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Iraq: card. Sako (patriarca caldeo) per il rito dell’Ashura, “emulare imam Hussein con azioni sincere e non a parole”

(Foto Patriarcato caldeo)

Il pellegrinaggio, in questi giorni, al santuario di Karbala, con cui gli sciiti commemorano il martirio di Hussein, il terzo imam dello sciismo, nipote del profeta Maometto, ucciso nel 680 dalla dinastia sunnita degli Omayyadi, è un tempo “per rafforzare la memoria, per essere più consapevoli del suo insegnamento, per emularlo con azioni sincere e non con slogan e parole”. È l’auspicio espresso dal patriarca caldeo, card. Louis Raphael Sako, per il rito sciita dell’Ashura, giorno del lutto, dell’espiazione e del dolore. “Questa visita – scrive Mar Sako – chiede di essere vissuta nel contenuto e non nella sola forma, così da approfondire la fede in Dio, ottenere la sua benedizione e misericordia, e dare priorità al bene comune rispetto agli interessi privati”. Per il patriarca caldeo l’Ashura “dovrebbe creare un forte senso collettivo intorno ai valori per i quali è stato Hussein è stato martirizzato: libertà, uguaglianza, fratellanza e dignità, promozione del dialogo e dell’amicizia tra tutte le componenti irachene e le diverse religioni e culture e il raggiungimento della pace”. L’auspicio del cardinale è che “questo pellegrinaggio possa influenzare positivamente il nostro pensiero e il nostro comportamento, per condurci al pentimento”. Per Mar Sako questo significa anche “restituire denaro pubblico allo Stato, rendere giustizia a coloro ai quali abbiamo fatto del male, adempiere alle nostre responsabilità umanitarie, nazionali e religiose e servire onestamente i nostri cittadini. Tutto questo – conclude Mar Sako – perché Dio non accetta l’ingiustizia e lo sfruttamento, ma chiede la giustizia, l’amore e la sincerità”.

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