“Pochi minuti fa qui in parrocchia abbiamo ricevuto la telefonata di Papa Francesco. Ha chiamato padre Yusuf che mi ha dato il suo telefono perché parlassi direttamente con il Pontefice visto che lui non parla bene l’italiano. Il Papa ci ha assicurato che siamo nelle sue preghiere e che conosce la sofferenza che stiamo patendo”. Così suor Nabila Saleh, emozionata, ha raccontato al Sir la telefonata ricevuta da Papa Francesco. Una telefonata giunta al termine di un’altra giornata drammatica nella Striscia di Gaza, con i morti saliti a 2.670 e i feriti a più di 9.600, negli attacchi israeliani. Secondo l’Esercito di Israele sarebbero 600mila i palestinesi che hanno abbandonato negli ultimi giorni le loro abitazioni nel nord della Striscia e a Gaza City e che hanno oltrepassato il Wadi Gaza, per mettersi al riparo dai combattimenti. I cristiani sono fermi e decisi a restare in parrocchia dove pregano continuamente il Rosario, l’adorazione eucaristica e dove stanno dando rifugio anche a famiglie musulmane.
“Il Santo Padre – ha aggiunto la religiosa – ha voluto sapere quante persone sono ospitate dentro le strutture parrocchiali, ce ne sono circa 500, tra malati, famiglie, bambini, disabili, persone che hanno perso la casa e ogni avere. Il Papa ha voluto impartire la sua benedizione a tutti in parrocchia. Io e padre Yusuf lo abbiamo ringraziato a nome di tutta la comunità e abbiamo detto che offriamo le nostre sofferenze per la fine della guerra, per la pace, per la Chiesa e anche per il Sinodo. Purtroppo qui è già sera, molti sono già dentro le strutture per riposare. Padre Yusuf darà la bella notizia domani mattina durante la Messa perché tutti sappiano”.
“La telefonata del Papa” segue un’altra bella notizia, rivela al Sir suor Nabila: “Questa mattina abbiamo battezzato un bambino. Gli è stato dato il nome di Gabriele, l’angelo delle buone notizie, il messaggero di Dio. Quasi un annuncio della vicinanza del Papa annunciata dalla sua stessa viva voce. Ma aspettiamo con fede anche l’annuncio della fine della violenza e della guerra”. Oggi, conclude la religiosa, “abbiamo ricevuto da una associazione del Kuwait del cibo per pranzo, dei datteri e del pane. La Provvidenza ci sostiene”.
La parrocchia, infine, sempre oggi, ha ricevuto la visita fraterna del parroco ortodosso di Gaza, padre Silas, che ha portato il saluto del vescovo greco-ortodosso di Gaza, mons. Alexios. “Una visita che – dicono dalla parrocchia latina – dimostra come nei momenti di prova c’è unità e collaborazione tra tutti i cristiani della Striscia di Gaza. Preghiamo per la Pace e per tutti gli abitanti della Striscia, cristiani e musulmani, e per tutti gli abitanti della regione”.