SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dottore in Ostetricia e Ginecologia in pensione, già Primario di Reparto per molti anni all’Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto, sposato con Danta dalla quale ha avuto tre figli che hanno fatto nascere a loro volta quattro nipoti, conosciamo meglio il dott. Carlo Di Biagio e i servizi che offre alla comunità diocesana.
Dott. Di Biagio, lei è uno dei soci fondatori del Centro Famiglia che ha da poche settimane festeggiato i 45 anni di vita. Ci racconta come è nato?
Il Centro Famiglia è nato da una richiesta specifica di don Lugi Illuminati che nel lontano 1976 aveva a sua volta ricevuto l’incarico di responsabile del Consultorio. L’attività di quello che inizialmente era solo un gruppo ristretto di volontari, nel 1978 fu regolamentata attraverso un atto notarile. Eravamo una decina volontari scelti da don Luigi e il Centro era aperto tre volte alla settimana. Con il passare dei mesi iniziammo a tenere aperto il Centro tutti i giorni feriali, quindi cinque volte alla settimana. Questo si rese necessario perché fin da subito fummo invasi da numerosi utenti. Nell’arco di un paio d’anni arrivammo ad erogare molteplici servizi: consulenza familiare, consulenza sanitaria, consulenza psicopedagogica e consulenza legale. In alcuni casi giungemmo a fare anche delle consulenze morali: questo avveniva quando la coppia o il singolo ci contattava per avere pareri su argomenti complessi come separazione, divorzio, aborto, contraccezione, terapie mediche, comportamenti da tenere verso i figli. Negli anni le attività legate ai servizi da erogare sono divenute sempre più numerose e anche specifiche. Sebbene su alcuni argomenti ci sia una maggiore informazione, su altri avviene l’esatto contrario e si sono rese necessarie comunque anche altre consulenze. L’attività del Centro quindi è sempre molto viva.
Quale servizio svolge attualmente nel Centro Famiglia?
Il Centro Famiglia è un’associazione in cui confluiscono vari servizi e io, a seconda delle necessità, mi sono reso disponibile a donare il mio tempo e le mie competenze in diversi ambiti. Per alcuni anni sono stato direttore del Consultorio e presidente del Centro Famiglia. Poi, sette anni fa, ho iniziato un servizio anche presso la Caritas Diocesana come responsabile del Poliambulatorio. I due impegni non erano conciliabili, quindi tre anni fa ho rinunciato all’impegno che avevo al Centro Famiglia come dirigente per dedicarmi completamente al Poliambulatorio, ma tuttora collaboro con il Centro come consulente per problemi sanitari e, in particolare, svolgo la parte tecnica relativa alla sessualità e alla procreazione responsabile in quei corsi per fidanzati dove questi argomenti sono inseriti. All’interno del Centro Famiglia, infatti, c’è anche un Centro di Aiuto alla Vita, un tema a me molto caro sia per gli studi effettuati e la professione svolta sia per l’importanza fondamentale che esso riveste nell’esistenza di una persona. Nell’ultimo periodo, ad esempio, abbiamo avuto diverse donne che si sono rivolte a noi per quanto concerne la prosecuzione della gravidanza e proprio nel giorno in cui abbiamo festeggiato i 45 anni di attività del Centro Famiglia, una nonna è venuta a mostrarci il nipotino, nato grazie all’aiuto psicologico, sanitario, spirituale ed umano del Centro di Aiuto alla Vita. Sono molto orgoglioso dell’attività svolta dal Centro, in quanto offriamo servizi all’avanguardia che altri non forniscono, come ad esempio la formazione nella conoscenza e nell’uso dei metodi naturali per la procreazione responsabile. Il metodo insegnato consiste nella conoscenza dei vari fenomeni legati alle variazioni ormonali che si hanno nel ciclo mensile della donna, che portano alla identificazione, con una certa precisione, del periodo dell’ovulazione.
Come tecnico, in quanto specialista in Ostetricia e Ginecologia, lei partecipa anche ai corsi di Educazione Sessuale nelle Scuole. Come viene affrontato il tema della sessualità in quell’ambito e soprattutto come viene recepito dai giovani studenti?
