Daniele Rocchi
“Stiamo tutti bene, è un miracolo del Signore”: è il breve e rassicurante messaggio arrivato al Sir questa mattina dalla parrocchia latina della Sacra Famiglia di Gaza, dove attualmente sono rifugiate 700 persone, tra di loro anche anziani, persone malate, ferite e disabili gravi. Nella serata di ieri, come confermato al Sir dal vicario della Custodia di Terra Santa, padre Ibrahim Faltas, Israele aveva tagliato le comunicazioni isolando di fatto tutta la Striscia mentre erano in corso dei raid aerei a copertura di una serie di ‘attacchi’ di terra condotti con truppe e carri armati dell’Esercito nella parte orientale di Gaza, soprattutto nel settore settentrionale, dal campo profughi di Jabaliya a Bet Lahiya e Bet Hanun, nella Striscia centrale e a Khan Yunis, nel sud. La giornata di venerdì, 27 ottobre, voluta da Papa Francesco per pregare e digiunare per la pace è diventata così anche quella più combattuta, “la notte peggiore” fanno sapere i parrocchiani, dall’inizio della guerra.
L’appello della parrocchia. Dalla chiesa, nella veglia serale di ieri, le 8 religiose presenti in parrocchia (suore del Rosario, suore del Verbo incarnato e missionarie della carità, ndr.) avevano lanciato, a nome della comunità cristiana di Gaza, un appello per la pace: “La situazione in tutta Gaza è critica, con bombardamenti che si verificano senza sosta. In tutta la Striscia, manca di tutto, dall’acqua, cibo, carburante, medicine, cappotti. Preghiamo senza sosta per la pace, per la fine della guerra e affinché possano entrare tutti gli aiuti per tutti i bisognosi, che siano a nord o a sud di Gaza. Mentre ringraziamo per la vicinanza del Santo Padre, ringraziamo, nella sua persona, tutti coloro che pregano e lavorano per la Pace. Vogliamo pregare la Vergine insieme a tutta la comunità questa preghiera tanto amata da tutti i nostri bambini: ‘sotto il tuo sostegno ci poniamo Santa Madre di Dio’ con un’antifona in arabo che dice: Signore della pace, donaci la pace, metti nel nostro cuore la pace. Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non ignorare le nostre richieste che hanno bisogno di te, ma liberaci sempre da tutti i pericoli, o gloriosa Vergine benedetta”. All’appello è seguita la recita della preghiera semplice di san Francesco, “Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace”.
La notte più lunga. Di lì a poco, raccontano dalla parrocchia, il ritorno in chiesa per timore dei bombardamenti. “Ci siamo rifugiati in chiesa perché temiamo che bombarderanno vicino il complesso parrocchiale. Siamo tutti in piedi, svegli. Sentiamo spari e bombe all’esterno della parrocchia”: era stato il messaggio al Sir nel corso di un breve contatto telefonico che parlava di “una notte lunga con bombardamenti sono in corso”. Poi l’interruzione della comunicazione. Fino a poco fa: “Stiamo tutti bene e questo è un miracolo del Signore” è stato il nuovo contatto, rassicurante, di stamattina.