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FOTO Villa Rosa, 25 anni di sacerdozio di don Claudio Marchetti: “Dico grazie al Signore perché oggi sono ancora prete”

MARTINSICURO – “Ricordo che, quando il vescovo mi disse di scegliere una data per la celebrazione della mia ordinazione sacerdotale, io pensai a diverse opzioni, come l’esaltazione della Santa Croce e l’Addolorata, ma alla fine scelsi la festa di Tutti i Santi. Riflettendoci, col senno di poi, devo dire che feci una giusta scelta, perché pensai che non mi sarebbe bastato affidarmi ad un solo santo, bensì ad una moltitudine, come viene detto nella Prima Lettura di oggi”. È con queste parole che don Claudio Marchetti, rettore del Pontificio Seminario Regionale Marchigiano, ha iniziato l’omelia della Messa da lui presieduta martedì 31 ottobre, alle ore 19:15, presso la chiesa San Gabriele dell’addolorata in Villa Rosa di Martinsicuro, in occasione del suo venticinquesimo anniversario di ordinazione presbiterale.

Presenti alla Celebrazione Eucaristica numerosi fedeli delle parrocchie in cui don Marchetti ha svolto il suo servizio pastorale, accompagnati dagli attuali sacerdoti: don Elvezio Di Matteo, parroco presso la parrocchia Sant’Angelo in Civitella del Tronto e Santa Maria della Misericordia in Faraone, oltre che responsabile della Comunità Diaconale della nostra diocesi; don Lorenzo Bruni, parroco della parrocchia Santa Maria Assunta di Montalto delle Marche, sede della concattedrale, delle parrocchie Santa Maria in Viminato in località Patrignone, Santa Lucia in Porchia e San Pietro Apostolo in Valdaso, oltre che direttore delle Scuola Diocesana di Formazione Teologica; don Dino Straccia, parroco delle parrocchie San Cipriano e San Giovanni Evangelista in Colonnella. Oltre a loro, hanno concelebrato anche altri sacerdoti legati a don Marchetti per varie ragioni: don Alfonso Rosati, parroco delle parrocchie Santa Maria Bambina e San Gabriele dell’Addolorata di Villa Rosa, la comunità d’origine del festeggiato; don Daniele De Angelis e don Valerio Rastelletti, rispettivamente ex ed attuale vicerettore del Seminario Regionale; don Luca Bottegoni, padre spirituale del Seminario Regionale; don Silvio Giampieri della nostra diocesi, don Federico Rango della diocesi di Jesi, don Riccardo Lenci della diocesi di Senigallia e don Luca Censori della diocesi di Ascoli Piceno, già alunni del Seminario Regionale ed ora sacerdoti. Presenti anche i diaconi Walter Gandolfi e Domenico Maria Feliciani della nostra diocesi; il diacono Luigi Burchiani, della diocesi di Ancona, che il prossimo 8 dicembre verrà ordinato presbitero; tutti i seminaristi del Pontificio Seminario Regionale Marchigiano, i quali hanno animato con il canto la Santa Messa. Tra i fedeli erano presenti Massimo Vagnoni, primo cittadino del Comune di Martinsicuro, e Tonia Piccioni, già sindaca del Comune di Alba Adriatica.

