X

Hamas e Israele: la diplomazia di pace dei bambini di Gerusalemme e Betlemme

(Foto Cts)

Di Daniele Rocchi

“I bambini della Terra Santa chiedono la pace perché soffrono il male di una guerra che non vogliono e di cui non sono la causa”:

a ripeterlo al Sir è padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, dopo che nell’ultima settimana i bambini delle scuole di Terra Santa di Gerusalemme e di Betlemme si sono ritrovati per ben tre volte in piazza a manifestare per la pace.

(Foto I.Faltas)

La prima volta il 4 novembre nel cortile della Terra Sancta school di Gerusalemme, 400 bambini radunati davanti ad un dipinto che ricorda la richiesta di Gesù “Lasciate che i piccoli vengano a me!”, la seconda volta il 9 novembre poco prima del tramonto ancora a Gerusalemme, convocati dalle associazioni degli Scout arabi cattolici, e la terza, a Betlemme, l’11 novembre, questa volta riempiendo la piazza della Mangiatoia, davanti la Natività. Ad unire i tre appuntamenti un dipinto che lo stesso padre Faltas ha commissionato all’artista palestinese e raffigurante “un bambino triste perché conosco profondamente la sofferenza dei bambini della Terra Santa che penso sia la sofferenza di tutti i bambini coinvolti nelle guerre nel mondo”.

(Foto Cts)

La paura e la speranza. A loro volta i bambini di Gerusalemme hanno espresso i loro sentimenti disegnando, in modo commovente, “la paura e la speranza. Hanno scritto pensieri che dovrebbero far riflettere gli adulti, specialmente coloro che in questo momento potrebbero fermare l’atrocità della guerra – spiega al Sir padre Faltas -. Il Custode, padre Francesco Patton, presente all’incontro, colpito e commosso dalle parole dei bambini ha giustamente sottolineato il valore educativo delle nostre scuole e la necessità di una formazione costante alla cultura della pace. I bambini e i giovani studenti hanno chiesto il dono della pace a Dio, ma anche ai governanti. Pace per la loro terra, per i loro coetanei sotto le bombe, e per tutti coloro che hanno il diritto di sperare nel futuro”.

“Un domani – sono state le parole del Custode di Terra Santa – in una società difficile come quella mediorientale, dovranno essere persone che fanno nella propria vita anche la scelta della pace”.

“Non siamo soli”. Giovedì 9 novembre, sempre nella Città Santa, poco prima del tramonto, su iniziativa degli Scout arabi cattolici e delle associazioni “Sabeel” e “Serviens in spe” si è tenuta una veglia di preghiera per la pace nel cortile della Terra Sancta School. I tanti studenti e bambini sono stati accolti da padre Faltas con una riflessione sul coraggio di chiedere il dono prezioso della pace. Il Patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, ha guidato la preghiera e ha esortato soprattutto i bambini a non perdere la speranza nella pace: “Se siamo qui significa che abbiamo un orientamento chiaro su come vivere questo tempo: viverlo come comunità, uniti. Non c’è spazio adesso per le nostre piccole incomprensioni. Come cristiani, ma soprattutto come credenti – ha affermato il patriarca – sappiamo che Dio ha qualcosa da dire nella nostra vita. E il nostro Dio ha il volto di Gesù: da Lui dobbiamo ripartire. Sono tante le domande a cui non sappiamo rispondere, ma credere nella Sua presenza è per noi una consolazione: forse non è la consolazione che vorremmo, ma non siamo soli”. Il cardinale ha poi pregato così: “Noi diciamo: sì, Gesù. I nostri cuori sono pesanti. Non capiamo. Abbiamo aspettative ma ci mettiamo nelle tue mani: aiutaci a mettere tutto nelle tue mani”. Chiudendo la veglia il patriarca ha ricordato la piccola comunità cristiana di Gaza che, ha detto, “sta vivendo una situazione terribile. Sappiamo che molti di loro hanno perso tutto, ogni giorno è un giorno pieno di difficoltà. Ogni giorno devono decidere se partire ma dicono: ‘No, restiamo, perché crediamo in Dio’. Tutto termina con ‘Gesù ci aiuterà. Gesù non ci abbandona’”. A chiudere la veglia il coro dei bambini e la benedizione del Patriarca, mentre tutti i presenti accendevano una candela per ricordare le tante vittime della guerra in corso.

Betlemme (Foto Cts)

Trauma indelebile. Sabato 11 novembre a Betlemme, su iniziativa del Ministero dell’Istruzione Palestinese, alla presenza del Sindaco e del Governatore di Betlemme, i bambini delle scuole della città si sono riuniti davanti alla Basilica della Natività, nella Piazza della Mangiatoia per ricordare il 19° anniversario della morte del presidente palestinese Yasser Arafat e per pregare insieme per la pace. Erano presenti i bambini e le bambine della Terra Sancta School. Anche a Betlemme, aggiunge padre Faltas, “i bambini hanno espresso con canti, messaggi e disegni il desiderio di vivere nella propria terra, in pace e in sicurezza. Hanno fatto volare palloncini colorati nella speranza che la loro voce sia ascoltata”.

“Chiedo e prego con loro – conclude il vicario della Custodia di Terra Santa -. Essi sono le prime vittime di questo orrore perché anche chi non sarà colpito fisicamente, porterà negli occhi, nel cuore e nell’anima un trauma indelebile. Sarà Dio ad ascoltare il loro grido e la loro preghiera”.ù

Video Player
Categories: Notizie dal mondo
Redazione: