“Laudate Deum”, è questo il titolo della prossima esortazione apostolica di Papa Francesco, che sarà resa pubblica domani 4 ottobre. A rivelarne il titolo è stato lo stesso Francesco ricevendo in udienza i partecipanti ad un incontro di rettori delle università pubbliche e private latinoamericane. In quella occasione il Papa è tornato su temi a lui molto cari come cambiamenti climatici, migrazioni ed esclusione sociale.
Non è stata questa comunque la prima volta in cui il Pontefice ha annunciato a sorpresa di essere al lavoro per un ampliamento e aggiornamento della sua enciclica in materia: Laudato si’, firmata il 24 maggio 2015 e pubblicata il 18 giugno successivo. Ne aveva infatti parlato una prima volta il 21 agosto scorso durante un’udienza privata. “Sto scrivendo una seconda parte della Laudato si’ per aggiornare i problemi attuali” aveva rivelato ricevendo una delegazione di avvocati di Paesi membri del Consiglio d’Europa firmatari dell’Appello di Vienna; e poi il 30 agosto scorso durante l’udienza generale del mercoledì quando, dopo aver ribadito la necessità di “schierarsi al fianco delle vittime delle ingiustizie ambientali e climatiche, sforzandoci di porre fine all’insensata guerra mondiale alla nostra Casa comune” ha annunciato che“per la festa di san Francesco d’Assisi ho intenzione di pubblicare un’esortazione. Una seconda Laudato si’”.Dunque il Papa torna in maniera forte su uno dei temi che più di altri lo allarma e sul quale da tempo ha posto la sua attenzione: la crisi ambientale e climatica. Nella Laudato si’ non è partito da zero. Riprendendo le parole dei suoi predecessori ha esortato il mondo della politica a non avere uno sguardo miope, fermo sul successo immediato senza prospettive a lungo termine e poi ha invitato tutti a liberarsi dall’egoismo, anima delle società consumistiche, cambiando i propri stili di vita.
In questi anni, sappiamo anche che la Laudato si’ ha avuto una forte influenza a livello mondiale suscitando un vastissimo dibattito, non solo in ambito cattolico, sull’atteggiamento verso la salvaguardia del creato.A tal proposito è importante ricordare che fu lo stesso papa Francesco a definirne il carattere liberando la sua terza enciclica da quella “etichetta ambientalista” che molti le hanno attribuito in maniera superficiale.
“Non è un’enciclica verde ma un’enciclica sociale”, diceva infatti nell’aprile 2020 ai membri della Fondazione Centesimus Annus. Un’occasione che permise al Pontefice di ribadire la necessità di puntare sullo “sviluppo di un’ecologia integrale quale priorità a livello internazionale, nazionale e individuale” e di auspicare a “una maggiore sensibilità sui temi ecologici con l’adozione, da parte di molte nazioni, degli Obiettivi di sviluppo sostenibile concordati dalle Nazioni Unite”.
Ciò che ormai appare evidente a tutti, e a Papa Francesco in particolare, è che l’aggravarsi della crisi climatica con le sue conseguenze e i disastri ambientali, uniti ai reiterati ritardi della comunità internazionale sugli accordi per limitare le emissioni di gas serra (fattori questi cui si deve anche l’acutizzarsi delle migrazioni causate dal riscaldamento globale), necessita un aggiornamento nelle linee di indirizzo di intervento, al fine di affrontare, attraverso nuove strategie, le sfide legate ai fenomeni climatici.
Del resto, nel corso del suo pontificato, Francesco non ha mai smesso di invitare tutti, dalle Organizzazioni Internazionali agli Stati fino ai singoli cittadini, a cercare alternative che aiutino a superare la crisi ambientale oltre che ad essere “creativi in queste cose per proteggere la natura e la casa comune”.
Con la nuova esortazione apostolica si arricchisce quindi ulteriormente quella parte del suo magistero dedicato all’”ecologia integrale”, riguardante la cura della casa comune con le sue relative implicazioni sociali e politiche.
Non è ancora chiaro se il documento si tradurrà in una versione aggiornata dell’enciclica già esistente, – fatto questo che rappresenterebbe comunque un inedito -, oppure sarà una nuova enciclica, la quarta eventualmente, del suo pontificato (‘Lumen Fidei’ del 2013 a quattro mani con Benedetto XVI; Laudato si” del 2015 e ‘Fratelli tutti’ del 2020). Ciò che invece sappiamo con certezza che la sua uscita è prevista per la festa di San Francesco d’Assisi, il 4 ottobre, e sarà, a detta dello stesso Francesco, “uno sguardo a quello che è successo e dire cosa bisogna fare”.
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