“Molte di queste persone che vedono distrutte le loro case, possono cominciare a pensare a migrare sia all’interno del Paese, sia all’esterno, in Spagna, in Italia, in Francia. Qualcuno certamente vuole restare là dove è nato e cercare di ricostruire ciò che il terremoto ha distrutto ma ci sono altri che vedono tutto distrutto e sono quindi spinti a migrare”. Risponde così il card. Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat e Presidente di Caritas Marocco, alla domanda sull’impatto che il sisma che ha devastato una settimana fa il Marocco, può avere anche sui flussi migratori. “Sul flusso migratorio africano e subsahariano nessuno”, risponde l’arcivescovo. “I migranti sub sahariani si trovano nelle grandi città e non hanno subito conseguenze. Non ritengo quindi che su questo tipo di flusso, ci sarà una grande differenza. Ma sulla migrazione marocchina che è già forte, può essere”. “Sono reazioni differenti. Quelli che si aggrappano a maggior ragione alle loro radici e quelli che soffrono talmente tanto che vogliono partire”. López Romero “Ripeto quello che ho detto fin dal primo momento, che questa solidarietà che è davvero enorme, resti nel cuore”, prosegue l’arcivescovo. “Il mio appello però è anche un altro ed è quello a diventare tutti solidali. Essere solidali più che fare solidarietà. Essere caritativi più che fare la carità. La speranza è che questa tragedia trasformi la nostra vita convertendoci tutti ad uno stile di vita che sia solidale e permanente. I bisogni sono molti, non soltanto in questo momento e in questo luogo. Sono tanti anche in Italia. Accanto a voi, ci sono dei poveri e tante persone che sono in pericolo e nel bisogno di aiuto. Occorre diventare tutti persone solidali”. E in vista degli Incontri Mediterranei che si apriranno la prossima settimana a Marsiglia con i vescovi delle Conferenze episcopali dei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo e e la partecipazione di Papa Francesco, il cardinale dice: “Bisogna costruire comunione attorno a questo mare. Solo se il Mediterraneo unisce i popoli, potremmo vivere in pace, in fraternità e in comunione. L’auspicio è che il Mediterraneo non sia una separazione ma un elemento che unisce e un luogo di comunione dove la dignità umana è rispettata ovunque, in tutti i paesi. Questo sarebbe una grande cosa”.

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