Annamaria Braccini
Sarà un cammino di pace, di dialogo tra le fedi, di preghiera, quello che, a Milano, giovedì 7 settembre con il titolo “Dona nobis pacem”, partirà alle ore 20.00, con due cortei che muoveranno da altrettanti luoghi di alto valore simbolico: piazzale Segesta, vicino al consolato russo, e via Ampezzo, in prossimità di quello ucraino. I due cortei poi si ricongiungeranno, concludendo il percorso nella chiesa Maria Regina Pacis dove, alle ore 21.00, l’arcivescovo, monsignor Mario Delpini, presiederà una veglia di preghiera.
Altrettanto significativa la scelta delle due testimonianze che verranno proposte, affidate a padre Ambrogio Makar, archimandrita ortodosso del Patriarcato di Mosca, e a don Igor Krupa della Chiesa cattolica ucraina di rito bizantino. Non a caso, alla camminata, proposta dal Coordinamento diocesano associazioni, movimenti e gruppi (cui aderiscono una ventina di aggregazioni laicali) e sostenuta dalla diocesi ambrosiana, parteciperanno i membri delle diverse confessioni aderenti al Consiglio delle chiese cristiane di Milano.
I tre motivi di Comunione e liberazione. Alberto Sportoletti, che rappresenta Comunione e liberazione nel Coordinamento, afferma: “abbiamo fortemente voluto questo gesto per tre motivi. Il primo è chedobbiamo domandare anzitutto per noi la pace, inoltre, vogliamo sostenere chi guida la Chiesa oggi negli immani sforzi che sta operando per la pace. Il terzo motivo, più peculiare del Movimento, è che il 15 ottobre scorso, durante la nostra udienza in piazza San Pietro, papa Francesco, ci ha chiesto di accompagnarlo nella profezia della pace. Abbiamo preso molto sul serio questo mandato, promuovendo tante iniziative in tutto il mondo e teniamo moltissimo al cammino del 7 settembre come gesto di preghiera”.
Acli: “comuni preoccupazioni e priorità”. Parole cui fa eco il presidente provinciale delle Acli Milano Monza e Brianza, Andrea Villa. “Il Coordinamento è un esempio di fraternità, di confronto sincero e messa a fuoco delle comuni priorità e preoccupazioni.Una di queste è la pace messa oggi nuovamente in pericolo da una condizione globale che vede l’aumento di fratture e distanze tra le nazionie una comunità internazionale poco impegnata per proteggere la pace stessa. Abbiamo voluto sostenere, quindi, le iniziative proposte dall’arcivescovo Delpini e quella diplomatica promossa dalla Chiesa e del Papa”, sottolinea sempre Villa che tiene a ricordare come “la sensibilità per la costruzione di condizioni che permettano la pace sia, nelle Acli, presente e forte fin dagli anni ’90”.
Sant’Egidio: negoziato e accoglienza. La Comunità di Sant’Egidio non poteva mancare, sia come membro del Coordinamento diocesano, sia per la lunga storia di impegno a favore della pacificazione che la caratterizza da sempre”, osserva Giorgio Del Zanna. “Da questa iniziativa ci aspettiamo che non si allenti la tensione per la riconciliazione. Veniamo da mesi di preoccupazione per la terribile invasione dell’Ucraina, mail rischio è di credere che tutto questo debba trascinarsi ancora per molto tempo.Noi pensiamo, invece, che vi sia bisogno di un’azione di negoziato, per mettere fine a quanto sta accadendo. Come Sant’Egidio non possiamo dimenticare il tema dell’accoglienza, perché anche così si costruisce la pace”.
Ac: “condividere la pace con la città”. “In questa nostra Europa, che dovrebbe essere terra di pace, di solidarietà e di sviluppo, sperimentiamo ancora una volta la ferita della guerra. Violenza, vittime, distruzioni… Non possiamo ‘abituarci’ al male e alla sopraffazione. Per questo come Azione cattolica ambrosiana siamo tra i promotori della camminata per la pace, assieme alle associazioni e ai movimenti laicali della Chiesa ambrosiana”, evidenzia Gianni Borsa, presidente diocesano dell’Ac.“Al contempo vogliamo fare memoria di tutti i conflitti che oggi irrompono nella vita dei popoli”.“Riteniamo che costruire la pace oggi richieda l’impegno di ciascuno: a livello politico, invocando una soluzione diplomatica del conflitto russo-ucraino, ma anche a quello dei comportamenti di ognuno di noi, nel quotidiano”. “Pensiamo che sia fondamentale pregare e farlo insieme per una convivenza pacifica a tutela di tutti, a partire dai meno fortunati”. Infine, conclude il presidente, “come coordinamento delle associazioni e movimenti teniamo al fatto che l’iniziativa si svolga tra le vie dei quartieri: vogliamo condividere il nostro desiderio di pace con tutta la città e con tutta la diocesi”.
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