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Federico Ozanam: un “cattolico sociale” che ha anticipato i tempi

M.Michela Nicolais

“C’e ancora un cattolicesimo sociale?”. A chiederselo è stato mons. Baldassarre Reina, vicegerente della diocesi di Roma, intervenendo alla presentazione del libro “Federico Ozanam cattolico sociale”, a cura di Giuseppe Chinnici e Roberto Cipriani (Franco Angeli Editore), presentato il 31 ottobre nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. “Il pensiero e l’opera di Federico Ozanam sono ancor oggi di grande ispirazione per tutti coloro che non siano indifferenti di fronte alle gravi diseguaglianze economiche e sociali che causano povertà e sofferenza, ai disagi e alle privazioni di chi non ha un lavoro e neanche un tetto per ripararsi, di chi deve rinunciare a curarsi e ad istruire i propri figli, di chi pensa con disperazione al domani”. E’ il presupposto del libro, il primo interamente dedicato al pensiero sociale di Federico Ozanam, storico, giornalista, impegnato in politica, fondatore della Società San Vincenzo De Paoli, beatificato da Giovanni Paolo II il 22 agosto 1997 durante la Giornata mondiale della gioventù di Parigi, la cui figura e opera, secondo i curatori, “continuano ad essere un punto di riferimento storico per l’azione volontaria a favore dei poveri, a partire da un’evidente matrice d’ispirazione cristiana in generale e cattolica in particolare, tanto da permettere di collocare il suo pensiero pienamente nell’ambito del cattolicesimo sociale”.

 “Mettere insieme l’approfondimento scientifico con il contatto diretto coi poveri”:

è questa, per mons. Reina, la cifra del cattolicesimo sociale del beato Ozanam. “Oggi invece parliamo dei poveri mantenendo le distanze”, la denuncia del presule: “Ci rendiamo conto che c’è una povertà materiale, economica, lavorativa, una povertà delle relazioni, ma è come se non ci riguardasse”. “Quello di Ozanam è unaltro paradigma”, ha spiegato Reina: “quello del coinvolgimento pieno, nella Francia della prima metà dell’Ottocento”.

“Ragionevolezza della fede e concretezza dell’operare”:

così Francesco Bonini, rettore dell’Università Lumsa, ha sintetizzato l’eredità di Federico Ozanam e la sua attualità “non solo per la Francia del suo tempo, ma per tutta l’Europa”. Federico Ozanam, per Bonini, “ha fatto politica sotto diversi regimi, sotto la Restaurazione e durante la Repubblica, perché il suo obiettivo era la risemantizzazione della politica, e in particolare dei valori della Rivoluzione francese – libertà, uguaglianza e fraternità – che si era tentato di secolarizzare dalla loro radice cristiana. E proprio attraverso la testimonianza cristiana tali valori vengono riportati alla loro radice umana, diventando non più valori astratti ma incarnati”. A fare il punto sulla realtà attuale del volontariato, partendo dalla testimonianza in anticipo sui tempi di Ozanam, è stata Cristina De Luca, presente del Centro servizi per il volontariato, secondo la quale “non è più sufficiente”, per rispondere alle urgenze di oggi, l’impegno delle numerose realtà che ogni giorno cercano di rispondere ai bisogni sempre crescenti dei poveri: “bisogna coinvolgere maggiormente i giovani, per costruire azioni che non siano più isolate ma diano risposte più unitarie.

L’azione del volontariato deve essere accompagnata da un’azione di sistema,  se si vuol dare un futuro e un impatto sociale forte all’azione stessa”. 

Un’azione, quella a favore dei poveri, in cui un ruolo centrale può essere svolto anche dalle grandi imprese.

“La sostenibilità fa parte della nostra strategia aziendale”,

ha spiegato Alessandro Cabella, dell’area manager Italia Cavalieri Hilton. “Noi siamo dei privilegiati, entriamo ogni giorno in contatto con persone che trascorrono momenti di gioia e di svago, e questo privilegio dobbiamo ripagarlo alla comunità”. Un esempio: i pasti non consumati – oltre 20mila negli ultimi anni – che vengono ridistribuiti alle mense della Caritas. “Quando riammoderniamo gli alberghi – ha reso noto inoltre Cabella – doniamo gli arredi alle strutture che ne necessitano. Il 19 novembre, in occasione della Giornata mondiale dei poveri, offriremo il pranzo per 1.300 persone nell’Aula Paolo VI”.

“Se non andate a casa del povero a mangiare con lui non capirete mai cosa è la povertà”:

a citare questa frase di Ozanam, come cifra della sua “partecipazione concreta alla povertà è stato Roberto Cipriani, uno dei curatori del volume. Giuseppe Chinnici, presidente della Fondazione Ozanam – San Vincenzo De Paoli, l’altro curatore del libro, ha descritto le attività della Fondazione che porta il nome del beato a favore delle famiglie povere, delle ragazze madri, degli ex detenuti, degli anziani in condizioni di povertà e i dei giovani in difficoltà. Molte le iniziative di solidarietà avviate soprattutto nelle zone più periferiche di Roma grazie alla creazione di una linea operativa di aiuti concreti composta da 90 volontari che si prodigano nell’assistenza ai poveri. “Le famiglie in gravi difficoltà – ha ricordato Chinnici – sono circa 126mila e sono state coinvolte alcune aziende per aiutarci a fornire con regolarità gli alimenti indispensabili. Contribuiamo, inoltre, alla mensa della parrocchia del Santissimo Redentore a Val Melaina”.

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