Di Carlo Camillo Ambrosi

MONTEMONACO – Durante un’escursione autunnale sui monti Sibillini, mi capitò di assistere, come sovente accade in questi periodi dell’anno, ad un mare di nebbia che da una certa quota al di sotto di me, copriva a perdita d’occhio tutto il territorio pedemontano. Solo un punto, in questo mare di nuvole, sbucava oltre le nubi. Era la Chiesa di Sant’Angelo in Montespino.

Quell’immagine, come di una piccola isola, mi colpì a tal punto, che presi ad indagare su questo santuario, che scoprii il più antico di tutta la diocesi di Fermo. Una cripta antichissima risalente al VI secolo d.c.. La chiesa è collocata in cima al Monte Spino, ad una quota di 852 metri. E’ un monte isolato, ricadente nel Comune di Montefortino, a circa cinque chilometri da questo e per essere raggiunto occorre superare un dislivello di 200 metri circa. La prima fonte rintracciabile, concernente la chiesa di Sant’Angelo in Montespino, è un documento chiamato “Chartula Convenientiae” del gennaio 977 con la quale il vescovo di Fermo Gaidulfo concede in enfiteusi al conte Mainardo di Siffredo circa tremila ettari di territori nella zona, riservandosi la Pieve di S. Angelo in Montespino con le abitazioni e i beni dotali, i libri, gli oratori e le terre annesse. L’edificio originale del VI secolo doveva essere una Chiesa longobarda costruita sui resti di un antico tempio romano. Sotto l’altare si accede alla cripta, che è la parte più antica della chiesa. La volta è sorretta da sei colonne provenienti da antichi tempi pagani. Questo per dare un quadro sintetico ma completo del Santuario in questione. Quello che ha sempre creato domande nella mia mente, era la sua collocazione geografica. Era per me incomprensibile capire perché fosse stato scelto un luogo così remoto in cima ad un monte senza sorgenti d’acqua in pieno periodo alto medioevale, con tutti i disagi dell’epoca che possiamo immaginare negli approvvigionamenti quotidiani, amplificati a dismisura dalla sua collocazione così romita. E’ opinione condivisa dalla storiografia ufficiale che la costruzione della chiesa è dedicata a San Michele Arcangelo. Il nome Sant’Angelo è una abbreviazione, che nei secoli è stata utilizzata per indicare il capo supremo delle schiere celesti San Michele Arcangelo, colui che guidò l’esercito celeste nella guerra contro le schiere ribelli a Dio di Satana e le sconfisse.

La circostanza che un’altra chiesa assai vicina alla prima, fosse anch’essa dedicata all’Arcangelo, San Michele in Montemonaco, mi fece considerare la presenza di un culto particolarmente sentito verso il Santo in quel periodo, ma quello che scoprii continuando nelle mie ricerche, illuminò di colpo i miei due perché. Perché in cima a dei monti in posti così solitari? Perché due chiese dedicate allo stesso Santo così prossime? E’ presto detto.

Fonte del virgolettato di seguito: https://www.monastica.eu/2022/02/04/la-misteriosa-linea-sacra-di-san-michele-arcangelo/

Lungo una linea di ben duemila km., che taglia l’Europa partendo dall’Irlanda ed arrivando fino ad Israele, passando per Inghilterra, Francia, Italia e Grecia, sorgono sette Santuari dedicati al culto dell’Arcangelo Michele. E’ la misteriosa Linea Sacra di San Michele, detta anche “Via Michelita o Micaelica”. Si tratta di una delle “ley lines”, ovvero una delle linee che toccano punti energetici del mondo, che già nei secoli passati erano considerati di grande valore e spiritualità.
La Linea Sacra di San Michele fu tracciata, secondo la leggenda, dal colpo di spada che l’Arcangelo inflisse al Demonio per rimandarlo all’inferno. Il culto di San Michele, di origine orientale, si diffuse in Occidente grazie soprattutto all’imperatore Costantino che nel 313 d.C., costrui’ a Costantinopoli una Basilica dedicata all’Arcangelo.

Da quel momento San Michele, riconosciuto da tutte le religioni è rappresentato come guerriero, che assurge a massimo simbolo di difensore della fede cristiana e comandante delle milizie celesti, per averla difesa contro Satana.

I sette Santuari della Linea di San Michele sono: Skelling Michael (Irlanda), St. Michael’s Mount ( Gran Bretagna), Mont Saint Michel ( Francia), La Sacra di San Michele ( Piemonte), Santuario di Monte Sant’Angelo (Puglia), il Monastero di San Michele (Grecia) e il Monastero di Monte Carmelo (Israele).

Il punto di partenza dell’itinerario è in Irlanda, dove si trova il Monastero di Skelling Michael. Lo scrittore Bernard Shaw nel 1910 scriveva : “ Un incredibile, impossibile, folle posto che ancora induce devoti a strisciare in antri bui e a baciare “ pietre di panico” che si gettano a 700 piedi d’altezza sull’Atlantico”. Il sito fu costruito intorno al 588 d.C. dai primi monaci cristiani che arrivarono in Irlanda .
La leggenda vuole che su questo isolotto l’Arcangelo apparse a San Patrizio per aiutarlo a sconfiggere le forze del male. Dirigendosi verso sud, in Gran Bretagna, in un’isola al largo della Cornovaglia, si trova il monastero di St. Michael’s Mount. Qui sarebbe apparso l’Arcangelo nel 495 e avrebbe parlato ad un gruppo di pescatori. I monaci benedettini provenienti da Mount Saint Michel in Francia su indicazione dello stesso Arcangelo Michele, edificarono un’abbazia dedicata a San Michele, di cui rimangono solo il refettorio e la chiesa, incorporata poi nel XVI secolo in un castello fortezza.

