“Nel servizio formativo, accogliere con animo paterno e materno le persone, le luci e le ombre, pure le ombre presenti in loro e nelle situazioni, è già una missione: facilita la crescita di ciò che Dio ha seminato dentro ciascuno in modo unico e irripetibile. Ogni persona va accolta com’è e da lì comincia il dialogo; da lì il cammino; da lì il progresso”. Lo ha detto Papa Francesco ai cappellani e responsabili della pastorale universitaria, ricevuti ieri mattina, nel Palazzo apostolico vaticano, in udienza, in occasione dell’incontro promosso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione, dal 23 al 24 novembre, sul tema “Verso una visione poliedrica”.
Il Pontefice ha indicato “tre atteggiamenti che credo importanti per il vostro servizio: apprezzare le differenze, accompagnare con cura e agire con coraggio”. “Credere nella vitalità della semina di Dio comporta il prendersi cura di ciò che cresce in silenzio e che si manifesta nei pensieri, nei desideri e negli affetti, pur a volte scomposti, dei giovani a voi affidati”, ha aggiunto il Papa, che ha denunciato la presenza nella Chiesa di “correnti ideologiche”, dove “la gente va e finisce per ridursi a una figura ‘piatta’, senza sfumature”. A ciò ha contrapposto la figura del poliedro, a lui cara dall’inizio del pontificato, la cui complessità restituisce tante sfumature. “Ma se una persona se valorizza con sapienza per ciò che è – ha osservato -, se ne può ricavare un’opera d’arte”.
Davanti alle sfide formative Francesco invita a non scoraggiarsi: “Prendetevene cura, senza ricercare risultati immediati, ma con la certa speranza che, quando si accompagnano i giovani con la vicinanza e quando si prega per loro, fioriscono delle meraviglie. Ma non fioriscono dall’uniformità: fioriscono proprio dalle differenze, che sono la loro ricchezza”.