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Vescovo Bresciani: “Parola, Sacramenti e Comunità sono tre segni della presenza di Gesù che dobbiamo riscoprire”

DIOCESI – “L’icona biblica che abbiamo scelto per questo nuovo anno pastorale è il testo del Vangelo di Luca indicato come ‘I due discepoli di Emmaus’, un brano che, oltre ad essere da sempre un punto di riferimento per noi cristiani, è anche segno di grande comunione, in quanto selezionato come icona da tutta la Chiesa Italiana per la seconda fase del Sinodo che ci apprestiamo a vivere, quella sapienziale. Perché abbiamo scelto questo passo? Perché il nostro è un cammino, per molti versi, simile a quello dei due discepoli di Emmaus: anche noi, come loro, infatti, siamo un po’ spaesati, sia per vicende esterne che ci hanno segnato negli ultimi anni, come la pandemia e la crisi economica, sia per vicende interne alla Chiesa, attraversata da una spinta a grandi cambiamenti. Anche la nostra Chiesa quindi è tentata dalla dispersione, un po’ come accade ai due discepoli. Vediamo allora come questo brano del Vangelo possa aiutarci a leggere la nostra situazione di fede personale e comunitaria e darci un rinnovato entusiasmo per il cammino che ci apprestiamo ad intraprendere”. – È con la lettura del Vangelo di Luca (Lc 24, 13-35) e con queste parole di riflessione che si sono aperti gli incontri vicariali tenuti dal Vescovo Carlo Bresciani in tutte le Vicarie della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto per presentare la lettera pastorale dell’anno 2023/2024. Gli appuntamenti, rivolti principalmente ai membri dei Consigli Pastorali Parrocchiali e a tutti i collaboratori Parrocchiali e Diocesani, hanno registrato una buona partecipazione del popolo di Dio: circa 500 persone in tutta la Diocesi.

Per il giornale diocesano abbiamo seguito in particolare l’incontro rivolto alla Vicaria San Giacomo della Marca, che si è tenuto giovedì 7 settembre, alle ore 21:15, presso la Chiesa Sacro Cuore in Martinsicuro, e che è stato allietato dai canti del Coro Parrocchiale, accompagnato alla tastiera dalla musica della piccola Elena Corsi, di appena 9 anni.

Dopo il canto di ingresso, la lettura del Vangelo e lo spunto di riflessione iniziale, il Vescovo Bresciani ha proseguito la meditazione sul brano riguardante i due discepoli di Emmaus: “I due protagonisti di questo brano hanno conosciuto Gesù, hanno posto fede in Lui, hanno vissuto con Lui momenti di entusiasmo e di grandi speranze. Ora, però, dopo aver saputo della morte di Gesù, sono tristi, scoraggiati, delusi, credono che tutto sia finito. È un momento di grande delusione ed amarezza. E in questo contesto, con questo stato d’animo, sebbene non siano due estranei a Gesù, ora non Lo riconoscono più. Succede così anche a noi: a volte non riconosciamo quel Gesù che abbiamo conosciuto durante l’infanzia, magari perché frattempo ce ne siamo progettato uno tutto nostro, secondo la nostra convenienza, secondo le nostre costruzioni mentali, secondo le nostre aspettative. In quei momenti siamo chiamati a purificare la nostra fede, come fanno i due discepoli di Emmaus: come loro, infatti, anche noi siamo in cammino e nessuno di noi può dirsi arrivato, così come la Chiesa tutta è in cammino e non potrà mai dirsi arrivata fino al nuovo incontro con Dio. Questo aspetto ci fa sentire molto vicino a questi due discepoli e in comunione con loro”.

“Oltre a questo, però – ha proseguito il Vescovo Bresciani -, c’è un altro aspetto da sottolineare in questo brano che mi pare sia fondamentale: questi due discepoli sono andati via da Gerusalemme e stanno attraversando Emmaus, quindi hanno lasciato la Chiesa; Gesù, però, non lascia loro, non li abbandona, anzi cammina accanto a loro e percorre con loro molti km. Quanta pazienza! Questo aspetto è molto importante: i discepoli non stanno camminando da soli, bensì sono in due, quindi in compagnia l’uno dell’altro, magari cercano di consolarsi a vicenda, ma questo non basta per ritrovare la strada ed uscire dalla loro amarezza; è solo grazie a Gesù, che si fa nuovamente compagno di strada, che riescono a ritrovare la speranza. Ecco perché anche noi siamo chiamati a camminare con speranza, perché sappiamo che il Signore non ci abbandona mai e che possiamo confidare sempre su questa presenza del Signore”.

