Tante dichiarazioni, a favore di migranti e richiedenti asilo, e tanta accoglienza, fatta da parrocchie e famiglie cattoliche, nello spirito dell’enciclica di Papa Francesco “Fratelli Tutti”.In Gran Bretagna, dove il governo è molto ostile agli stranieri che riescono ad approdare sulle coste inglesi, la Conferenza episcopale lavora da tempo perché chi cerca rifugio trovi una casa e un lavoro, ma anche dignità, rispetto e affetto.“Francesco, nella sua enciclica, parla dell’importanza dell’incontro e della necessità di individuare i bisogni di migranti e rifugiati, riconoscere la loro umanità e ascoltare le loro storie ed è in questo spirito che lavoriamo”, spiega, al Sir, il vescovo Paul McAleenan, portavoce sull’immigrazione dei vescovi inglesi, “Mi sembra molto significativo il tema scelto, quest’anno, dal Papa, per la Giornata mondiale dei migranti e rifugiati, Liberi di scegliere se migrare o restare”.
Dal racconto del vescovo McAleenan emergono tutte le contraddizioni di un governo profondamente inospitale nei confronti di chi chiede asilo, benché l’opinione pubblica britannica sia divisa su questo argomento. “Nel 2016, quando il referendum sulla Brexit usò lo spauracchio dell’invasione dei migranti, c’era più opposizione all’arrivo di stranieri.Oggi l’opinione pubblica è meno ostile, come ci confermano i sondaggi”,spiega il vescovo, “Sono molte le charities britanniche impegnate in prima linea, su questo fronte, e molti i cittadini che danno una mano”.
La politica del governo guidato dal premier Rishi Sunak è in contraddizione con quello che pensa la maggior parte dei cittadini?
Sì. Penso che non sia in sintonia con l’opinione di molti, anche se esiste una parte della popolazione che condivide un approccio ostile verso i migranti.
Pensa che la politica migratoria cambierà e diventerà meno dura se, alle prossime elezioni, come sembra molto probabile, verrà eletto un governo laburista?
Sembrerebbe così, ma è difficile prevedere il futuro. Spero che ogni governo, di qualunque colore sia, si impegnerà a rispettare la dignità di queste persone.
Pensa che un nuovo governo cambierà il proprio atteggiamento nei confronti dell’Unione Europea, considerato che, ormai, esiste una maggioranza di cittadini britannici contro la Brexit?
Speriamo che questo cambiamento nell’opinione pubblica significhi che chi è a favore della Ue condivida i valori chiave europei di cooperazione internazionale e costruzione della pace.Penso che ci sia una crescente consapevolezza che il nostro posto è in Europa e che la frattura della Brexit ci abbia danneggiato.
Quali sono le più importanti iniziative portate aventi dalla Chiesa cattolica inglese per i migranti?
Abbiamo tante volte denunciato le tragiche morti nel Canale della Manica e altrove, diventando la voce di questi migranti.Abbiamo anche incoraggiato i fedeli a impegnarsi negli schemi di accoglienzacome il “Community sponsorship scheme”, per accogliere i rifugiati e sostenerli mentre ricostruiscono la loro vita. Ci sono tanti esempi fantastici di parrocchie che hanno raccolto migliaia di sterline per pagare per il viaggio di queste persone e “adottato” famiglie irachene e siriane, garantendo loro una casa e assicurandosi che si inserissero bene nella vita del paese o della città che li ha accolti. In questo modo la Chiesa prende davvero, su di sé, la carne di questi stranieri.
Per la Chiesa cattolica inglese l’arrivo di tanti fedeli stranieri è stata un’opportunità di rinnovamento?
Si.Tante parrocchie sono rinate grazie a queste nuove energie.Nella cattedrale di Westminster, la chiesa madre del cattolicesimo inglese, ogni anno organizziamo una Messa internazionale alla quale partecipano i circa quarantacinque cappellani etnici che rappresentano tante comunità diverse da Malta al Brasile, da Trinidad alla Romania, presenti nelle varie parrocchie dell’arcidiocesi di Westminster. Tante parrocchie, oggi, decorano le loro chiese pensando alle festività delle comunità che accolgono, si tratti di italiani o filippini, portoghesi o polacchi.
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