“Nel Sinodo non c’è posto per l’ideologia, è un’altra dinamica. Il Sinodo è il dialogo, fra i battezzati, fra i membri della Chiesa, sulla vita della Chiesa, sul dialogo col mondo, sui problemi che oggi toccano l’umanità. Ma quando si pensa (di intraprendere, ndr) una strada ideologica finisce il Sinodo. Nel Sinodo non c’è posto per l’ideologia, c’è posto per il dialogo. Confrontarsi, tra fratelli e sorelle, e confrontarsi con la dottrina della Chiesa. Andare avanti”.
Il Papa è stato netto, rispondendo a una domanda dei giornalisti sul volo di ritorno dalla Mongolia, a proposito di rischi di una polarizzazione ideologica durante il Sinodo. Poi ha sottolineato che “la sinodalità non è un’invenzione mia: è stato san Paolo VI. Quando è finito il Concilio Vaticano II si accorse che in Occidente la Chiesa aveva perso la dimensione sinodale; la Chiesa orientale ce l’ha. Per questo lui ha creato il Segretariato del Sinodo dei vescovi, che in questi sessant’anni ha portato avanti la riflessione in modo sinodale, con progressi continui, andare avanti. Quando è stato il cinquantesimo di questa decisione di san Paolo VI io ho firmato e pubblicato un documento su cosa è il Sinodo, su cosa si è andato avanti. E adesso è andato avanti, è maturato di più, e per questo ho pensato che era molto buono fare un Sinodo sulla sinodalità, che non è una moda, è una cosa vecchia, la Chiesa orientale ce l’ha da sempre”. Ma come vivere la sinodalità? “È viverla da cristiano. E, come ho detto prima, senza cadere nelle ideologie. Il processo dell’assemblea: c’è una cosa che noi dobbiamo custodire, il clima sinodale. Questo non è un programma televisivo dove si parla di tutto. No. C’è un momento religioso, c’è un momento di interscambio religioso. Pensi che nelle introduzioni sinodali parleranno tre-quattro minuti ognuno, tre (interventi, ndr) e poi ci saranno tre-quattro minuti di silenzio per la preghiera. Poi altri tre, e la preghiera. Senza questo spirito di preghiera non c’è sinodalità, è politica, c’è parlamentarismo. Il Sinodo non è un parlamento”. Sul segreto: “C’è un dipartimento presieduto dal dottor Ruffini, che è qui, e che farà i comunicati stampa sull’andamento del Sinodo. In un Sinodo bisogna custodire la religiosità e custodire la libertà delle persone che parlano. Per questo ci sarà una commissione, presieduta dal dottor Ruffini, che farà l’informazione sull’andamento del Sinodo”.
Francesco ha quindi evidenziato: “Sempre, quando nella Chiesa si vuole staccare il cammino di comunione, quello che stacca sempre è l’ideologia. E accusano la Chiesa di questo o di quell’altro, ma mai la accusano di quello che è vero: peccatrice. Mai dicono peccatrice… Difendono una dottrina tra virgolette, che è una dottrina come l’acqua distillata, non ha gusto di niente e non è la vera dottrina cattolica che è nel Credo. E che tante volte scandalizza; come scandalizza l’idea che Dio si è fatto carne, che Dio si è fatto Uomo, che la Madonna ha conservato la sua verginità. Questo scandalizza”.
Ritornando sulla questione della comunicazione di quanto avviene al Sinodo, ha chiarito: “C’è una commissione presieduta da Ruffini che tutti i giorni darà la notizia, ma più aperto non so, più aperto non so… ed è buono che questa commissione sia molto rispettosa degli interventi di ognuno e cercherà di non fare chiacchiericcio, ma di dire le cose proprio sull’andamento sinodale che sono costruttive per la Chiesa. Se tu vuoi, se qualcuno vuole che le notizie siano: questo se l’è presa con quell’altro per questo o quell’altro, questo è chiacchiericcio politico. La commissione ha un compito non facile, dire: oggi la riflessione va da questo lato, va così, e trasmettere lo spirito ecclesiale, non politico. È diverso un parlamento da un Sinodo. Non dimenticarti che il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo. E come trasmettere questo? Per questo si deve trasmettere l’andamento ecclesiale”.
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