X

Padre Nowak: “Unire le forze per sostenere i missionari nel mondo”

Miela Fagiolo D’Attilia

Il Fondo universale di solidarietà (Fus) delle Pontificie opere missionarie è una sorta di “cisterna di riserva” che permette di sostenere le missioni, anche le più povere e lontane, nel mondo. Grazie a questa risorsa si convogliano risorse verso gli operatori pastorali di ogni Chiesa: catechisti, sacerdoti, operatori scolastici, sanitari e sociali che beneficiano del sostegno della colletta a cui ogni Chiesa locale contribuisce secondo la propria disponibilità economica.
Anche se a volte “il contributo è solo simbolico, come l’obolo della vedova del Vangelo”, spiega padre Tadeusz Jan Nowak, segretario generale della Pontificia opera della propagazione della fede, che illustra il grande orizzonte della solidarietà tra le Chiese che si apre grazie alle offerte raccolte per la Giornata missionaria mondiale (Gmm). “Si tratta infatti di una rete universale composta da tutte le Chiese nella comunione della Chiesa universale: una rete di preghiera, formazione, informazione, aiuto reciproco, per far camminare l’evangelizzazione nel mondo”. Il Fondo universale di solidarietà distribuisce aiuti alle nuove Chiese e nelle zone di prima evangelizzazione: si tratta di circa 1.150 realtà locali (diocesi, arcidiocesi, vicariati e prefetture apostoliche, missioni sui iuris) che si trovano in Africa, Asia, Oceania, e in alcune regioni dell’America latina.
“Nel Fondo universale confluisce la colletta fatta in occasione della Gmm che viene celebrata in ogni comunità cristiana del mondo – continua padre Nowak –. In ogni parrocchia o comunità si prega, si celebra la messa e i fedeli possono offrire qualcosa per sostenere concretamente i missionari nel mondo. È sempre più difficile far comprendere che le gravi necessità dell’evangelizzazione, di cui spesso parla Papa Francesco, sono anche e soprattutto i bisogni pastorali fondamentali delle Chiese in situazioni di maggiore necessità; vale a dire la formazione dei seminaristi, sacerdoti, religiosi, catechisti locali, la costruzione e il mantenimento dei luoghi di culto, dei seminari e delle strutture parrocchiali, il sostegno ai mass media cattolici locali (tv, radio e stampa), la fornitura dei mezzi di trasporto (auto, moto, biciclette, barche), il sostegno alla catechesi, all’insegnamento cattolico, alla formazione cristiana dei bambini e dei giovani”.
Buona parte del Fondo arriva alle diocesi che ne hanno bisogno sotto forma di sussidi ordinari: sono 940 diocesi che ne ricevono, per un totale di circa 27 milioni dollari all’anno. I sussidi ordinari danno ai vescovi la possibilità disporre di una cifra che gli permetta di aiutare lo sviluppo della comunità cristiana e delle strutture ecclesiali: ad esempio denaro per la benzina per permettere le visite pastorali al vescovo, per comprare una fotocopiatrice, per sostenere il clero della diocesi che non ha altre forme di sostentamento. “Stiamo vivendo da tempo un trend in ribasso – conclude padre Nowak – e ogni anno purtroppo il fondo diminuisce: dieci anni fa c’erano circa 140 milioni di dollari da distribuire, quest’anno la metà, solo 70. C’è da chiedersi ad esempio, da dove le diocesi del Myanmar, Malawi, Bangladesh, Pakistan, Sri Lanka e altre prenderanno i soldi per la loro missione?”.

Redazione: