“Acquisire le competenze per rispondere ai bisogni del prossimo: questo è un grande servizio che potete fare oggi alla Chiesa e al mondo”. È il compito assegnato dal Papa ai partecipanti alla Consulta dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ricevuti ieri in udienza.
“In ogni epoca, anche nella nostra segnata dal paradigma tecnocratico, c’è tanto bisogno di gente che pratichi la carità con intelligenza e fantasia”, l’appello di Francesco: “Vi esorto dunque a continuare con questo stile la vostra opera e a trasmetterlo fedelmente nelle varie fasi della formazione”. E proprio la formazione è stata al centro del discorso di Francesco, che ha definito gli Statuti da lui approvati “la via maestra su cui muovervi in quanto Ordine laicale, con una finalità già ben intuita dal Beato Pio IX e poi confermata dai suoi successori: associare uomini e donne che si impegnino per una più piena partecipazione alla vita della Chiesa, partendo da quella della Chiesa Madre di Gerusalemme, secondo l’insegnamento dell’apostolo Paolo, e aprendosi a tutto il mondo”. “Con questo respiro universale – ha proseguito il Papa – siete chiamati ad essere un Ordine che, forte della propria identità, partecipa al mistero della carità nel modo più bello, aperto e disponibile, pronto ad assumere quei servizi che il Signore richiede attraverso i bisogni dei fratelli: dall’educazione dell’infanzia nelle scuole alla solidarietà concreta con le categorie più fragili, come gli anziani, i malati, i rifugiati”. “Ricordiamo qui sempre il ritornello che il Signore fa dire a tutti i profeti dell’Antico Testamento: la vedova, l’orfano, lo straniero, questa cura che docciamo avere”, ha aggiunto a braccio. ”La formazione è per tutta la vita”, ha sottolineato Francesco, esortando a “formarsi a una carità universale e inclusiva”.
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