“Tuttavia, nonostante la presenza di Gesù per un lungo tratto di strada – ha aggiunto il Vescovo Bresciani –, i discepoli non Lo riconoscono, hanno gli occhi chiusi e continuano sulla strada che li porta sempre più lontano da Gerusalemme e quindi dal resto della Chiesa. Questo purtroppo spesso succede anche a noi. Ci chiediamo allora: ‘In che modo oggi Gesù è vicino a noi?’ Per rispondere a questa domanda basta analizzare e capire come fa con i discepoli di Emmaus: il Signore parla loro prima di tutto attraverso le Scritture, poi si rende presente nell’Eucarestia – e oggi anche attraverso gli altri Sacramenti – ed infine attraverso la Chiesa, tanto che, ritrovando Gesù, i due si riconciliano anche con la comunità: essi, infatti, non proseguono il viaggio che avevano intrapreso, bensì ripartono senza indugio e fanno ritorno a Gerusalemme. Questi tre aspetti – Parola, Sacramenti e Comunità – sono segni di una presenza vera di Gesù che dobbiamo assolutamente riscoprire“.

Al termine della meditazione, stimolati dal Vescovo Carlo, tutti i presenti si sono divisi in piccoli gruppi da 5/6 persone per vivere un momento di riflessione e rispondere a queste domande: “Quale espressione o parola mi ha colpito maggiormente?”, “Quali considerazioni ha ispirato in me questa Parola?”, “Cosa mi suggerisce di fare nella Chiesa locale con cui cammino?”. Al termine della riflessione un rappresentante per ogni gruppo ha condiviso le proprie considerazioni con il resto della comunità.

In conclusione il Vescovo Bresciani ha quindi suggerito: “Siamo dunque chiamati a saper riconoscere la presenza del Signore in mezzo a noi. Per fare questo abbiamo prima di tutto bisogno di formazione: in Parrocchia, nei vari Gruppi o Associazioni con cui camminiamo, in Diocesi, attraverso la Scuola Diocesana di Formazione Teologica. Abbiamo poi bisogno di vivere la vicinanza al Signore attraverso i Sacramenti, in particolare l’Eucaristia domenicale e la Confessione. Abbiamo infine bisogno anche di essere Chiesa, ovvero di vivere la comunione con il Cristo Risorto, una Chiesa che si alimenta alla fonte della Parola di Dio, alla fonte dei Sacramenti e alla fonte della comunione con i fratelli, una Chiesa che testimonia la sua grande ed autentica gioia interiore“.

Prima dei saluti finali, don Gianni Croci, responsabile della Pastorale Diocesana, ha rinnovato l’invito a partecipare alla due-giorni di Montemonaco che si terrà nel pomeriggio di venerdì 22 settembre e nella mattinata di sabato 23 settembre: “Il cammino sinodale ci sta aiutando a riscoprire che la Chiesa è popolo di Dio. Tutti siamo chiamati alla comunione, alla partecipazione e alla missione. L’incontro è rivolto principalmente al Clero, ai componenti dei Consigli Pastorali, ai Collaboratori Parrocchiali e Diocesani, alle Realtà Ecclesiali e a chiunque volesse”, ricordando le parole di Papa Francesco che, durante la GMG a Lisbona, ha ripetuto più volte che la Chiesa è aperta a tutti.

La serata si è conclusa con un canto e con la preghiera scritta dal nostro Vescovo per il cammino sinodale:
O Gesù, come i discepoli di Emmaus,
anche noi siamo in cammino.
Talora soli, confusi e scoraggiati.
Abbiamo bisogno di nuova luce.
Abbiamo bisogno di averti compagno di viaggio,
anche se talora non ti riconosciamo, benché vicino.
Abbiamo bisogno di comprendere meglio la tua Parola.
Abbiamo bisogno che Tu ce la spieghi di nuovo.
Abbiamo bisogno che Tu ridi a vigore al nostro cuore
tentato dallo scoraggiamento e dalla stanchezza.
Come discepoli di Emmaus, ti diciamo:
“Resta con noi”.
Apri i nostri occhi, cosicché possano riconoscerti
risolto e vivo nel sacramento dell’Eucaristia.
Ridonaci il coraggio la gioia di ritornare ad essere con te
costruttori della Chiesa, Tuo corpo di cui noi siamo membra.