SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “La Celebrazione è una cosa molto bella, perché state ‘dicendo’ che voi non vi dimenticate, non dimenticate i capi che vi hanno aiutato, gli amici che hanno trascorso un po’ di tempo con voi; loro sono morti, ma voi ricordate ancora e li ricordate nel Signore. Questo è bello, molto bello”.
Con queste parole Monsignor Carlo Bresciani, vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, ha aperto la propria riflessione, in occasione della Santa Messa presieduta, sabato 4 novembre, presso la Cattedrale Madonna della Marina, per tutti gli Scout defunti della Diocesi.
Vescovo Bresciani: “In questo modo voi manifestate il vostro ‘grazie’. E lo fate pregando. Voi riconoscete che c’è stato qualcuno che vi ha dato qualcosa di bello. Riconoscete che siete gruppi Scout, perché ci sono stati dei Capi che vi hanno aiutato e vi hanno dato qualcosa di bello; perché ci sono stati compagni, che, anche se ora purtroppo non ci sono più a causa di qualche malattia o di altre situazioni, tuttavia, quando erano con voi, vi hanno donato cose belle. Ecco perché ora dite grazie al Signore.
La Parola di Dio, che abbiamo annunciato, ci ha rivelato due aspetti che dobbiamo tenere presente, che dobbiamo avere sempre davanti, che non dobbiamo mai dimenticare.
Nella Prima Lettura San Paolo ci racconta cosa è successo con gli Israeliti, i quali non hanno accettato il Signore, non hanno accettato Gesù, e spiega che, anche se loro si sono dimenticati, tuttavia Dio non si dimentica mai del suo popolo. Questo è molto bello questo. San Paolo ci dice che Dio non si dimentica mai di nessuno di noi, anche nel caso in cui noi ci dovessimo dimenticare di Lui. Quando si vuole bene ad una persona, non la si dimentica mai e, siccome Dio ci vuole bene, non ci dimentica. E non ci vuole bene solo perché siamo vivi, ma ci vorrà bene sempre e non si dimenticherà mai di noi. È brutto quando gli altri si dimenticano di noi, ma siamo certi che Dio non lo farà mai! San Paolo di questo è contento: da una parte soffre, perché ripensa che i suoi connazionali abbiano fatto qualcosa che non va bene, ma dall’altra parte è contento perché, nonostante ciò, Dio non si dimenticherà mai di nessuno di loro.
Possiamo stare certi, perciò, che Dio non si è dimenticato dei vostri amici, dei vostri compagni, dei vostri capi e che non si dimenticherò mai neanche di noi.
Il secondo aspetto che voglio sottolineare, lo colgo dal brano del Vangelo: Gesù assiste ad una cosa un po’ strana. Qualche volta capita! Gesù ha visto delle persone invitate ad un banchetto, che correvano per prendere i primi posti, dimenticandosi degli altri. Quando voi fate le uscite o qualche viaggio insieme ad altri, se qualcuno di voi dovesse correre avanti e lasciare gli altri indietro, cosa pensereste? Avete imparato a fare così o diversamente? Io so che voi avete imparato ad aspettarvi gli uni gli altri. Gesù ci vuole dire che non è bello dimenticarsi degli altri; che non è bello, quando per apparire più belli, più furbi, più bravi, ci dimentichiamo degli altri. Non funziona certamente così all’interno di un gruppo Scout, ma nemmeno nella vita funziona così: non ci si deve mai dimenticare degli altri.
Quando si cammina insieme, se ci dovesse essere qualcuno un po’ più bravo di un altro, questo non si allontana, ma al contrario aspetta il suo compagno. È così anche nella vita.
Stasera allora possiamo essere contenti, perché siamo qui tutti insieme e questo è molto bello. Sono molto felice di vedervi qui tutti insieme. Io vi ho visto anche prima della Celebrazione: ho notato che fuori vi siete aspettati l’un l’altro e poi, insieme, siete entrati. Quando si sta insieme, quando ci si aspetta, si è più felici; nel caso contrario, quando si vuole primeggiare sugli altri, quando ci si dimentica degli altri, si finisce sempre con il litigare e infatti spesso tutti quelli che vogliono arrivare primi, rimangono soli.
Stasera siamo qui tutti insieme, non solo noi presenti, ma insieme anche a tutti i Capi, i compagni, gli amici che non ci sono più. Noi, insieme a tutti coloro che ci hanno preceduto nel Regno di Dio, formiamo la Chiesa e stasera siamo qui a pregare in comunione con loro. È bello questo pregare insieme, in comunione con coloro che sono morti. La loro presenza è diversa dalla nostra, ma con noi ci sono anche loro.
Stasera dunque voglio lasciarvi questi due pensieri: che il Signore non si dimentica mai di nessuno di noi e che coloro che sono morti sono Chiesa, quindi, insieme a noi, fanno parte della nostra stessa Chiesa e insieme possiamo lodare il Signore”.