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L’economia frena in Italia e in Europa

Paolo Gentiloni (Foto Commissione europea)

Gianni Borsa

L’economia europea perde slancio e l’Italia non fa eccezione. Incertezza internazionale (guerre), inflazione e conti pubblici in sofferenza moltiplicano gli interrogativi sul futuro, mentre un dato positivo non manca: la disoccupazione nei Paesi Ue è ai minimi.

I numeri. Le Previsioni economiche, diffuse dalla Commissione europea nei giorni scorsi, dunque non vedono rosa. L’anno in corso dovrebbe chiudere con un Pil a +0,6% sia per l’Ue27 sia per l’Eurozona. Nel 2024 si prevede che la crescita del Pil Ue27 si attesterà all’1,3% (1,2 nell’area della moneta unica, con 20 Paesi). Si tratta di una revisione leggermente al ribasso dall’estate scorsa. Nel 2025, con l’attenuarsi dell’inflazione e del freno derivante dalla stretta monetaria, la crescita dovrebbe rafforzarsi all’1,7% per l’Ue27 e all’1,6% per l’area euro. Sorprendono i dati sulla Germania, in recessione, e anche economie forti come Francia e Paesi Bassi non brillano.

Prospettive offuscate. “Ci stiamo avvicinando alla fine di un anno difficile per l’economia dell’Ue”, il commento del commissario all’economia, Paolo Gentiloni. “Le forti pressioni sui prezzi e la stretta monetaria necessaria per contenerle, così come la debole domanda globale, hanno messo a dura prova famiglie e imprese”.“Guardando al 2024, ci aspettiamo un modesto aumento della crescita in un contesto in cui l’inflazione si allenta ulteriormente e il mercato del lavoro rimane resiliente”.Grazie in parte al Recovery and Resilience Facility, “gli investimenti sono destinati ad aumentare. Si prevede che il debito pubblico e i deficit continuino a diminuire, anche se in modo più graduale”. Gentiloni specifica: il conflitto in Medio Oriente “ha avuto finora un impatto economico limitato al di fuori della regione, ma l’acuirsi delle tensioni geopolitiche ha ulteriormente aumentato l’incertezza e i rischi offuscano le prospettive”.

Prezzi, moneta, domanda interna. A Bruxelles la lettura del momento è piuttosto netta: “Dopo una un’espansione economica solida durante quasi tutto il 2022, il Pil ha registrato una contrazione verso la fine dell’anno e una crescita appena percettibile nei primi tre trimestri del 2023. Un’inflazione tuttora elevata, per quanto in discesa, e un inasprimento della politica monetaria, oltre a una debole domanda esterna, hanno pesato più del previsto”. Eppure la Commissione non rinuncia a qualche elemento positivo:“Secondo le previsioni l’attività economica aumenterà in modo graduale in un contesto di grande solidità del mercato del lavoro, crescita sostenuta dei salari e discesa costante dell’inflazione”.Nonostante un inasprimento della politica monetaria, si prevede che gli investimenti “continueranno ad aumentare sostenuti da una generale solidità dei bilanci delle imprese e dal dispositivo per la ripresa e la resilienza”. Buone anche le notizie dal mercato del lavoro: in settembre il tasso di disoccupazione in Europa è rimasto al 6% della forza lavoro, vicino ai minimi storici.

Il peso dei conflitti. L’incertezza e i rischi di revisione al ribasso delle prospettive economiche sono aumentati negli ultimi mesi “in un contesto caratterizzato dal protrarsi della guerra di aggressione della Russia all’Ucraina e dal conflitto in Medio Oriente”. Benché ad oggi l’impatto di tale conflitto sui mercati dell’energia sia stato contenuto, vi è tuttavia il rischio – sostengono gli esperti della Commissione – di un’interruzione dell’approvvigionamento energetico che “potrebbe avere un impatto significativo sui prezzi dell’energia, sulla produzione a livello mondiale e sul livello generale dei prezzi”. L’andamento dell’economia nei principali Paesi partner dell’Ue, soprattutto la Cina, potrebbe comportare rischi.

Situazione in Italia. “La crescita economica in Italia ha rallentato quest’anno, con i consumi che sono stati schiacciati dall’elevata inflazione e gli investimenti che hanno iniziato a contrarsi dopo l’espansione post-pandemia”, dice la Commissione europea sull’Italia. “Dopo una crescita modesta dello 0,7% quest’anno, si prevede una accelerazione moderata allo 0,9% nel 2024, per passare all’1,2% nel 2025, supportata anche dagli investimenti finanziati dal Dispositivo per la ripresa e la resilienza”. Il commissario Paolo Gentiloni osserva:“L’attuazione del Pnrr è fondamentale per sostenere la crescita e per mantenere le prospettive di crescita che, per quanto limitate, esistono nelle nostre proiezioni”.Tornando ai numeri, l’inflazione in Italia nel 2023 si dovrebbe collocare al 6,1%, per scendere il prossimo anno al 2,7%. Disoccupazione: dal 7,6% di quest’anno si passerebbe al 7,4 del 2024. Il debito pubblico rimarrebbe drammaticamente elevato, attorno al 140% sul Pil.

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