(Foto Vatican Media/SIR)

“Senza la vera povertà, non c’è vita religiosa. La povertà è quella che custodisce la vita consacrata. E non solo è una virtù, no, è la custode”.

Lo ha detto Papa Francesco, nel suo discorso ieri mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, dove ha ricevuto in udienza le partecipanti al 25° Capitolo generale delle Suore Scolastiche di Nostra Signora. “Come donne che professano i consigli evangelici, voi siete state a lungo pioniere nell’abbracciare la dimensione profetica della vita consacrata – ha aggiunto -. La vostra dedizione è segno, oltre che del dono che avete fatto di voi stesse al Signore, anche della vostra disponibilità a servire, in Lui, tutti i nostri fratelli e sorelle”. Ricordando il tema del Capitolo “Essere testimoni profetici per una comunione universale”, il Papa ha esortato le religiose: “Mentre ora riflettete su nuove vie per il cammino della vostra Congregazione, sempre restando radicate sulla solida base posta dalla fondatrice, vi incoraggio a continuare a essere testimoni coraggiose della solidarietà evangelica, in un tempo nel quale molti sperimentano frammentazione e disunione”. Una responsabilità che “assume ancora maggiore importanza alla luce del cammino sinodale che tutta la Chiesa sta compiendo”. Il vostro Capitolo è un momento propizio per ascoltare più attentamente lo Spirito Santo e per ascoltarvi a vicenda, al fine di migliorare i legami che vi uniscono come sorelle e come membra del Corpo di Cristo”. Poi, parlando a braccio, Francesco ha sottolineato la parola “ascoltare”. “A noi piace parlare sempre, a tutti. E non solo alle donne, anche a noi. A tutti. Ma è così difficile imparare ad ascoltare. Il Signore ci parla anche attraverso gli altri. Ascoltare gli altri, e non, mentre l’altro parla, pensare: ‘Cosa risponderò?’. No. Ascoltare: che arrivi al cuore e poi, se sento di rispondere, rispondo. Ascoltare è proprio una virtù che noi dobbiamo far crescere nelle nostre comunità, nella vita consacrata. Ascoltare il Signore, ma ascoltare i fratelli e le sorelle”.

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