SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo l’arrivo del primo pontone e la firma dei lavori di lunedì scorso, una ordinanza del comandante della capitaneria di porto ha regolamentato le operazioni di dragaggio. Ed ora che anche le condizioni meteomarine sono migliorate, l’attesa è davvero finita.
Iniziata ieri mattina, sotto la supervisione della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, l’attività di dragaggio nel porto di San Benedetto del Tronto.
Il primo carico di fanghi recuperati dal fondale marino – pari a circa 1000 metri cubi – sarà trasportato a bordo del Moto/Pontone Giuseppe Cucco e reimmesso in mare nell’area denominata Marche sud, di fronte Porto San Giorgio.
“Una operazione di dragaggio portuale si rende necessaria, per sua natura, per garantire una portualità efficiente e sicura, fornendo vantaggi significativi alla marineria ed all’intero cluster marittimo. Dopo un lungo periodo di 15 anni, il dragaggio del porto di San Benedetto del Tronto è un passo essenziale per ripristinare le migliori condizioni di sicurezza della navigazione e, di conseguenza, il corretto funzionamento dell’intero porto”.
È con queste parole che il Comandante della Capitaneria di porto – Capitano di Fregata (CP) Alessandra Di Maglio – commenta l’evento che città e cittadini aspettavano davvero da tanto tempo, dal lontano 2008.
E mentre con lo sguardo segue, con attenzione ed un pizzico di orgoglio, le manovre del Moto/Pontone Giuseppe Cucco, il Comandante DI MAGLIO aggiunge: “È stato impegnativo, ma ci siamo riusciti. Tutto è nato con una istanza, all’incirca un anno e mezzo fa, della Autorità di Sistema Portuale indirizzata alla Regione, dopo una serie di nostre segnalazioni afferenti la sicurezza del canale di accesso. Poi, l’avvio del procedimento per l’assoggettabilità a VIA, tante riunioni, rilievi batimetrici, autorizzazioni, indagini magnetometriche e certificato di bonifica bellica. Per concludersi con l’ammissibilità al trasporto dei fanghi di dragaggio, la consegna dei lavori e l’Ordinanza della Capitaneria. Tanti step, tanti obiettivi prefissati, tutti raggiunti. Uno dopo l’altro. Grazie, soprattutto, alla sinergia interistituzionale. È stata questa la vera chiave di volta. Senza trascurare il prezioso ruolo di raccordo – mai mancato – del Prefetto in prima persona”.
I lavori permetteranno di dragare una superficie di circa 60 mila metri quadrati, asportando 90 mila metri cubi di materiale. Grazie a questa operazione, l’imboccatura portuale ed il canale di ingresso torneranno ad avere una profondità di 5 metri. Per il materiale dragato – analizzato, non inquinato e dichiarato compatibile con l’ambiente marino – sarà utilizzata per la prima volta l’area di deposito a mare Marche sud, individuata e definita dall’ISPRA con Crn Irbim e l’Università delle Marche su incarico dell’Autorità di Sistema Portuale. Una scelta green che consentirà di disporre di maggiori spazi di stoccaggio a terra e minori tempi di navigazione per il deposito a mare. Che tradotto equivale a meno tempo, meno costi e meno emissioni.
La sinergia tra tutti gli Enti coinvolti, infatti, ha senza dubbio aiutato a pianificare il dragaggio in modo strategico ed a lungo termine, considerando le esigenze della città, del traffico portuale e con uno sguardo alle future sfide.
“Il porto di San Benedetto del Tronto tornerà ad essere funzionante, contribuendo all’attività economica della città e massimizzandone lo sviluppo. Questo dragaggio portuale si rivelerà una scelta equilibrata, sostenibile e vantaggiosa per tutto il cluster marittimo e l’interland provinciale. Oggi posso dire, senza timore di esser smentita, che al netto della complessità amministrativa dell’iter il porto di San Benedetto tornerà ad essere operativo e competitivo nel panorama marittimo”.
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