(foto Emergency)

Emergency Sudan comunica di essere stato costretto a sospendere le attività del Centro pediatrico di Nyala, nel Sud Darfur, perché l’ospedale è stato saccheggiato e sono stati danneggiati i locali, le attrezzature, e violata la sicurezza dello staff sudanese che, il 25 ottobre scorso, è stato arrestato dalle Rsf-Forze di supporto rapido e rilasciato solo nelle scorse ore con le scuse.

“I colleghi sudanesi sono stati i primi a chiedere di tenere aperto il Centro pediatrico per garantire la continuità delle attività sanitarie. Vedono in prima persona l’impatto del lavoro di Emergency sulla propria comunità, ogni giorno, e per questo non si sono mai tirati indietro. Tuttavia, senza rassicurazioni sulla sicurezza dello staff, dei pazienti e sulla possibilità di lavorare in modo indipendente non sarà possibile riaprire l’ospedale”. Questo quanto si legge nel comunicato di Emergency dove si ricorda il lavoro svolto dallo staff che da 2 mesi gestisce l’ospedale in autonomia per garantire l’assistenza necessaria ai bambini, alle madri e ai pazienti cardiopatici di Nyala e dei centri vicini, fortemente colpiti dal conflitto in atto dal 15 aprile. “Anche nella capitale Khartoum la gestione delle strutture sanitarie sta diventando sempre più difficile. La città è irriconoscibile, dilaniata dai bombardamenti che vanno avanti da oltre sei mesi, la maggior parte degli ospedali sono chiusi per inagibilità o perché non sono più in grado di garantire assistenza per la mancanza dei farmaci e del materiale necessario”.

Prosegue nel comunicato Emergency che sta continuando ad assicurare le attività anche con personale internazionale nel Centro Salam di cardiochirurgia ed il Centro di chirurgia di urgenza e traumatologia dove scarseggiano i farmaci, i materiali di consumo e il carburante necessario a far funzionare i generatori. Mancano anche autorizzazioni per far arrivare il materiale sanitario e scarseggia il personale necessario, dato che in molti hanno dovuto lasciare il Paese a causa della guerra ed i visti per il personale internazionale che deve dare il cambio, vengono ricevuti con molta lentezza. “Emergency chiede il rispetto dei pazienti, del personale e delle strutture sanitarie per poter continuare a garantire alla popolazione sudanese il diritto alla cura, anche in guerra”.

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