La linea sacra prosegue in Francia, sull’isola di Mont Saint- Michel, in Normandia. Questo luogo, già dal tempo dei Galli, era intriso di forte misticismo e qui, nel 709 d.C., l’Arcangelo apparve al Vescovo di Avranches, Auberto, che avrebbe assistito al combattimento tra l’Arcangelo Michele e il drago, al termine del quale avrebbe ricevuto dall’Arcangelo l’ordine di costruire una chiesa sulla roccia. I lavori iniziarono, ma fu con i monaci benedettini a partire dal 900 d.C. che l’Abbazia venne edificata.

A distanza di 1000 km. siamo in Italia, in Val di Susa, in Piemonte, dove sorge la Sacra di San Michele, che ispirò Umberto Eco per il libro “ Nome della Rosa”. Secondo la leggenda Giovanni detto Vincenzo, vescovo di Ravenna, nel X secolo abbandonò la sua carica per ritirarsi a pregare e vivere da eremita sul monte Caprasio, “ delle capre”, di fronte all’allora monte Porcariano, ( dei porci). Giovanni voleva costruire una chiesetta e per questo accatastava tronchi e pietre che al mattino seguente però erano scomparse. Giovanni decise di rimanere sveglio e vide, così, che un gruppo di angeli, insieme ad alcune colombe, andava trasportando in volo quei materiali, accatastandoli sulla vetta del monte opposto, mentre San Michele gli indicava il monte come luogo sul quale avrebbe dovuto erigere la chiesa.

Ad una distanza di altri 1000 km. si arriva in Puglia, sul Gargano dove sorge il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo, meta di pellegrinaggi sin dal VI secolo d.C. La storia di Monte Sant’Angelo ebbe inizio nel 493 d.C., quando fu costruita la chiesa dedicata all’Arcangelo Michele dopo tre apparizioni al Vescovo di Siponto. La chiesa fu costruita nel luogo indicato dall’Arcangelo, dove c’era una sacra grotta, rimasta fino ai giorni nostri come un luogo di culto consacrato non da mano umana ma dallo stesso San Michele, e ricevette nel corso dei secoli il titolo di “ Celeste Basilica”.

Proseguendo lungo la linea sacra, arriviamo in Grecia, nel Dodecanneso, all’isola di Simy dove si trova il sesto santuario dedicato all’Arcangelo, eretto intorno al XII secolo . La storia di questo luogo sacro nasce con il ritrovamento di una immagine di San Michele Arcangelo da parte di una donna dell’isola. Sul luogo del ritrovamento venne costruito il Monastero.

L’ultimo Santuario della Linea Sacra si trova in Israele ed è il Santuario Stella Maris sul Monte Carmelo ad Haifa. Il monte Carmelo, letteralmente “Vigna di Dio” , è un luogo sacro poiché si narra che qui ebbe la sua dimora il profeta Elia che proprio sul monte Carmelo si scontrò con i 450 profeti di Baal. La prima fondazione del monastero , risale all’epoca bizantina, quando alcuni eremiti lo scelsero come luogo di culto dell’Arcangelo Michele.”

Quando lessi questa leggenda, corsi immediatamente a verificare se il sito di Montespino fosse allineato alla direttrice della Linea Sacra e la mia meraviglia fu grande. Ebbene si, come tutti i siti sopra citati, posti nella quasi totalità in cima a dei Monti, Sant’Angelo in Montespino sembrerebbe allineato alla cosidetta “Via Micaleica”.

Ecco spiegato probabilmente il motivo di una collocazione così singolare e disagiata. Nella foto seguente la Chiesa di Sant’Angelo in Montespino.

C’è da sottolineare che anche San Michele in Montemonaco, distante pochi chilometri da Montespino, è praticamente anch’esso allineato alla direttrice della Linea Sacra.

Le frazioni di grado di scostamento verso la direttrice del Santuario di San Michele al Gargano, il più prossimo alle due nostre chiese in direzione della Terra Santa, sono compatibili probabilmente con quelli fra gli altri siti, come si evince a colpo d’occhio nella cartina sopra a largo campo. Non si sa il motivo, ma è indubbio che l’allineamento di questi monasteri dedicati a San Michele lungo questa linea di congiunzione, fa pensare ad un disegno consapevole, umano o divino.

Attualmente i monasteri “ufficiali” citati per la Linea Sacra sono sette, ma con il rilievo che riporto nel dettaglio in queste due illustrazioni, si deve prendere atto che anche Sant’Angelo in Montespino e San Michele in Montemonaco, fanno parte probabilmente anch’essi di questo misterioso ed avvincente “colpo di spada che l’Arcangelo Michele inflisse al demonio per ricacciarlo all’inferno.”

Ambedue i siti sono quindi probabilmente allineati, lungo questa direttrice di congiunzione di più di 2.000 chilometri.

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