“Il primo passo è l’ascolto, il secondo passo è dialogare: con il mondo, non solo nella Chiesa, altrimenti sarebbe un monologo”.
Così mons. Angel Sixto Rossi, arcivescovo di Cordoba, tra i 21 nuovi porporati che sabato prossimo riceveranno la berretta cardinalizia dal Papa, ha descritto il clima sinodale, alla vigilia dell’apertura dell’assise della Chiesa universale sulla sinodalità, in programma in Vaticano dal 4 al 29 ottobre. Il terzo passo sinodale – ha detto il vescovo durante l’incontro organizzato in sala stampa vaticana con alcuni dei futuri porporati – è l’umiltà, “nel fornire risposte che io ritengo valide”. Infine, “il discernimento per il bene comune del popolo, affinché ogni decisione non sia disincarnata – come raccomanda il Papa, che è un uomo con i piedi per terra – ma a servizio della gente, di tutti, e soprattutto dei più sofferenti”. Ci saranno scontri al Sinodo? “Non tutti possiamo avere sempre e stesse decisioni, ed è un bene che non tutti la pensiamo allo stesso modo. Più che una battaglia, penso si tratterà di un sano confronto”. Alla domanda se avesse incontrato il candidato alle presidenziali dell’Argentina, Javier Milei, che recentemente ha insultato Papa Francesco definendolo “rappresentante del male nella casa di Dio”, Rossi ha risposto: “Grazie a Dio, no”, e ha rivelato di non aver nessuna intenzione di incontrarlo: “Non perdo tempo”. “È sotto gli occhi di tutti che il Santo Padre è una figura molto significativa per tutti, in ogni parte del mondo”, ha sottolineato il futuro cardinale. Quanto ad un possibile viaggio del Papa in Argentina, Rossi ha affermato: “Dobbiamo domandarlo a lui: io lo desidero, non lo immagino. La gente lo aspetta, anche se – come accade ad ogni profeta – c’è chi lo critica in maniera farisaica”.