“La Segreteria di Stato sta facendo di tutto per aiutare in questo. Anche la missione Zuppi è andata lì…”. Nella conferenza stampa sul volo di ritorno da Marsiglia, il Papa ha risposto ad una domanda sulla guerra in Ucraina definendola “anche un po’ interessata, non solo dal problema russo-ucraino, ma per vendere le armi”: “Oggi gli investimenti che danno più redditi sono le fabbriche di armi, cioè le fabbriche di morte”. “Il popolo ucraino è un popolo martire che ha una storia molto martoriata, una storia che fa soffrire”, l’omaggio di Francesco: “Non è la prima volta: al tempo di Stalin ha sofferto tanto, tanto, tanto. È un popolo martire. Ma noi non dobbiamo giocare con il martirio di questo popolo, dobbiamo aiutare a risolvere le cose nel modo più possibile: il più reale e il più possibile. Nelle guerre, il reale è il possibile. Non farsi illusioni che domani i due leader in guerra vadano a mangiare insieme. Ma fino al possibile, dove arriveremo. Umili, ma fare il possibile. Adesso ho visto che qualche Paese si tira indietro, che non dà le armi: incomincia il processo dove il martire sarà il popolo ucraino, certamente. E questa è una cosa brutta”.
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