I giovani sono molto desiderosi di conoscere le modificazioni che avvengono in loro nella pubertà e nell’adolescenza. Questo desiderio li porta a sperimentare, guidati molte volte da indicazioni errate o condizionate da interessi di parte. I giovani vedono che qualcosa cambia in loro, vogliono vivere il loro desiderio di indipendenza che li porta spesso a fare scelte inopportune. La famiglia di frequente è carente e allora si verificano molte delle cose che vediamo quotidianamente.
Da cinque anni si dedica quasi completamente alla Fondazione Caritas. Qual è il suo compito?
Sono direttore del Poliambulatorio presente nella sede diocesana della Caritas. Il Poliambulatorio era sorto circa 15 anni fa, ma poi per questioni burocratiche era stato chiuso. Nel 2018 è stato riaperto sotto la mia direzione.
I servizi offerti dal Poliambulatorio sono numerosi: vengono infatti espletate consulenza fisiatriche, flebologiche, ginecologiche, psichiatriche, dermatologiche, pediatriche, cardiologiche, odontoiatriche e ortodontiche, burocratiche, amministrative ed infermieristiche. Ogni anno eroghiamo gratuitamente circa 1300 prestazioni. La frequenza maggiore dei pazienti si ha nell’ambulatorio odontoiatrico, dove vengono curati anche attraverso l’ortodonzia circa 40 bambini. Tutte le consulenze vengono effettuate in loco, tranne quella oculistica che viene espletata presso uno studio privato. Il Poliambulatorio è fornito anche di un armadio farmaceutico per la consegna gratuita di farmaci che pervengono alla Caritas da donazioni da parte del Banco Farmaceutico, delle Farmacie o dei privati.
Chi si rivolge al Poliambulatorio e come è organizzato?
Intanto mi preme sottolineare che il nostro Poliambulatorio non è in concorrenza con il Servizio Sanitario Nazionale, bensì è di supporto ad esso. Noi infatti ci facciamo carico di quelle situazioni di indigenza e necessità in cui si vengono a trovare alcune famiglie che vivono condizioni di disagio da lungo tempo o momenti di difficoltà anche temporanei.
Il Poliambulatorio è attivo il martedì e il mercoledì, dalle ore 9:00 alle ore 11:00, con il Centro di Ascolto Sanitario; il giovedì, invece, dalle ore 16:00 alle ore 17:30, presta servizio il medico di base e l’ambulatorio STP per migranti o clandestini. Le visite specialistiche vengono effettuate mediante prenotazione al Centro di Ascolto Sanitario o al Centro di Ascolto Caritas (quest’ultimo aperto tutti i giorni dal martedì al venerdì).
Il lavoro certamente non manca! Attualmente, nell’ottica di potenziare i servizi, ci stiamo incontrando per federare i vari ambulatori solidali retti prevalentemente dalle Caritas nelle Marche. Abbiamo fatto una ricognizione e al nostro appello hanno risposto nove strutture sanitarie solidali. Io e il dott. Pagliariccio, primario di Chirurgia Vascolare a Teramo, abbiamo inviato un questionario per conoscere le varie prestazioni che vengono effettuate, l’allocazione ed il funzionamento. Una volta che avremo ricevuto le risposte, valuteremo come poter fare rete per migliorare ancora di più il servizio.
Quando le chiedono “Ma chi glielo fa fare?!”, cosa risponde?
Mi muove la difficoltà che la società incontra nella gestione dei problemi sanitari, per cui una parte della popolazione non gode di protezione sanitaria e quindi vive in una situazione di disagio enorme. Le faccio un esempio. Ci sono i genitori di un bambino che non si possono permettere di affrontare una cura ortodontica per il figlio, in quanto il costo si aggira intorno ai 5.000 euro e non ne hanno la possibilità. Il piccolo avrà delle conseguenze della non cura per tutta la vita: la cura dentale non effettuata in età giovanile, infatti, porta ad una lesione dei denti e dell’arcata dentale, con la conseguenza che avremo persone edentuli in età giovanile che dovranno affrontare anche altri problemi collaterali, come la cattiva digestione. Come uomo, medico e cristiano, in questi casi, io sento il dovere di intervenire, di aiutare il fratello più debole, di coinvolgere altre persone professionalmente valide in questo tipo di servizio e di sollecitare le strutture pubbliche affinché l’assistenza sanitaria sia sempre più adeguata anche per persone che vivono in un disagio notevole.
Non da ultimo lo faccio anche per essere ripagato con qualche sorriso, perché il sorriso di una persona che ce l’ha fatta, ripaga di ogni fatica!
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