali, diminuendo così l’onore della Santa e della sua solida pietà. […] perché pare essere nei disegni provvidenziali che Dio abbia reso popolare questa dottrina insieme così grave e amabile per la santificazione del più grande numero possibile di anime”.
Pio IX disse al vescovo di Baieux: “Dite e fate dire che si è resa un po’ troppo insipida la spiritualità di Teresa. Com’è maschia e virile, invece! Santa Teresa di Gesù Bambino, di cui tutta la dottrina predica la rinuncia, è un grand’uomo”.
Oggi quel virile per noi donne… stona ma capiamo che cosa volle dire allora!
Certo è la santa delle rose, che getta a chi l’invoca una rosa per assicurare la sua presenza e il suo aiuto. Teresa però si considerava una rosa che l’Amore di Dio avrebbe consumato, sfogliandola, per arrivare a tutti: “Attirandomi, attira le anime che amo”. Questa semplice parola: “Attirami” è sufficiente. Signore, lo comprendo, quando un’anima si è lasciata catturare dall’odore inebriante dei tuoi profumi, non potrebbe correre da sola, tutte le anime che ama sono attirate sulla sua scia. Lo si fa senza costrizione, senza sforzo, è una conseguenza naturale della sua attrazione verso di te. Come un torrente che si getta con impeto nell’oceano e travolge tutto quanto incontra sul suo passaggio, così, o mio Gesù, l’anima che si tuffa nell’oceano senza rive del tuo amore attira con sé tutti i tesori che possiede…
Scrive padre Eugenio Maria, carmelitano: “Ad ogni svolta della storia, lo Spirito Santo pone una guida, ad ogni civiltà che inizia, dà un maestro incaricato di dispensare la sua luce. Alle soglie di questo mondo nuovo che s’annuncia, Dio ha posto Teresa di Gesù Bambino”.
Nella nostra svolta Francesco scriverà e ci spiegherà perché oggi dobbiamo guardare a lei per passare da un regime di giustizia ad un desiderio ardente di assoluto e integro Amo
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