Martedì 26 settembre, a Milano (ore 10, Sala Conferenze di Palazzo Reale, piazza del Duomo 12) si terrà un convegno dedicato a don Lorenzo Milani, “profeta religioso e civile scomodo”. Al priore di Barbiana è dedicata una giornata di riflessione sui temi al cuore dei suoi scritti che, nell’arco di vent’anni, dal 1947 al 1967 (anno della scomparsa), stimolarono il dibattito culturale italiano. Il volume “Don Milani. Vita di un profeta disobbediente”, del giornalista Mario Lancisi, pubblicato in gennaio da TS Edizioni (Milano, pp. 350, 26 euro) ha riproposto le linee guida del pensiero del sacerdote fiorentino nel centenario della nascita. La biografia, l’ultimo tributo in ordine di tempo a questo intellettuale che ha segnato la storia del Novecento – spiegano i promotori dell’iniziativa – farà da filo conduttore al convegno che si apre con una riflessione di Lancisi dedicata proprio all’attualità di don Lorenzo, e da una del teologo padre Ermes Ronchi sulla sua fedeltà alla Chiesa. Quindi, strutturati in quattro panel, gli interventi di esponenti della cultura e della società civile invitati a proporre le loro riflessioni da varie angolature. Padre Giuseppe Bettoni (Comunità Arché) e il sociologo Aldo Bonomi dialogano su “Esperienze pastorali” (1958) e don Milani come anticipatore del Concilio e della riforma della Chiesa. I magistrati Piercamillo Davigo e Francesco Maisto, con il giornalista Paolo Fallai, dibattono sui temi della pace, della disobbedienza civile e del primato della coscienza, a partire da “L’obbedienza non è più una virtù” (1965), che comprende la lettera ai cappellani militari e la lettera ai giudici.
Nel pomeriggio Gad Lerner e Ivo Lizzola, docente di Pedagogia all’Università di Bergamo, si concentrano su “Lettera a una professoressa” (1967). A don Milani alla Scuola dell’Arte è dedicato l’ultimo panel con gli interventi del gesuita Andrea Dall’Asta (Galleria San Fedele) e Giovanni Gazzaneo (Luoghi dell’Infinito). Seguiranno alcune testimonianze di chi conobbe da vicino don Milani o ne fu profondamente
influenzato nel proprio percorso di vita: don Virginio Colmegna, già presidente della Casa della Carità, il professor Pietro Ichino, il drammaturgo e poeta Angelo Gaccione e Paolo Landi, che alla scuola di Barbiana fu allievo. La giornata si concluderà con la proiezione del film “Barbiana ’65”, l’unico documentario esistente con don Milani in scena.
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