“Della mia ordinazione sacerdotale – ha detto don Claudio Marchetti – ricordo molto nitidamente un fatto. Durante la prostrazione, che è il segno che colpisce di più, un segno di morte e di consegna al tempo stesso, mentre si cantavano le litanie dei Santi, io iniziai a pensare a molte persone che avevo incontrato lungo il mio cammino: tanti volti e tanti ricordi che all’improvviso mi invasero la mente ed il cuore. Mi distrassi a tal punto che fu il cerimoniere ad avvertirmi di alzarmi. Io mi sentii terribilmente in colpa. Pensai che, proprio nel momento in cui la Chiesa Celeste e la Chiesa Terrestre stava pregando per me, io mi ero distratto. Questo pensiero, che era più che altro un senso di colpa, mi accompagnò per alcuni giorni, tanto che alla fine andai dal padre spirituale, don Pierino Ranieri, ora vescovo in Sicilia, e gli riferii le mie perplessità. Lui allora mi chiese: ‘E questa, secondo te, è stata una distrazione?! Mentre tutti invocavamo la Chiesa Celeste, tu ripassavi nella tua memoria i volti dei tuoi Santi, di coloro che ti hanno accompagnato nella tua vita, da quando eri piccolo fino a quel momento’. Ancora oggi ricordo con commozione queste parole, in quanto, se c’è una frase che mi ha sempre colpito della Liturgia della Parola della solennità di Ognissanti, anche prima ancora di diventare prete, è quella della Prima Lettura, tratta dal Libro dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo, il quale afferma: ‘Vidi una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua’. Ecco, ho sempre pensato e riflettuto su questa grande moltitudine di persone: alcune camminano sulla terra, altre ci hanno già lasciato, ci sono i Santi che pregano per noi. Forse la grazia che il Signore mi ha fatto quel giorno è stata propria quella di farmi tornare in memoria tutti quei Santi che, da quando ero piccolo fino a quel momento, avevano incrociato la mia strada, mi avevano accompagnato ed erano stati determinanti per la mia formazione e per la mia vocazione. Una persona, infatti, diventa quello che è, grazie all’aiuto, alla vicinanza, alla testimonianza, alla compagnia di tanti fratelli e di tante sorelle, parenti, amici, anche persone che si incrociano casualmente e per breve tempo”.

Don Marchetti ha poi ricordato tutte le parrocchie in cui ha esercitato il suo Ministero pastorale: “Prima di essere prete, mi sembrava tanto grande la moltitudine di persone di Villa Rosa che mi avevano accompagnato fino a quel momento, ma, quando ho deciso di diventare prete, già entrando seminario a Roma, quella moltitudine si è allargata: lì davvero ho incontrato fratelli di tante nazionalità e culture diverse! Negli anni di Ministero poi, il Signore mi ha dato la grazia di far aumentare ancora di più questa moltitudine nelle varie comunità in cui sono stato: Faraone, Sant’Egidio alla Vibrata, Villa Lempa, Ripe di Civitella, le parrocchie di Montalto delle Marche e Colonnella. Una moltitudine che infine si è ampliata ancora di più, quando sono stato chiamato a dirigere il Pontificio Seminario Regionale Marchigiano, presso il quale ho avuto la grazia di incontrare tanti giovani seminaristi, molti dei quali sono qui presenti. Questa sera allora mi sento di dire solo grazie al Signore, perché io non ho fatto nulla, ha fatto tutto Lui: è stato Lui, infatti, ad avermi fatto vedere sbocciare la vita di tanti bambini nelle parrocchie che ho servito e ad avermeli fatti accompagnare nel loro cammino di crescita; è stato Lui a farmi vedere tanti giovani prendere il largo verso la vita, magari sposandone qualcuno; è stato Lui ad aver messo tutte queste persone sulla mia strada che custodiscono in qualche modo la mia vocazione. Dico grazie al Signore perché oggi sono ancora prete. E se oggi sono ancora prete, è perché ho avuto la custodia, la testimonianza e la vicinanza di tutti voi, in particolare di questa comunità che non ha smesso mai di starmi accanto con l’affetto, la stima e la preghiera. Nei confronti di Villa Rosa mi sento sempre un po’ in imbarazzo, perché sento di non aver condiviso troppo tempo con voi, che invece ci tenevate e ci tenete molto: questo lo sento e ne vado orgoglioso. Ma tutto quello che sono, lo devo a voi: a voi della prima ora, a voi che avete condiviso il cammino con me, a voi delle varie comunità che ho incontrato e che rivedo stasera, a voi del Seminario, la mia nuova famiglia. E siccome tutto parte dalla prima famiglia, ringrazio mio padre, mio fratello, mia mamma – che seppur in Cielo, sento vicina – e i parenti. Quello che si è, è frutto della testimonianza, dell’aiuto e della vicinanza delle persone che si incontrano nel proprio cammino e con cui si condivide un pezzo di strada. Grazie quindi a tutti voi, che vi siete scomodati a venire qui stasera, anche da lontano, e ai confratelli presenti”.

