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Attacco a Israele: Dentice (Cesi), “motivazioni alla base di questa nuova fase sono riconducibili alla sfera locale”

Quelle che hanno portato ad una nuova escalation nel conflitto israelo-palestinese “sono assolutamente radici locali. Le motivazioni alla base di questa nuova fase di conflitto sono riconducibili alla sfera locale. Ossia alle interazioni tra Israele e palestinesi e, soprattutto, tra Israele, Autorità Nazionale Palestinese e Hamas, tra Gaza e Cisgiordania”. Ne è convinto Giuseppe Dentice, analista e responsabile del Desk Medio Oriente e Nord Africa del Cesi (Centro studi internazionali), che così si è espresso in un’intervista a Interris.it.
“C’è un elemento molto importante che non si può non considerare: le divisioni intra-palestinesi”, spiega Dentice: “Le competizioni tra Hamas e Anp e dentro lo stesso mondo di Hamas. Alla luce di questo ci troviamo con queste situazioni. La violenza emersa è il frutto di situazioni di contingenza. Rifletterei inoltre su ruolo e importanza del governo di estrema destra israeliano ma anche delle sue azioni nella West Bank (la Cisgiordania, ndr). Così come le azioni di terrorismo prodotte dai coloni dentro la West Bank. È un mondo di tutti contro tutti, in cui chi paga le conseguenze è la popolazione civile, sia palestinese che israeliana”. “La forte componente locale non esclude la dimensione regionale”, osserva poi l’analista, ribadendo che “le radici profonde del conflitto devono però essere ricercate dentro Israele e dentro le dinamiche palestinesi”. “È evidente – prosegue – se, come Hezbollah ha minacciato, potrebbe alimentare il fronte nord, quello del confine tra Siria e Libano, già questo significherebbe una sorta di allargamento del conflitto. Con ripercussioni di varia natura. Non dimentichiamo, inoltre, che i Paesi arabi non hanno assunto posizioni nette di cesura o condanna delle attività di Hamas ma hanno mantenuto una posizione ambivalente, molto guardinga. Un po’ dettata anche da calcolo politico”.

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