(At the end of the article our international readers will be able to find the English translation)
DIOCESI – A seguito del Nuovo Consiglio 2023/2029 delle Pie Convittrici della Carità – Istituto Suore Teresiane eletto lo scorso 16 settembre 2023, è divenuta Madre Generale dell’Ordine Suor Grace Pitogo, 42 anni, di origini filippine. L’abbiamo intervistata per conoscerla meglio.
Cosa cambierà per lei a seguito di questo nuovo incarico? Se lo aspettava?
Sinceramente non avrei mai pensato di venire eletta Madre Generale della mia Famiglia Religiosa. Infatti, quando il Vescovo Bresciani ha annunciato che la mia elezione a Superiora Generale, sono rimasta scioccata per un attimo, tanto che non riuscivo a pronunciare il mio sì! Questa elezione porterà un grande cambiamento nella mia vita, perché avrò nelle mie spalle la responsabilità di una madre. E ci sarà anche un cambiamento radicale per quanto riguarda la mia vita quotidiana: a breve dovrò venire in Italia presso la nostra casa madre, quindi cambierò ambiente, clima, usi, costumi, cibo e soprattutto la lingua!
Da chi sarà affiancata nel suo servizio?
Il mio primo sostegno sarà il Signore che mi ha chiamato a questa strada. Poi ci saranno la Vicaria, le altre Consigliere che sono state elette e le mie Consorelle che, nel giorno della mia elezione, mi hanno confermato che non mi lasceranno sola, bensì insieme porteremo avanti la nostra missione. Infine ci sono la mia famiglia, i nostri amici e benefattori, i preti, altre suore e tanti laici che collaborano con noi.
Come è nata la sua vocazione?
Fin da piccola ho ricevuto un’educazione cristiana. Mio padre è un contadino e mia madre una sarta. La prima catechista che ho incontrato è stata proprio mia madre che mi ha insegnato come pregare e come comportarmi da buona cristiana. Quando ero piccola, la vedevo sempre pregare il Santo Rosario e, anche se non capivo niente, ogni mercoledì, venerdì e domenica mi portava a Messa. Perciò ho sentito presto la chiamata alla vita religiosa, quando frequentavo la terza elementare; tuttavia, con il passare del tempo e con i cambiamenti che ho incontrato nella mia vita, la mia vocazione per un po’ non è stata coltivata. Ma il Signore, quando chiama, chiama in un modo che tu non te lo aspetti! Così, mentre stavo già lavorando, ho sentito nuovamente il forte desiderio di diventare suora. All’inizio questa mia scelta non è stata facile, perché mio padre era contrario. Sono la primogenita e anche la sola ed unica femmina di tre figli. Ricordo che mi padre una volta mi disse che non sarei stata più considerata sua figlia, se mi fossi fatta suora, ma dentro di me sapevo che il suo era solo un modo per impedire il mio ingresso al convento delle Suore Teresiane nell’isola di Cebu. Alla fine, infatti, mio padre è stato presente sia al mio ingresso al noviziato sia alla mia prima professione. Mia madre invece è sempre stata contentissima della mia scelta. All’età di 22 anni quindi ho deciso di entrare in convento: era l’anno 2003. Sono entrata al postulantato il 16 luglio 2004 e ho vestito l’abito religioso l’11 febbraio 2005. Ho fatto la prima professione religiosa l’11 febbraio 2006. Nell’anno 2012 sono venuta in Italia per la professione solenne che è avvenuta il 1° ottobre insieme ad altre tre suore. La comunità mi ha affidato il compito di essere formatrice delle aspiranti, postulanti e novizie dal 2007 fino ad oggi.
Che suggerimento vuole dare a chi sente di avere una vocazione ma ha qualche dubbio?
A tutti coloro che sentono di avere una vocazione alla vita religiosa, dico: “Siate coraggiosi nel rispondere alla chiamata! Non abbiate paura di correre il rischio! Dio si prenderà cura di tutto”.
Attualmente quante Suore Teresiane ci sono nel mondo?
Noi siamo solo una piccola comunità: attualmente in tutto il mondo siamo 23, divise tra l’Italia e le Filippine.
Comunità, preghiera ed apostolato sono le tre regole che ispirano le vostre azioni quotidiane. Quali attività realizzate in concreto ogni giorno a Ripatransone e nelle Filippine per adempiere le vostre tre regole?
