DIOCESI – Si svolgerà a Montemonaco, venerdì 22 settembre nel pomeriggio e sabato 23 in mattinata, un momento importante di comunione ecclesiale, di ascolto reciproco e di confronto per i fedeli della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto. Abbiamo incontrato il Vescovo Carlo Bresciani per scoprire di cosa si tratti e a chi sia rivolto.
Anche la nostra diocesi ha accolto l’invito di papa Francesco a vivere un percorso sinodale. Una tappa importante sarà l’incontro di Montemonaco. Quale è il significato di questo incontro?
Il senso di questo incontro va rintracciato nel particolare ed entusiasmante percorso che la Chiesa sta vivendo. Durante il primo anno di ascolto in questo cammino sinodale fortemente voluto da Papa Francesco, nei Consigli Pastorali, soprattutto laici, e nei gruppi di ascolto è emersa una particolare richiesta. Perché – ci si è chiesto – i tavoli di ascolto e anche i Consigli Pastorali non si incontrano con il Consiglio Presbiterale e anche con i sacerdoti, in modo da fare un tratto di cammino insieme? Questo suggerimento è arrivato da più persone e anche con una certa insistenza. E io sono ben contento di aver raccolto questa proposta! È certamente una sfida, però credo che sia bello accettare anche queste sfide di novità, perché ritengo che incarnino perfettamente lo spirito del cammino sinodale che ci chiede proprio passi ulteriori per costruire una Chiesa dove si cerca di camminare insieme, dialogando, ascoltando e trascorrendo del tempo assieme. Una delle difficoltà maggiori nell’affrontare questa sfida risiede nel fatto che i laici sono più liberi il sabato e la domenica, mentre i sacerdoti in quei giorni sono più impegnati del solito! Si è quindi cercato di trovare un tempo – sia pure limitato – che possa facilitare tutti: i fedeli impegnati con il lavoro magari potrebbero chiedere un permesso per il venerdì pomeriggio, così da perdere poche ore di lavoro, mentre i sacerdoti potrebbero sacrificare il sabato mattina, così da rientrare nel pomeriggio nelle rispettive parrocchie per celebrare la Messa. L’appuntamento sarà il primo passo del cammino pastorale di questo nuovo anno che coincide con la fase sapienziale del Sinodo: perciò ci ascolteremo; lavoreremo seguendo lo stile sinodale del confronto, aiutati dai facilitatori; vivremo la bellezza dello stare insieme e trascorrere del tempo per conoscerci e lo faremo in una cornice incantevole come quella di Montemonaco.
A chi è rivolto l’invito?
È rivolto in modo particolare ai componenti dei Consigli Pastorali, ai membri dei Consiglio Presbiterale, a tutti i sacerdoti e diaconi, a tutti gli impegnati in parrocchia (come i ministri straordinari della Comunione e i catechisti) e a tutti coloro che hanno un impegno pastorale in Diocesi. Ciò non significa che gli altri fedeli, che volessero partecipare, non possano farlo! Al contrario, il cammino sinodale è rivolto a tutti. Se infatti l’incontro di Montemonaco fosse esclusivo, verrebbe meno proprio uno degli aspetti fondamentali del cammino sinodale, che invece si propone di coinvolgere tutti i fedeli.
La Chiesa italiana entra nella seconda fase del sinodo: la fase sapienziale. Quale è il senso di questa fase e dove ci condurrà?
Dove ci porterà questa nuova fase non è possibile dirlo, in quanto non c’è nulla di precostituito. Il Papa insiste, giustamente, nel dire che sarà lo Spirito Santo che, attraverso l’ascolto e le tappe successive a questo ascolto, determineranno i punti di arrivo del cammino, ovvero i punti di convergenza generali. Il primo passo del cammino sinodale è stato l’ascolto: partendo dalla Parola di Dio e da una condivisione di riflessioni su vasto raggio: sono emerse tantissime istanze. Il passo successivo, quello che ci apprestiamo a compiere, consisterà nel raccogliere tutte le istanze giunte dal Popolo di Dio in tutte le Diocesi attraverso i referenti diocesani. Come Conferenza Episcopale Italiana abbiamo enucleato cinque costellazioni, ovvero cinque ambiti di azione particolari che saranno oggetto di riflessione lungo il cammino sinodale di questo anno che, a differenza del primo, verrà utilizzato per approfondire alcuni aspetti più particolari. Dunque i suggerimenti acquisiti nella prima fase del Sinodo, attraverso un ascolto su larga scala, rappresenteranno la base di partenza per la seconda fase, durante la quale, riflettendo sulla Parola di Dio e facendo un discernimento spirituale, si lavorerà per giungere a scelte e decisioni che andranno più sul concreto della nostra vita.