“Tutto quello che siamo – ha concluso don Marchetti – è opera del Signore, quindi lo restituiamo a Lui. Egli ci riconsegna se stesso, con se stesso ci riconsegna tutto, perché tutto quello che è affidato a Lui è custodito per l’eternità, anche chi non c’è più, così come noi saremo custoditi per l’eternità. Noi, infatti, siamo chiamati all’eternità. Questa moltitudine, di cui parla la Prima Lettura e che ho citato più volte, è una moltitudine che cammina verso l’eternità, una moltitudine che già vive nell’eternità. E anche noi già ci siamo, anche se l’eternità a volte la sentiamo lontana. Questa eternità è la nostra vera beatitudine! Ci sentiamo eterni, infatti, quando ci sentiamo Figli amati dal Padre, come ci viene detto oggi nella Seconda Lettura, tratta dalla Prima Lettera di San Giovanni Apostolo. Questa è la nostra gioia! Sappiamo che c’è Dio che ci ama, che non ci abbandona mai, che ci custodisce e che lo fa per l’eternità. Anche quando moriamo siamo custoditi per l’eternità, anzi soprattutto in quel momento in cui entriamo per sempre in Lui, dove vivremo per sempre, dove vedremo il Signore faccia a faccia: adesso, infatti, Lo desideriamo e Lo mostriamo nei segni, ma nella fragilità umana; dopo invece Lo vedremo faccia a faccia. È questa la nostra vocazione: noi siamo chiamati a questo. Allora camminiamo tutti insieme, seppur con ruoli diversi, ma insieme, custodendoci reciprocamente e testimoniandoci la bellezza di appartenere al Signore“.

Prima della benedizione finale, è stata letta una lettera scritta da Suor Daniela Lasca, la quale ha ripercorso le varie tappe della vita del festeggiato, in particolare i momenti trascorsi insieme presso la Scuola dell’Infanzia da lei diretta, e ha citato la frase di Santa Teresina del Bambin Gesù, evidentemente profetica, scelta dalla madre di don Marchetti per la foto ricordo da dare ai parenti e agli amici in occasione della prima Comunione: ‘Rimani con me Signore, perché aspro è il sentiero, alta è la vetta e io voglio raggiungerti’.
A seguire il parroco don Alfonso Rosati ha ringraziato tutti i fedeli intervenuti per aver vissuto insieme un momento di condivisione e di preghiera, in particolare i seminaristi, ai quali ha augurato di saper ascoltare. Ha poi omaggiato il festeggiato con un piccolo dono: “una stola, simbolo di servizio – ha detto don Rosati –, con sopra rappresentata una croce fatta a colori, che va dalla terra al Cielo, segno che ogni cosa che si desidera realizzare qui su questa terra è proiettata per giungere in alto”.
La Messa si è conclusa con il saluto e l’abbraccio di don Claudio Marchetti a tutti i sacerdoti e i diaconi presenti e con la lettura della benedizione apostolica impartita da Papa Francesco al festeggiato in occasione del suo 25° anniversario di ordinazione presbiterale, “affinché il suo Ministero continui ad essere icona e trasparenza del volto di Cristo”.

Dopo la celebrazione, a salutare don Marchetti è sopraggiunto anche don Anselmo Fulgenzi, parroco delle parrocchie Madre Teresa e Sacro Cuore di Martinsicuro. A seguire tutti i presenti si sono riuniti nei locali dell’oratorio attigui alla chiesa per vivere un momento di agape fraterna, durante la quale i fedeli ed i sacerdoti hanno cenato, giocato e anche fatto una piccola lotteria, il cui ricavato è andato in regalo a don Claudio.

Carletta Di Blasio: