LOURDES – “Il tema scelto per il nostro pellegrinaggio nazionale quest’anno è: “Qui si costruisca una cappella”. Potremmo dire: qui è stata costruita, si è ascoltata la Madonna, Quindi, tutto è fatto. Ne siamo proprio così sicuri? Sono certo che molti di voi, che mi ascoltate, rispondereste con me: no. Ovviamente, perché non basta una cappella, o anche una cattedrale di pietra, perché si possa dire di avere esaudito il desiderio più profondo della Madonna che qui a Lourdes è apparsa a Bernardette. Dobbiamo, infatti, chiederci perché la Madonna ha chiesto una cappella e a che cosa serve una cappella o una cattedrale”.

Con queste parole, Mons. Carlo Bresciani, Vescovo di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto ha aperto la sua omelia in occasione della celebrazione Eucaristica presieduta nella Grotta delle Apparizioni di Lourdes durante il pellegrinaggio Unitalsi.

Il Vescovo Bresciani ha poi affermato: “Anche il profeta Aggeo, che abbiamo ascoltato nella prima lettura di questa liturgia, parla della costruzione di un tempio al Dio di Israele e rimprovera il popolo, perché esso dice: “Non è ancora venuto il tempo di costruire la casa del Signore”. Parla a gente che è preoccupata solo di altro, vive tranquilla nelle proprie case ben coperte, mentre la casa del Signore è in rovina. Parla a un popolo che ha seminato, ha raccolto, si è saziato, ha bevuto, si è coperto di vestiti, ma non si preoccupa affatto di Dio e della sua casa. Il profeta esorta, quindi, il popolo a risvegliarsi da questo ripiegamento su di sé e a ricostruire la casa del Signore. Anche in questo caso possiamo chiederci: basta la casa di pietra, perché Dio viva tra il suo popolo e soprattutto sia nel loro cuore? Certo è necessario anche il tempio di pietra, ma se il popolo continua a pensare solo a mangiare, bere e ai bei vestiti, Dio non è nel loro cuore. Ed è questo che Dio vuole.
È certamente questo il desiderio più profondo anche di Maria quando chiede che venga costruita una cappella. Ella vuole innanzitutto la conversione del nostro cuore e che diveniamo così noi stessi il tempio di Dio, o come dice l’apostolo Pietro, le pietre vive per formare il tempio dello Spirito santo (cfr. 1 Pt 2, 5), le pietre che danno vita al tempio di pietra, perché in ascolto obbediente della parola di Dio.
Abbiamo costruito molte chiese, la fede del popolo nei secoli ne ha costruite molte e molto belle. Ma il popolo rischia sempre di essere come il popolo rimproverato dal profeta Aggeo: nella prosperità si dimentica di Dio e abbandona il suo tempio. Si potrebbero fare molti parallelismi tra la situazione che descrive il profeta Aggeo e la nostra situazione attuale e scopriremmo quanto sia attuale la sua esortazione.
La stessa esortazione rivolge a noi ora la Madonna: “Qui si costruisca una cappella”. Lo rivolge a noi oggi pellegrini oranti davanti alla grotta dove lei ha pronunciato questa esortazione. Chiediamoci cosa questo significhi per noi ora.
La Madonna ci chiama costruire una cappella a Dio nel nostro cuore. Il tempio di Dio siamo innanzitutto noi; a nulla serviranno cappelle e chiese se noi non saremo il tempio di Dio, se noi non saremo le pietre vive, le pietre che rendono vivo il tempio di pietra. Se così sarà, potremo essere, con la grazia di Dio e l’intercessione di Maria, umili operai che ricostruiscono la casa del Signore dentro questo mondo che apparentemente sembra preoccupato di tutto, tranne di Dio. Un mondo che vive l’illusione di poter vivere senza Dio e pensa che bastino i beni materiali per una vita buona.
Noi, Chiese che vivono in Italia, siamo nel pieno del cammino sinodale che papa Francesco ci ha indicato: quest’anno siamo chiamati alla fase sapienziale che prepara il discernimento per le successive scelte. Questo cammino sinodale ci ricorda che solo insieme potremo essere ricostruttori della casa del Signore, della Chiesa; solo insieme siamo la Chiesa di Dio.
Qui a Lourdes siamo venuti a chiedere a Maria di poterla costruire con il suo aiuto e la sua intercessione, prendendo esempio da lei che ha concepito il Figlio di Dio prima nel suo cuore e poi nel suo corpo, come ci ha ricordato S. Agostino.
Qui a Lourdes facciamo una esperienza viva – proprio per la presenza di tanti malati, di tante dame e di tanti barellieri, di tanti medici e infermieri – che non sono tanto le mani (comunque sempre utili e necessarie), quanto il cuore che costruisce il vero tempio di Dio. Voi siete la vera cappella che qui si è costruita e continua a costruirsi giorno per giorno, perché “dove la carità è vera, lì c’è Dio”. Non a caso charitas è il motto del logo dell’Unitalsi. Dove manca la carità, non solo non c’è Dio, c’è grande povertà umana e profonde lotte e divisioni.
Impariamo dall’amore di Maria per i malati e per gli ultimi e saremo veri costruttori della cappella che Maria ha chiesto. Al suo cuore immacolato è consacrata la Chiesa e l’umanità intera. In modo speciale papa Francesco ha affidato e consacrato la Russia e l’Ucraina il 25 marzo 2022. Anche noi chiediamo al suo cuore immacolato di intercedere, perché si convertano i cuori, si estingua l’odio, cessi la guerra e ritornino la vera pace e la giustizia, le sole capaci di risanare le profonde ferite provocate.
Nostra Signora di Lourdes, prega per noi”.

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