A prescindere da quel che verrà, quello che si cercherà di fare sarà sicuramente far crescere una mentalità di comunione. Se infatti non si acquisisce la consapevolezza che siamo chiamati a camminare insieme e che possiamo andare avanti solo insieme, qualsiasi cambio strutturale non porterà da nessuna parte. Solo dopo aver compreso pienamente questo senso profondo di essere Chiesa, emergerà quello che lo Spirito ci sta suggerendo per il tempo storico che stiamo vivendo.
Le Comunità, che per diversi motivi non sono riuscite a vivere la fase narrativa, come possono inserirsi in questa seconda fase?
Certo che è possibile inserirsi! C’è chi ci ha lavorato molto e chi invece, per motivi personali del parroco o per situazioni storiche particolari di alcune parrocchie, non è riuscito a farlo. Il cammino della Chiesa non è un cammino che va avanti soo con qualcuno e chi è rimasto indietro si arrangi! Non è un cammino d’élite. Al contrario, è un cammino di crescita globale. Qualcuno è partito alla grande, qualcuno ha già fatto delle riflessioni molto interessanti, qualcun altro potrà inserirsi man mano. Nella Chiesa ci sono diversi cammini, ma questo non è un problema. La profezia è indicare una strada. Una strada che è per tutti. Su quella strada si mettono i due discepoli di Emmaus che abbiamo come icona biblica di questo nuovo anno pastorale, con le loro delusioni e le loro difficoltà. Su quella strada si mettono anche gli apostoli che sono rimasti a Gerusalemme, dove hanno incontrato il Signore risorto. Su quella strada si mettono le donne che per prime sono andate al sepolcro e che poi si sono recate dagli apostoli. Anche nel Vangelo, quindi, ci si presenta una diversità di cammini: le donne che di primo mattino sono andate al sepolcro non sono come gli apostoli che invece sono rimasti chiusi nel cenacolo; Pietro e Giovanni corrono al sepolcro, gli altri no; Tommaso non è presente, bensì arriva dopo e Gesù lo aiuta a recuperare il ritardo nel cammino; i due discepoli delusi se ne vanno, ma Gesù li rincorre e poi loro ritornano. Insomma l’idea di una Chiesa monolitica non è la realtà. L’idea più corretta è quella di una Chiesa in cammino all’interno della quale ci sono cammini diversi, ma per tutti la meta è unica.
Come Vescovo cosa si aspetta da questo incontro? E cosa augura alle comunità cristiane all’inizio di questo nuovo anno?
Io posso dire che mi aspetto poco e mi aspetto molto. Mi aspetto poco nel senso che non credo che ciò significhi la rivoluzione, ovvero l’inizio di chissà che cosa per la quale tutto cambierà. Queste prospettive sono illusioni che ci piace immaginare, ma che non raccontano la realtà. Mi aspetto molto in un altro senso, invece, ovvero nel senso che lo vedo veramente come un passo importante per la nostra Diocesi, che ha il coraggio di incontrarsi insieme e di riflettere insieme. Anche se è un passo soltanto, per me è un passo molto importante. In questo senso dico molto.
In Diocesi il cammino fatto finora da una parte è stato difficile, ma dall’altra parte molto bello. I facilitatori hanno svolto un ottimo lavoro, così come l’Equipe Diocesana che è stata costituita. Posso dire che la nostra Diocesi ha risposto bene, chiaramente con diverse velocità, ma questo fa parte della fisiologia: anche in ambito familiare, la mamma, il papà e i figli non camminano con la stessa velocità, eppure costituiscono una famiglia. Credo quindi che possiamo essere contenti di quello che è stato fatto: abbiamo camminato con qualche fatica, ma con fiducia, quella fiducia che ci accompagnerà anche per il prosieguo del cammino sinodale.
Pregusto già la gioia delle due giornate che trascorreremo insieme a Montemonaco!
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