Nel briefing con i giornalisti sul Sinodo, in Sala Stampa vaticana, non sono mancate le domande dei giornalisti, rivolte a Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione e presidente della Commissione per l’informazione dell’Assemblea, suor Letizia Salazar, dell’ordine della compagnia di Notre Dame, il card. Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa. Ha preso la parola anche Sheila Peres, segreteria della Commissione per l’informazione.
Proprio quest’ultima ha fatto notare lo stile di Papa Francesco e la sua presenza da “vero pastore che ci accompagna nel cammino”. Ruffini ha ricordato che il Pontefice arriva “prima di moltissimi di noi”.
Suor Salazar ha risposto a una domanda sulla sua personale esperienza riguardo all’immigrazione, al confine tra Messico e Stati Uniti d’America, rilevando l’importanza che quando un migrante arriva in un nuovo Paese ci sia la Chiesa che lo accoglie con una fede che sostiene. Insomma, per il migrante è decisivo l’incontro con una comunità.
La religiosa, come anche il cardinale, hanno poi risposto a una domanda sulla questione del discernimento per comprendere la volontà di Dio nell’Assemblea di questi giorni. Il Sinodo sulla sinodalità, ha affermato il porporato riferendosi a un’altra domanda specifica sull’omosessualità in Africa, “è tenersi per mano insieme, camminando insieme”, e così affrontare ogni questione, nessuna esclusa, “attraverso discernimento collettivo che ci dirà la direzione”. Non conta tanto, dunque, una “opinione personale” sui diversi temi ma, ha insistito il cardinale, una esperienza di sinodalità.
Riguardo alla formazione e alla mancanza dei seminaristi, in particolare in Africa, il cardinale ha suggerito anzitutto di non generalizzare. Nella sua arcidiocesi di Kinshasa, ha detto, i seminaristi sono 130. Ma in altre parti certamente mancano.
Sempre in risposta a una domanda, il card. Ambongo Besungu ha fatto notare che non è il Sinodo, nonostante le molte aspettative, il luogo dove si risolvono tutti i problemi. Esso, piuttosto, definisce il nuovo modo di agire della Chiesa nell’affrontare i problemi con spirito di sinodalità. È “un nuovo modo di essere Chiesa”. E suor Salazar ha indicato l’importanza di “imparare a essere fratelli e sorelle indipendentemente dalle proprie esperienze: è un obiettivo imparare a confrontarci”.
I lavori riprenderanno lunedì 9, alle 10 — dopo la celebrazione, alle 8.45, della messa all’altare della cattedra della basilica di San Pietro, presieduta da Youssef Absi, patriarca di Antiochia dei greco-melkiti, capo del Sinodo della Chiesa greco-melkita cattolica — con la quarta congregazione generale. Il prossimo briefing con i giornalisti ci sarà, invece, martedì 10 ottobre.