Un’azione “urgente e decisiva” affinchè non si superi la soglia dei 1,5 gradi Celsius di aumento delle temperature e si sostengano “le comunità più vulnerabili” colpite dagli eventi estremi e catastrofici del cambiamento climatico. A chiederlo sono 28 leader religiosi che ieri ad Abu Dhabi, nell’ambito della Global Faith leaders Summit, hanno firmato un appello rivolto ai delegati della Cop28, che si riuniranno dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai. La Dichiarazione vede tra gli altri le firme del prof. Mohamed Al-Duweini, rappresentante del Grande Imam di Al-Azhar, del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, in rappresentanza di Papa Francesco, e di Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Al Summit – si legge in un comunicato giunto al Sir tramite l’imam Yahya Pallavicini della Coreis presente all’incontro -, hanno partecipato leader delle religioni mondiali, ebrei, buddisti, sikh e indù, accademici ed esperti ambientali. António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, ha tenuto un discorso video e l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, leader spirituale della Comunione anglicana, ha inviato un video messaggio. L’appello è stato consegnato nelle mani del sultano Ahmed Al Jaber, nominato presidente della Cop28 sul clima. Nel suo discorso, il Sultano Al Jaber ha definito il documento “una potente dichiarazione di intenti che il mondo intero ha bisogno di ascoltare”. È stata, ha detto, “una dichiarazione di urgenza, unità, solidarietà, responsabilità e speranza”. Rivolgendosi a diversi leader religiosi, Al Jaber ha affermato: “Voi unite tutte le fedi attorno a un unico messaggio della nostra comune umanità. Siete i custodi delle convinzioni e delle aspirazioni della stragrande maggioranza di tutti coloro che vivono sul pianeta e siete una voce potente per molte comunità che non vengono ascoltate. La vostra fede collettiva continua a ispirare tutte le persone a vivere in armonia con la natura e ad agire per proteggere il nostro fragile mondo”. “Avete riunito diverse fedi attorno a un obiettivo comune”, ha aggiunto, e così facendo “avete dimostrato che in un mondo diviso possiamo unirci nell’azione per il clima”. Nel suo ruolo di presidente della Cop28, Al Jaber ha incontrato Papa Francesco in ottobre e anche in uqell’occasione, ha discusso del ruolo che le comunità di fede possono svolgere nell’affrontare il cambiamento climatico. Durante la Cop28 la Presidenza ospiterà il Padiglione della Fede, insieme a al Muslim Council of Elders (Mce) e alla United Nations Environment Program (Unep). Si tratta del primo padiglione di questo tipo ad un evento CopP. Il padiglione sarà dedicato all’impegno delle comunità religiose e presenterà la “Dichiarazione interreligiosa di Abu Dhabi per la Cop28”. Il Padiglione della Fede ospiterà anche un panel con leader religiosi, scienziati e leader politici, oltre a incoraggiare il dialogo intergenerazionale tra giovani leader religiosi e rappresentanti delle popolazioni indigene.
La Cop28 EAU si svolgerà presso Expo City Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. Si prevede che la conferenza riunirà oltre 70.000 partecipanti, tra cui capi di stato, funzionari governativi, leader industriali internazionali, rappresentanti del settore privato, accademici, esperti, giovani, e attori non statali. Come previsto dall’Accordo sul clima di Parigi, la COP28 degli Emirati Arabi Uniti fornirà il primo bilancio globale in assoluto, una valutazione completa dei progressi rispetto agli obiettivi climatici. Gli Emirati Arabi Uniti guideranno un processo affinché tutte le parti concordino una chiara tabella di marcia per accelerare i progressi attraverso una transizione energetica globale pragmatica e un approccio “non lasciare nessuno indietro” per un’azione climatica inclusiva. Per la prima volta alla “Conferenza delle Parti”, per la seconda negli Emirati Arabi Uniti dopo il viaggio del 2019 ad Abu Dhabi, Francesco sarà presente dall’1 al 3 dicembre tra i leader del mondo per ribadire appelli, aspettative e speranze già espressi nella Laudate Deum.