“La vostra Farmacia non si differenzia dalle altre solo perché si dedica al servizio diretto del Successore di Pietro e della Curia Romana, ma anche perché è chiamata a un supplemento di carità, svolgendo un servizio che, oltre alla vendita dei farmaci, è tenuto a distinguersi per l’attenzione alle persone più fragili e per la cura di chi si trova nella malattia”. È il saluto del Papa ai dipendenti della Farmacia vaticana, ricevuti in udienza in occasione del 150° anniversario di Fondazione. “È un impegno rivolto non soltanto ai dipendenti vaticani e ai residenti nella Città del Vaticano, ma anche a chi ha bisogno di medicinali particolari, spesso difficilmente reperibili altrove”, ha sottolineato Francesco, esprimendo il suo “grazie ai Fatebenefratelli, ai collaboratori laici, ai farmacisti e ai dipendenti, a chi lavora nei magazzini e a tutti coloro che collaborano a quest’opera”: “Grazie per la vostra professionalità e dedizione, ma anche per lo spirito di accoglienza e disponibilità con cui svolgete il vostro compito, che talvolta richiede fatica e – come successo specialmente durante la pandemia – disponibilità al sacrificio”. Poi un pensiero speciale ai farmacisti: “Presso di loro giungono tante persone, specialmente anziane, che spesso, nei ritmi frenetici di oggi, hanno bisogno, oltre che di una medicina, di un’attenzione, di un sorriso; hanno bisogno di un orecchio, di una parola di conforto”. “Non dimenticate questo: l’apostolato delle orecchie”, l’invito del Papa: “Ascoltare, ascoltare… Sembra noioso, alcune volte, ma per la persona che parla è una carezza di Dio tramite voi. E i farmacisti sono questa mano vicina, e tesa, che non passa solo i medicinali, ma trasmette coraggio e vicinanza. Grazie a voi e a tutti i farmacisti per questo! Il vostro non è un mestiere, è una missione”. “Abbiate tanta pazienza, ricordando che la pazienza è la cartina di tornasole dell’amore”, la raccomandazione ai presenti. Infine, “un piccolo consiglio spirituale: ogni tanto alzate gli occhi verso il Crocifisso, volgendo lo sguardo al Dio piagato e ferito. Il servizio che fate ai malati è servizio fatto a Lui. Ed è bello attingere dal Medico celeste pazienza e benevolenza, e la forza di amare, senza stancarsi. Alla sua scuola, dalla cattedra della croce al bancone della farmacia, anche voi possiate essere ogni giorno dispensatori di misericordia”.
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