Di Don Vincenzo Catani
CASTIGNANO – C’erano in circa 200 immigrati che possiamo chiamare “Invisibili”, perché per lo Stato non esistevano dal momento che nessuno di loro aveva il permesso di soggiorno. Erano venuti con i barconi sbarcati sulla costa ionica di Crotone attraverso la rotta turca.
Nessuna iniziale accoglienza, nessun provvisorio alloggio. Semplicemente ignorati. E allora pian piano avevano costruito, nella zona non lontana dalla Stazione ferroviaria e dal Porto, sotto un cavalcavia stradale, alcune baracche di legno e plastica, solo per sopravvivere.
Tra quelle misere baracche ve ne era anche una che fungeva da moschea per pregare. Ignorati dalle autorità, i 200 immigrati erano visitati solo dagli operatori e i volontari della Caritas, che portavano cibo e acqua e aiutavano per le pratiche dei documenti. Ma verso la fine di luglio di quest’anno un incendio doloso aveva interamente distrutto la baraccopoli, riducendola completamente in cenere. Subito sulla cenere erano risorte altre baracche, questa volta ancora più povere perché fatte di cartone.
A metà agosto sono intervenute le ruspe del Comune “per bonificare l’area”. Ora gli “Invisibili” si vedono dormire in città tra i box abbandonati del mercato in piazzale Nettuno, perché non tutti possono essere alloggiati nel piccolo dormitorio della diocesi. E finalmente la Prefettura sembra intenzionata ad intervenire.
Una volta al catechismo si imparavano a memoria le sette opere di misericordia corporale, di cui la quarta recita: “Alloggiare i pellegrini”. Ma ancora più forte è la richiesta che Dio ha fatto a Caino dopo l’uccisione di suo fratello e la sorprendente risposta di Caino: “Il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?» (Genesi 4,9).
E l’amara risposta continua!