La Società italiana d’igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti), a seguito dell’aggravarsi della crisi militare nei territori di Israele e Palestina, ed in accordo con i principi espressi all’interno del proprio statuto nazionale, esprime profonda preoccupazione per lo stato di salute delle popolazioni coinvolte.
La Società scientifica sottolinea, nello specifico, quattro aspetti: “La riduzione della capacità di accesso alle cure e di risposta ai bisogni di salute della popolazione ha un impatto devastante sui feriti e su tutta la popolazione, in primis i soggetti fragili e con patologie croniche e i bambini. Il peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie dovuto alla mancanza di cibo, acqua pulita e combustibile per i generatori che alimentano gli ospedali rischia di causare il diffondersi di patologie infettive epidemiche con conseguenze su entrambe le parti del conflitto e, soprattutto, sui fragili ivi compresi i prigionieri, le cui condizioni di salute destano grande preoccupazione”. Preoccupazione anche per “i tanti interventi in emergenza-urgenza effettuati dal personale sanitario senza l’utilizzo dei corretti presidi o farmaci”. Infine, “il timore di guerre civili, ondate di rifugiati e profughi con effetti catastrofici anche sulla salute mentale di tutte le popolazioni coinvolte e sullo sviluppo dei bambini negli anni a venire”.
La Società scientifica sottolinea che “gli attacchi sulle strutture e sugli operatori sanitari sono una violazione del diritto internazionale umanitario”; esprime “grande apprezzamento per il lavoro svolto, con spirito di sacrificio e abnegazione, dal personale sanitario di entrambe le popolazioni coinvolte” e, al tempo stesso, chiede alle autorità nazionali ed europee di “farsi portavoce, presso le autorità locali, della necessità di cibo e acqua pulita, nonché del ripristino del flusso elettrico presso le strutture ospedaliere, a garanzia del loro essenziale funzionamento”.
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