M. Chiara Biagioni
(da Bruxelles) Per l’Unione Europea e per chi lavora nelle sue istituzioni affinché siano guidati e ispirati dall’esempio dei Padri Fondatori del progetto europeo. Per la pace nel mondo perchè si ponga fine al vortice di odio che in particolare in Ucraina e in Terra Santa sta provocando incalcolabili perdite di vite umane. Per “le vittime della violenza”, in particolare per i bambini, le donne, gli anziani. In un momento in cui i conflitti non lasciano intravedere prospettive e, anzi, sono in una fase di escalation, i vescovi delegati delle Conferenze episcopali dell’Unione Europea – riuniti a Bruxelles per l’assemblea plenaria di autunno della Comece – si sono dati appuntamento nella Chiesa Notre-Dame des Victoires au Sablon nel cuore dell’Europa.“Noi crediamo che Dio conduce le sorti della storia – ha detto nell’omelia mons. Mariano Crociata, presidente della Comece -, ma siamo altrettanto convinti che Egli lo fa chiedendo a noi la disponibilità ad agire lasciandoci guidare dalla luce della sua sapienza e del suo amore”.
L’assemblea plenaria si è aperta facendo il punto sulle situazioni più calde in Europa e in Medio Oriente e sull’impatto che stanno avendo nelle società europee. Sono trascorsi poco meno di due anni dall’avvio dell’aggressione russa contro l’Ucraina e la guerra non lascia purtroppo ancora intravedere prospettive. Ad essa lo scorso 7 ottobre si è aggiunto l’attacco terroristico di Hamas contro Israele, a cui è seguito un conflitto che sta mettendo a rischio l’equilibrio dell’intera regione. I vescovi avranno modo di dialogare in questi tre giorni di lavoro con l’arcivescovo maggiore Schevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, e di ascoltare la testimonianza del patriarca Pizzaballa. “Sarà l’occasione – spiega Crociata – per dire la nostra piena solidarietà alla sofferenza dei loro fedeli, ma anche per ribadire il nostro rifiuto del terrorismo come metodo di lotta politica, la nostra condanna nei confronti di ogni forma di trasgressione del diritto internazionale e del rispetto dei confini e della dignità e intangibilità di ogni nazione”. Ma ai vescovi stanno a cuore soprattutto “le vittime della violenza, particolarmente i civili, i bambini, le donne, gli anziani, per lo sconvolgimento della vita di tante famiglie, per le sofferenze immani di feriti e di sfollati”.“Per quanto è in nostro potere – assicurano i vescovi Ue -, ci impegniamo a sostenere la causa della giustizia e dei diritti di singoli e di comunità locali e nazionali”.
Nel primo giorno di plenaria, è intervenuto anche il vice-presidente del Parlamento Europeo Othmar Karas, che ha avuto con i vescovi un confronto a tutto campo anche sui temi geopolitici internazionali, la crisi in Terra Santa e le ripercussioni che sta avendo in Europa in termini di tensioni e polarizzazioni. A questo proposito, nel suo discorso di apertura mons. Crociata ha dato voce alle preoccupazioni dei vescovi Ue. Ha parlato del problema sicurezza che “periodicamente si ripropone nei nostri Paesi, con inquietanti episodi di terrorismo”; ma anche dei “rigurgiti di antisemitismo che si ripresentano specialmente in queste circostanze, oltre che la polarizzazione verso l’una o l’altra causa che le manifestazioni di piazza denunciano, perdendo di vista la complessità delle situazioni e la considerazione della sofferenza di tutti quelli che la patiscono e non solo di una parte di essi”. “Anche per questo – ha proseguito il presidente della Comece – non possiamo rimanere insensibili di fronte al significato e agli effetti delle posizioni che l’UE assume sui conflitti, insieme a tante altre situazioni che si dispiegano sotto i nostri occhi”.
Al centro del dibattito, ci sono anche le elezioni europee che si terranno il prossimo anno nei 27 paesi membri dell’Unione europea dal 6 al 9 giugno. “Questo è un tempo in cui le grandi sfide che si profilano – ha detto Crociata – possono diventare occasione perché l’Unione Europea emerga con una unità più forte ed efficace in rapporto alle attese di oggi. Ma purtroppo i segnali non sembrano andare in tale direzione”. Il bilancio ad oggi non è positivo.“Dall’Ue – constata con amarezza il presidente della Comece – ci attendiamo di più di quanto abbiamo dovuto constatare negli ultimi tempi. In questo senso avvertiamo fin da ora che una scadenza cruciale è rappresentata dalla tornata elettorale dell’anno prossimo”.I cittadini europei meritano un Parlamento “rinnovato e rigenerato anche dal punto di vista etico, dopo le vicende che ne hanno offuscato l’immagine. Avvertiamo la responsabilità di far sentire quanto sia importante partecipare e di farlo sentire ai nostri confratelli vescovi e ai nostri fedeli. Al di là dei contenuti, che sono sicuramente importanti, credo che pochi come noi – intendo vescovi e Chiese – hanno la possibilità di promuovere l’interesse generale per una Europa che sia unita non per il vantaggio di qualcuno o di una parte, ma per il bene comune di tutti i nostri popoli e Paesi”.
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