(Foto: diocesi di Panama)

Il rischio che venga meno la demarcazione dei territori indigeni in Brasile, la militarizzazione e lo schieramento della polizia nelle comunità di Palo Quemado e Las Pampas in Ecuador, così come l’attacco contro il diacono Fredy Muñoz e il laico Eider Bototo in Colombia. Sono solo alcune delle situazioni hanno spinto la Commissione dei Popoli nativi del Celam a diffondere ieri un comunicato in difesa degli indigeni. “Vogliamo esprimerci di fronte alla situazione di minaccia sistematica alla qualità della vita e ai diritti dei popoli nativi del nostro mondo amerindio”, si legge nel comunicato.
“Le comunità lottano da sole, di fronte a progetti che mettono a rischio la loro vita e la loro esistenza come popoli – prosegue il testo -. Siamo preoccupati per il modo in cui la spirale di violazioni contro i popoli indigeni sta crescendo”. È grave dover registrare, a cinque mesi di distanza dall’assemblea sinodale dei popoli indigeni del subcontinente, che la situazione persiste e diventa addirittura più grave con il passare del tempo. “Da parte della Commissione pastorale per i Popoli nativi del Celam vogliamo esprimere la nostra solidarietà e il nostro sostegno alle comunità colpite dell’Ecuador, del Perù, della Colombia e del Brasile, così come ai vari popoli della nostra Abya Yala, che stanno cercando di farsi sentire e di resistere contro altri progetti di legge e megaprogetti che possono mettere in pericolo la loro vita e la vita della nostra Casa comune, la sorella – madre terra”, dichiara mons. José Hiráis, vescovo di Huejutla (Messico) e presidente della Commissione. La Commissione ribadisce di “sostenere la missione di alcuni vescovi che hanno accompagnato i popoli nella difesa del loro territorio”.

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