La preghiera e la Parola di Dio sono i fondamenti della nostra vita: ciò che vedete in noi, infatti, è il frutto della nostra preghiera e della nostra vita spirituale. Queste armi ci fanno vivere come vere sorelle in una comunità dove le diversità non mancano e, nonostante le difficoltà che incontriamo, noi continuiamo ad andare avanti perché ci sosteniamo a vicenda. Grazie alla vita comunitaria, abbiamo imparato a vivere in comunione con gli altri. A Ripatransone abbiamo la casa per accoglienza e, in base alla disponibilità, le suore aiutano anche in parrocchia. Nelle Filippine abbiamo la scuola per l’infanzia e la scuola elementare, dove le suore aiutano a maturare ogni studente nella loro vita spirituale attraverso l’insegnamento della religione. Sempre nelle Filippine, abbiamo i giovani che si formano e ci stanno anche aiutando nelle nostre missioni. Grazie all’aiuto dei benefattori, sia qui nelle Filippine che in Italia, nel nostro piccolo aiutiamo anche le persone in difficoltà che ogni giorno continuano a bussare nella nostra porta per chiedere aiuto. Tante volte non riusciamo a soddisfare i loro bisogni primari, ma provo sempre tanta gioia nel vedere i volti sorridenti delle persone che vengono da noi perché si sentono accolte ed ascoltate.
For our international readers
DIOCESE – Following to the New Council 2023/2029 of the Pie Convittrici della Carità – Istituto Suore Teresiane elected last September 16th, 2023, Sister Grace Pitogo, 42 years old, of Philippine origins, became Mother General of the Order. We interviewed her to get to know her better.
What will change for you after this new election? Did you expect it?
Honestly I never thought I would be elected Mother General of my Religious Family. In fact, when Bishop Bresciani announced my election as Superior
In fact, when Bishop Bresciani announced my election as Superior General, I was so shocked that I couldn’t even say yes! This election will bring a big change in my life, as I will have the responsibility of a mother on my shoulders. There will also be a radical change regarding my daily life: soon I will have to move to Italy to our mother house, wich means I will change my environment, climate, habits, customs, food and, above all, the language!
Who will support you in your service?
My first support will be the Lord who called me to this path. Then there will be the Vicar, the other elected Councilors and my Sisters who confirmed to me, on the day of my election, that they will not leave me alone, but rather that together we will carry forward our mission. Finally, there are my family, our friends and benefactors, the priests, other nuns and many lay people who collaborate with us.
When and how did your vocation come out?
I received a Christian education from an early age . My father is a farmer and my mother a dressmaker. My first catechist was my mother, who taught me how to pray and how to behave like a good Christian. When I was little, I always saw her praying the Holy Rosary and, even though I didn’t understand anything, she took me to the Mass every Wednesday, Friday and Sunday. Therefore, I felt the call to religious life early, when I was in the third grade; however, as time passed and I encountered changes in my life, my vocation was not cultivated for a while. But the Lord, when He calls, calls in a way that you don’t expect! So, while I was already working, I again felt the strong desire to become a nun. At first, this choice of mine was not easy, because my father was against it. I am the eldest and only girl of three children. I remember that once my father told me that I would no longer be considered his daughter if I became a nun, but inside me I knew that his was just a way to prevent my entry to the convent of the Teresian Sisters on the island of Cebu . In the end, in fact, my father was present both at my entry into the novitiate and at my first profession. My mother, on the other hand, has always been very happy with my choice. At the age of 22, therefore, I decided to enter the convent: it was the year 2003. I entered the postulancy on July 16, 2004, and took the religious habit on February 11, 2005. I made my first religious profession on February 11, 2006. In 2012, I came to Italy for my solemn profession which took place on October 1st together with three other nuns. The community has entrusted me with the task of being a trainer of aspirants, postulants and novices from 2007 to the present day.
What advice would you like to give to those who feel they have a vocation but have some doubts?
To all those who feel they have a vocation to religious life, I say: “Be courageous in answering the call! Don’t be afraid to take the risk! God will take care of everything.”
How many Teresian Sisters are there in the world currently?
We are just a small community: currently, there are 23 of us in the world, divided between Italy and the Philippines.
Community, prayer and apostolate are the three rules that inspire your daily actions. What activities do you actually carry out every day in Ripatransone and in the Philippines to fulfill your three rules?
Prayer and the Word of God are the foundations of our life. What you see in us is the fruit of our prayer and spiritual life. These weapons enable us live like true sisters in a community where diversity is not lacking. Despite the difficulties we encounter, we continue to move forward, supporting each other. Thanks to the community life, we have learned to live in communion with others. In Ripatransone we have a reception house and the nuns also help in the Parish, based on availability. In the Philippines, we have nursery and elementary schools, where the nuns help each student to mature in their spiritual life through religious teaching. We also have young people in the Philippines who are being trained and are helping us in our missions. Thanks to the help of benefactors, both here in the Philippines and in Italy, we also help people in difficulty in our small way. These people continue to knock on our door every day asking for help. Many times, we are unable to satisfy their primary needs, but I always feel so much joy in seeing the smiling faces of the people who come to us because they feel welcomed and listened to.