Amnesty International chiede in una nota diffusa oggi alle autorità siriane di rispettare il diritto all’alloggio dei residenti delle zone di Aleppo colpite dal terremoto del 6 febbraio. L’organizzazione per i diritti umani si dice “preoccupata” per le demolizioni illegali di edifici considerati instabili e per le segnalazioni di ostacoli burocratici incontrati da coloro che cercano di riparare le loro abitazioni danneggiate. “Sono passati ormai diversi mesi da quando, ad Aleppo, migliaia di persone hanno perso le loro case o hanno subito danni agli edifici in cui vivevano. Temiamo che la modalità di attuazione delle misure per valutare la stabilità delle abitazioni possa contribuire ad accentuare le sfide in cui si stanno imbattendo migliaia di sopravvissuti al terremoto”, ha dichiarato Diana Semaan, ricercatrice di Amnesty International sulla Siria. “Demolire abitazioni senza valide spiegazioni o senza una procedura corretta – aggiunge – è una violazione delle norme e degli standard del diritto internazionale. Prima di procedere alle demolizioni, le autorità hanno il dovere di consultare le persone interessate, dare un preavviso e mettere a disposizione risarcimenti o alloggi alternativi in modo da assicurare che nessuno diventi senzatetto”. Il 20 febbraio 2023 il governatore di Aleppo ha dichiarato che il terremoto aveva colpito 13.000 famiglie e che, degli 11.551 edifici ispezionati, 220 erano stati demoliti per motivi di sicurezza e 303 erano in attesa di demolizione.
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