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Consiglio Pastorale Diocesano, “La corresponsabilità nella Chiesa, non per necessità, ma in nome della comune vocazione battesimale”

DIOCESI – Si è riunito venerdì 10 novembre alle ore 21:00, presso i locali di via Pizzi in San Benedetto del Tronto, il Consiglio Pastorale Diocesano presieduto dal vescovo Carlo Bresciani.

Dopo una breve preghiera iniziale, Mons. Bresciani è tornato sul brano del Vangelo di Luca riguardante i due discepoli di Emmaus (Lc 24, 25-32), icona biblica della seconda fase del Sinodo, quella sapienziale. Queste le parole del vescovo Bresciani: L’incontro con il Risorto nella Parola e nell’Eucaristia, da parte dei due discepoli diretti ad Emmaus, trasforma il loro modo di vedere la realtà: dalla tristezza al coraggio, dalla sfiducia alla speranza, dalla fuga alla testimonianza. Il racconto riassume in poche battute la parabola di una lunga conversione. Ma il frutto immediato è il coraggio di ricomporre l’unità ecclesiale e di partire insieme verso una nuova stagione di evangelizzazione. Anche noi, come i discepoli di Emmaus, siamo chiamati a vivere un tempo di discernimento, tornando alla Parola e all’Eucaristia, ricollocando al centro delle nostre scelte Cristo e la logica della Pasqua, allargando gli orizzonti dell’amore e suggerendo percorsi nuovi ed efficaci di evangelizzazione”.

Don Gianni Croci, delegato per la Pastorale, ha poi preso la parola per presentare una sintesi delle riflessioni emerse durante l’incontro di Montemonaco avvenuto in settembre, la prima assemblea diocesana che ha visto coinvolti laici, clero e consacrati: “Tre sono le parole chiave con cui possiamo riassumere quanto è venuto0 fuori dai tavoli sinodali a Montemonaco: ascolto, comunione e missione. Questi tre termini ci stimolano a riflettere sull’importanza di mettersi in ascolto reciproco gli uni degli altri, di approfondire sempre più l’amicizia tra i battezzati e di mettere da parte l’io a favore di Dio e del noi”.

“Dai cinque macro-temi individuati dalla Chiesa Italiana per la fase sapienziale del cammino sinodale – ha proseguito don Gianni –, l’Equipe Sinodale Diocesana ha scelto di approfondirne tre:
La corresponsabilità, tema che verrà approfondito venerdì 17 novembre, dalle ore 19:00 in poi, presso il Monastero delle Clarisse in San Benedetto del Tronto, con un illustre ospite, Mons. Claudio Giuliodori, membro della Presidenza del Comitato Nazionale del Cammino Sinodale, presidente della Commissione CEI per l’Educazione Cattolica ed assistente dell’Azione Cattolica e dell’Università Cattolica;
La missione secondo lo stile di prossimità, argomento che verrà preso in esame il prossimo 15 dicembre con l’intervento di  don Marco Pagniello, nominato nel 2021, dal Consiglio Episcopale Permanente della CEI, nuovo Direttore di Caritas Italiana;
La formazione alla fede e alla vita, ultimo tema che verrà affrontato il 26 gennaio 2024 con la presenza di Mons. Valentino Bulgaressi, sottosegretario della CEI, incaricato dell’Ufficio Catechistico Nazionale”.

Durante l’incontro del Consiglio Pastorale Diocesano tutti i presenti sono stati chiamati a dare suggerimenti in particolare sul primo tema scelto, la corresponsabilità, quindi su come valorizzare la sinodalità e la dignità battesimale di ciascuno di noi, su come vivere l’inclusione, su quale Ministeri sia necessario promuovere, magari anche pensando di istituirne qualcuno nuovo.
Numerosi gli spunti di riflessione emersi. Si è detto di desiderare una corresponsabilità sollecitata non tanto dalla necessità, bensì in nome della vocazione battesimale di ciascuno, precisando che tutti – clero, religiosi e laici – condividono la stessa vocazione battesimale.
Stimolati poi dalla frase di Padre Pio “Semina la gioia nel giardino di tuo fratello e la vedrai fiorire nel tuo”, si è riflettuto anche sulla necessità di sostegno, condivisione e comunione tra i battezzati, la cui eterogeneità dei talenti contribuisce a costruire una Chiesa più unita e più santa. A tal proposito si è suggerito anche di pensare nelle parrocchie ad una pastorale generativa globale e meno settoriale.
A seguire si è sottolineato come una piena corresponsabilità sia possibile solo quando c’è una vera conoscenza della Parola di Dio e della vita ecclesiale. In tal senso si è detto che, così come i genitori si assumono il rischio educativo dei figli, anche i pastori sono chiamati a rischiare, a dare fiducia ai laici, così da renderli adulti nella fede, capaci di essere protagonisti nella comunità. 
Pur mettendo in evidenza una fatica condivisa nel raggiungere tale obiettivo, si è concluso che la corresponsabilità è comunque un desiderio presente e un impegno a cui siamo chiamati come cristiani. Ora dunque si tratta, durante questa fase sapienziale del cammino sinodale, di avviare processi per costruire un ponte che renda possibile passare dal  sogno della corresponsabilità all’esperienza della corresponsabilità, ovvero al metterla in pratica concretamente, con proposte possibili e realizzabili. Sarà questa la sfida del cammino sinodale che ci attende nelle parrocchie, nelle realtà ecclesiali, in tutti gli organismi di partecipazione.