foto SIR/Marco Calvarese

“La Chiesa è donna, ma perché sono le donne che sanno aspettare, che sanno scoprire le risorse della Chiesa, del popolo fedele, che si spingono oltre il limite, forse con paura ma coraggiose, e nel chiaroscuro di un giorno che inizia si avvicinano a un sepolcro con l’intuizione (ancora non speranza) che ci possa essere qualcosa di vivo. La donna è un riflesso della Chiesa, la Chiesa è femminile, è una sposa e madre”.

Lo ha detto il Papa, intervenendo alla Congregazione generale di ieri pomeriggio al Sinodo dei vescovi sulla sinodalità. “Quando i ministri “eccedono nel loro servizio e maltrattano il popolo di Dio, deturpano il volto della Chiesa, rovinano con atteggiamenti maschilisti e dittatoriali”, ha denunciato Francesco nel suo intervento in spagnolo: “È doloroso – ha aggiunto – trovare in alcuni uffici parrocchiali l’elenco dei prezzi dei servizi sacramentali come in un supermercato. O la Chiesa è il popolo fedele di Dio in cammino, santo e peccatore, o finisce per essere un’azienda di servizi vari, e quando gli agenti pastorali prendono questa seconda strada, la Chiesa diventa il supermercato della salvezza e i sacerdoti semplici dipendenti di una multinazionale”. È questo, per il Papa, il “grande fallimento” a cui conduce il clericalismo, che “è una frusta, è un flagello, una forma di mondanità che sporca e danneggia il volto della sposa del Signore, schiavizza il santo popolo fedele di Dio”. “Con quanta pazienza deve tollerare gli sprechi, i maltrattamenti, le esclusioni da parte del clericalismo istituzionalizzato”, ha esclamato il Santo Padre: “E con quanta naturalezza parliamo dei ‘prìncipi della Chiesa’, o delle promozioni episcopali come promozioni di carriera! Gli orrori del mondo, la mondanità che maltratta il popolo santo fedele di Dio”.

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