DIOCESI – “Fratelli e sorelle carissimi, con il cuore pieno di sgomento per gli orrori dell’odio, della violenza e della guerra che feriscono la Terra Santa, eleviamo la nostra supplica a Dio, Re della Pace, affinché Israeliani e Palestinesi possano trovare la strada del dialogo”.
È con queste parole che il vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani, ha aperto l’incontro “Su te sia pace!”, un’ora e mezza di adorazione eucaristica e di preghiera per la pace in Terra Santa, organizzata martedì 17 ottobre, alle ore 21:00, in occasione della Giornata Nazionale di digiuno, preghiera ed astinenza per la pace e la riconciliazione promossa dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana). L’evento è avvenuto in San Benedetto del Tronto, presso la Cattedrale Santa Maria della Marina, che per l’occasione era gremita di persone di tutte le fasce di età: bambini, giovani, adulti ed anziani. Presenti molti sacerdoti, diaconi e fedeli provenienti da tutte le Parrocchie della Diocesi.
Dopo aver esposto il Santissimo Sacramento ed averlo incensato nel modo consueto, l’assemblea riunita ha pregare alcuni Salmi e intonato alcuni canti riguardanti i temi della pace e della giustizia. Dopo la preghiera delle litanie e prima della benedizione finale, il vescovo Bresciani ha preso la parola, dicendo: “Abbiamo i cuori pieni di tristezza per quello che sta avvenendo in Terra Santa. Qualcuno, in maniera irriverente, potrebbe chiedere: ‘Perché la preghiera? Cosa può la preghiera?’. Io rispondo che, se vogliamo la pace, non basta disarmare le mani: occorre disarmare i cuori. E per fare questo non bastano le forze umane, occorre che ci metta mano Dio. Questo dunque chiediamo al Signore: di toccare i cuori di chi ha aggredito ingiustamente e di chi è stato aggredito ingiustamente. Per fare la pace, infatti, occorre un cuore disponibile da parte di tutti, che non vuol dire mettere sullo stesso piano aggressore e aggredito; ma, se ci si vuole incontrare, se si vuole davvero costruire la pace, bisogna disarmare i cuori di tutti. I nostri cuori e quelli degli altri. Di tutti”.
“Stasera – ha proseguito Mons. Bresciani – abbiamo nel cuore la Terra Santa, una terra a noi molto cara, perché è quella di Gesù, una terra benedetta da Dio ma insanguinata così tanto dagli uomini. Noi crediamo che la pace sia possibile, al di là di ogni appartenenza. Ma bisogna costruirla. Chiediamo allora stasera al Signore che tocchi il cuore degli uni e degli altri, in Terra Santa, in Ucraina, in Afghanistan, in tutte le parti del mondo dilaniate dalla guerra, un male che noi uomini ancora non riusciamo a debellare, nonostante porti solo sconfitte. La guerra, infatti, fa perdere sempre, fa perdere tutti, perché è l’umanità che perde. Perde il senso della vita, il valore della giustizia, il dono della libertà e della pace. Lo chiediamo per quelle mamme, quei papà e quei figli che piangono in tutte le parti del mondo: il dolore, infatti, la sofferenza e le lacrime sono uguali dappertutto. Noi non vogliamo più lacrime nè le tante prevaricazioni che si manifestano sempre più spesso nel mondo. Il Signore ci ha mostrato la strada. Dunque seguiamo quella strada, perché lungo quella strada ci sarà pace per tutti”.
Il vescovo Bresciani ha concluso le sue riflessioni con un invito concreto, rivolto a tutti i fedeli presenti, ad essere missionari di pace: “Siamo nell’ottobre missionario. Il mondo ha bisogno di cuori ardenti e piedi in cammino, perché ovunque arrivi il Vangelo della Pace. Carissimi, a ciascuno di noi è chiesto di essere missionario, di annunciare e portare la pace che solo il Cristo Risorto può donarci. La Chiesa vi invita a mettervi in cammino, affinché ogni giorno, in ogni situazione, siate forti nel testimoniare che la pace è possibile!”
L’incontro di adorazione eucaristica si è concluso con il canto del Salve Regina e una preghiera al Signore di invocazione della pace: “Signore e Padre dell’umanità, che hai creato tutti gli esseri umani con la stessa dignità, infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno. Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace. Stimolaci a creare società più sane ed un mondo più degno, senza fame, senza povertà, senza violenza, senza guerre. Il nostro cuore si apra a tutti i popoli e le nazioni della terra, per riconoscere il bene e la bellezza che hai seminato in ciascuno di essi, per stringere legami di unità, di progetti comuni e di speranze condivise“.
Numerosi i momenti intensi, di commozione e di preghiera. Tra tutti particolarmente toccante è stata la preghiera del Padre Nostro, durante il quale molti fedeli, spontaneamente, si sono presi per mano, come a testimoniare, con un gesto concreto, la volontà di riconoscersi figli dello stesso Padre e quindi tutti fratelli uniti da un legame di amore e pace.
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