DIOCESI – È stato intitolato a padre Antonio Monieri il Centro Polivalente costruito a Portoviejo, in Ecuador, grazie al contributo del SOS Missionario di San Benedetto del Tronto che ne ha completamente finanziato la progettazione e costruzione. Il Centro, che fungerà anche da chiesa, sarà inaugurato a fine novembre.
“Da tempo avevamo in animo di realizzare qualcosa che potesse essere dedicato alla memoria di padre Antonio – dichiara Pierluigi Addarii, vicepresidente del SOS Missionario –. Monieri, che apparteneva alla Congregazione del Santissimo Sacramento, nel 1964 fu destinato a svolgere la sua attività in Senegal. Dopo appena un mese di permanenza in Africa, fu colpito dalla malaria e per ordine medico dovette ripartire. Quel breve soggiorno fece crescere in lui il desiderio di prodigarsi in tutti i modi per aiutare le popolazioni africane colpite dalle malattie, dalla fame e dalla denutrizione. Rientrato in Italia, nella parrocchia dei Padri Sacramentini di San Benedetto del Tronto, diede subito vita ad un gruppo di volontari con lo scopo di aiutare queste popolazioni sofferenti. Al gruppo fu dato il nome di SOS Missionario, che ancora oggi conserviamo, anche se nel frattempo siamo cresciuti tanto, passando ad essere Associazione nel 1983, poi Ente Morale nel 1985, fino a diventare nel 1988 una Organizzazione Non Governativa di ispirazione cristiana. Nonostante i cambiamenti burocratici, l’anima del SOS Missionario è rimasta sempre la stessa, quella indicata dal suo fondatore, padre Monieri, il cui contributo è stato determinante per la nascita, lo sviluppo e la crescita della nostra ONG. Dopo la sua morte, avvenuta nel 2015, abbiamo spesso pensato a come poter mantenere vivo il ricordo della sua preziosa opera e l’occasione ci si è presentata all’inizio di quest’anno attraverso padre Walter Coronel, parroco di Portoviejo, che ci ha contattato per avere fondi per la costruzione di una struttura che fosse al tempo stesso un luogo di culto per poter celebrare la Messa, ma anche un centro di aggregazione sociale, insomma una sorta di Centro Polivalente che, a seconda delle necessità contingenti, potesse essere utilizzato per vari scopi. Noi già conoscevamo questo sacerdote ecuadoriano, perché insieme avevamo curato piccoli progetti per i contadini del posto riguardanti la fornitura di sementi e concimi, ed avevamo avuto modo di apprezzarne le capacità organizzative. Così abbiamo deciso di finanziare il progetto in Ecuador, grazie alla vendita di un immobile che era stato donato alla nostra Organizzazione”.
Subito, dunque, a gennaio 2023, è partito il progetto del Centro Polivalente in Portoviejo e a maggio sono iniziati i lavori. “La città è il capoluogo della Provincia di Manabì e dell’omonimo Cantone – prosegue il vicepresidente Addarii –: è molto estesa territorialmente ed è anche una delle più popolose del Paese. Purtroppo l’Ecuador, nonostante sia ricco di risorse naturali come il petrolio, è uno dei paesi più poveri dell’America Latina: a parte una ristretta élite di cittadini benestanti, infatti, la maggior parte della popolazione vive in baracche con il tetto in lamiera o in casupole povere e poco sicure. Comprenderà bene che in un tale contesto non esistono strutture in cui le persone possano incontrarsi, confrontarsi e trascorrere del tempo in compagnia. Padre Walter allora ha pensato bene di dotare un quartiere molto povero della città, di un edificio nuovo, moderno, ampio, di 250 mq, ma soprattutto decoroso, che sia un punto di ritrovo per tutti, luogo di incontro per gli anziani, di gioco per i piccoli, di studio per i bambini in età scolare, di divertimento per i ragazzi, di preghiera per chiunque lo desideri. Grazie ai nostri fondi, all’impegno di padre Walter Coronel, al coinvolgimento di alcuni ingegneri dell’Ecuador e alla manovalanza gratuita di molti cittadini che saranno anche i beneficiari del progetto, la struttura del Centro Polivalente è stata realizzata nell’arco di sei mesi. Un risultato molto prezioso, al di là di ogni aspettativa, che è frutto dell’impegno e della generosità di tante persone. Padre Monieri ne sarebbe certamente molto felice!”
Ma il contributo che il SOS Missionario vuole dare a questa comunità ecuadoriana non termina qui. “Ci sono molti anziani soli, che hanno problemi economici, saltano i pasti per alcuni giorni, vivono senza relazioni, isolati – racconta Pierluigi Addarii –. Padre Walter ha iniziato a raccoglierli: attualmente sono circa 40 le persone individuate, per le quali si sta cercando di attivare una mensa, così da garantire loro almeno un pasto al giorno. Parliamo ovviamente di un pasto modesto, fatto di riso e qualche verdura di contorno Non sembrerebbe granché, ma sarebbe comunque un miglioramento rispetto alle condizioni attuali”.
Quello in Ecuador è solo l’ultimo dei numerosi progetti che il SOS Missionario ha realizzato nei suoi quasi sessant’anni di vita. “Colgo l’occasione per ringraziare, a mio nome e a nome del presidente della nostra ONG, don Vincenzo Catani, tutti i nostri sostenitori – conclude Addarii –. Grazie alle loro donazioni, siamo stati in grado di aiutare veramente tantissime persone nel mondo. Anche i contributi più piccoli, piccolissimi, sono stati apprezzati, perché hanno contribuito a realizzare progetti grandi. Negli anni abbiamo fatto microcredito alle piccole imprese, ci siamo impegnati con le adozioni a distanza, abbiamo finanziato la costruzione di pozzi in Uganda, la ristrutturazione di scuole in molti Paesi del Sud del Mondo. Grazie ai fondi provenienti dal 5xMille, alle donazioni on-line che giungono dal sito e alle liberalità di molti cittadini, siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi previsti nel nostro Statuto: promuovere la dignità dell’uomo nella sua integralità; realizzare programmi di sviluppo a sostegno delle popolazioni che si trovano in condizioni di povertà o in situazioni di emergenza a causa di guerre, calamità naturali, disastri ambientali, fenomeni migratori; combattere ogni forma di razzismo e di emarginazione; favorire l’incontro ed il dialogo interculturale e interreligioso; incoraggiare e sostenere la cooperazione tra i popoli. Tutto questo, come diceva padre Monieri, mettendo sempre al centro della nostra azione la persona”.